Acquedotti, piano anti-perdite: al via i primi dieci appalti per 40 milioni

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Contributi e agevolazioni

per le imprese

 


di
Marika Giovannini

I bandi si inseriscono nel più ampio finanziamento da 110 milioni ottenuto dal Trentino nell’ambito del Pnrr per completare 19 progetti a favore di 28 territori

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La scaletta è serrata: otto gare sono state pubblicate in queste ore, due lo saranno lunedì, per un totale di 40 milioni. «Ed entro marzo arriveranno le altre» assicura il governatore Maurizio Fugatti. «Abbiamo stressato la macchina amministrativa provinciale e il Consorzio dei Comuni» ammette ancora il presidente, con a fianco il direttore generale della Provincia Raffaele De Col e Silvano Librera dell’Agenzia provinciale per gli appalti e i contratti. «Ma il rischio — aggiunge — era quello di sforare i tempi e di perdere i soldi del Pnrr». Che non sono pochi: 110 milioni per riqualificare la rete degli acquedotti trentini, suddivisi in 19 progetti per 28 Comuni e società. «Abbiamo voluto imprimere una forte accelerazione: questo comporterà uno sforzo delle imprese a cui saranno assegnati i lavori» rilancia Fugatti.

Le gare per la riqualificazione degli acquedotti

In queste ore, dunque, Apac ha pubblicato le gare per la riqualificazione degli acquedotti di Pinzolo, Tione, Tenno, Tre Ville, Giustino, Bocenago, Vallelaghi e Cavedine. Mentre all’inizio della prossima settimana arriveranno anche i bandi per Predaia e Baselga di Pinè. Bandi ai quali si aggiungono quelli gestiti in autonomia dai diversi enti. «Una sfida importante — osserva De Col — che stiamo portando avanti rispettando i tempi». Con i bandi usciti che saranno aggiudicati «entro la prima settimana di marzo». «Abbiamo un controllo costante e continuo della situazione — chiarisce De Col — e ad oggi siamo attorno al 20% dello stato di avanzamento dei progetti Pnrr». Percentuale che salirà al 40% entro la fine di giugno, «per poi arrivare al target di marzo-aprile 2026 con i collaudi». Un cronoprogramma ambizioso: «Da maggio — avverte il direttore generale — nei comuni ci saranno 120 milioni di lavori in corso. Per i sindaci sarà un grosso impegno».




















































«Minimizzare le perdite»

«Veniamo da un anno — riflette il governatore — che sul fronte delle precipitazioni è stato positivo. Ma tutti ci ricordiamo i problemi legati alla siccità di 2-3 anni fa. Per questo è necessario migliorare la rete e minimizzare le perdite». Che rimangono una spina nel fianco: secondo i dati Istat diffusi lo scorso anno, in Trentino le perdite arrivano al 37,1%, sotto la media nazionale ma sopra il dato del vicino Alto Adige (che «viaggia» al 28,8%), mostrando una ampia differenza tra territori. Con un altro tassello: «Negli anni della siccità il Trentino ha sempre garantito solidarietà idrica ai territori vicini, Veneto e Lombardia in primo luogo. Ponendo però un tema: avevamo fatto notare che se dovevamo spendere delle risorse per efficientare la nostra rete idrica per poi dare l’acqua ad altri territori era opportuno avere anche delle risorse dello Stato. E questi soldi del Pnrr vanno proprio in questa direzione».

Pnrr e scadenze

Ma il Pnrr impone scadenze precise. E dunque il Trentino ha dovuto correre, con un lavoro di Provincia e Comuni. «Quello dell’acqua — chiarisce l’assessora Giulia Zanotelli — è un tema che consideriamo prioritario. E il percorso che abbiamo avviato sulla questione degli acquedotti può diventare un esempio a livello nazionale di come l’Autonomia possa garantire una collaborazione e un sistema forte per arrivare alla realizzazione delle opere e al reperimento di finanziamenti nazionali ed europei». Guardando anche al protocollo di finanza locale per prevedere ulteriori risorse (15 i milioni quelli stanziati nell’ultimo documento) e per provare così a coprire anche con risorse provinciali l’intera cifra necessaria per risolvere tutti i problemi della rete acquedottistica (l’investimento complessivo ipotizzato qualche anno fa era di 250 milioni).
Ma i lavori attuali non risolveranno un problema — quello della gestione dell’acqua — che oggi mette in difficoltà i Comuni. «Molti sindaci, con un organico ridotto, fanno fatica ad effettuare la manutenzione della rete» ammette Zanotelli. Che fissa un obiettivo: «Terminata la partita dei rifiuti, dovremo fare un ragionamento anche su questo tema. Si dovrà capire se anche in questo settore si potrà ragionare di una gestione di territorio, di una gestione diversa da quella attuale».

La rete

E se oggi ci si concentra sulla rete acquedottistica, l’altro fronte di azione per migliorare l’utilizzo dell’acqua riguarda i consorzi irrigui. «Stiamo lavorando a livello nazionale — precisa Zanotelli — e chiederemo uno sforzo significativo anche a livello europeo in vista della prossima politica agricola comunitaria». In Trentino, osserva l’assessora, «abbiamo delle progettualità importanti, alcune delle quali finanziate dal Pnrr: ma lo stanziamento non è stato sufficiente rispetto alle richieste». Con una punta polemica: «Siamo stati penalizzati rispetto ad altri territori perché siamo migliori rispetto ad altri nel campo dell’efficientamento dell’utilizzo dell’acqua in agricoltura. Ma questo non può essere un elemento che lascia indietro questo territorio, che sta ragionando di innovazione, di tecnologie e di energia».

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