Al Vinitaly 2025 approdano i vini alcol zero

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Verona apre le porte ai calici dealcolati. Ovvero a quei vino con zero alcol o con una bassa gradazione etilica. Un ingresso ufficiale proprio quando è in corso un ampio dibattito sugli aspetti della salute legati al consumo dei vini tradizionale e mentre in Europa si parla sempre più della necessità di adottare etichette con messaggi di allarme sui possibili rischi sanitari a causa dell’alcol. Una situazione generale che preoccupa non poco tutta la filiera, dunque, finita al centro dell’agenda degli Stati Generali del Vino, organizzati lunedì 17 febbraio a Roma al Campidoglio.

VERONA Alla 57esima edizione del Vinitaly dunque sarà protagonista anche il progetto pilota innovativo sui vini No-Low alcohol (NoLo), in pratica quei vini senza o con una bassa percentuale di alcol, che entrano ufficialmente nell’offerta della storica rassegna enologia, in programma dal 6 al 9 aprile. L’annuncio è stato fatto dai vertici di Veronafiere, la spa che cura la rassegna enologica, a fine gennaio nella cittadina saudita di Jeddah nel corso della masterclass “Italian Grapes Reimagined: an Alcohol free Tasting Experience” totalmente a base di vini dealcolati e cocktail zero alcohol. «Possiamo considerarlo un evento-prologo inserito nel piano di sviluppo della manifestazione che punta così a completare gli asset dell’unico brand fieristico di promozione del vino Made in Italy», spiegano da Veronafiere. Si tratta di un’importante novità della kermesse scaligera, tra le più quotate manifestazioni fieristiche mondiali dedicate al grande universo agro-vitivinicolo. Per il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, «Vinitaly è crocevia delle tendenze che da sempre intercetta, monitora e analizza al fine di potenziare servizi e contenuti per le nostre aziende espositrici e per il settore. In questa ottica, da quest’anno, i vini NoLo entrano per la prima volta nel programma della rassegna per potenziare il ruolo di Vinitaly, che apre nuovi mercati e affronta le sfide dell’evoluzione della domanda». Un debutto strategico che nei progetti di Veronafiere sarà potenziato e rafforzato già dal prossimo anno. «Il progetto pilota che va dal prodotto alla formazione fino alla tecnologia dedicata – ha proseguito il direttore generale di Veronafiere, Adolfo Rebughini – si consoliderà nelle prossime edizioni diventando strutturale. L’obiettivo è di rappresentare un mercato complementare ai vini di denominazione in forte crescita su scala globale e di potenziare la competitività di Vinitaly in una fase di profonda trasformazione del settore». Ad oggi il programma dealcolato di Vinitaly 2025 contempla due focus: “Zero alcol e attese del mercato” (in previsione l’8 aprile) e “Tecnologia 0.0: produzione e innovazione a confronto” (9 aprile) realizzati in collaborazione con Unione italiana vini e con il supporto dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly per la lettura dell’evoluzione di questo segmento del mercato. Sul fronte espositivo, Vinitaly 2025 presenterà una Enoteca dedicata ai vini dealcolati, con un banco mescita esclusivo. E con i vini NoLo protagonisti anche nei cocktail del padiglione Mixology.

Al Vinitaly 2025 l'esordio dei vini dealcolati, ovvero zero alcol o con una bassa gradazione alcolica (archivio L'Unione Sarda - HERMES.Editoriale)
Al Vinitaly 2025 l'esordio dei vini dealcolati, ovvero zero alcol o con una bassa gradazione alcolica (archivio L'Unione Sarda - HERMES.Editoriale)Al Vinitaly 2025 l'esordio dei vini dealcolati, ovvero zero alcol o con una bassa gradazione alcolica (archivio L'Unione Sarda - HERMES.Editoriale)

STATI GENERALI Non pesano solo gli annunciati dazi americani sui viticoltori della Penisola, a impensierire tutto il comparto è anche e soprattutto la questione incalzante legata ai consumi del vino, alcol e ricadute sulla salute. L’Ufficio in Italia del Parlamento Europeo, in accordo con la Rappresentanza italiana  della Commissione Europea, ha riunito a Roma gli Stati Generali del Vino (produttori, professionisti e associazioni di categoria), per fare il punto insieme alle istituzioni nazionali ed europee. Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida ha definito «follia senza senso questo tentativo di criminalizzazione del vino» e «aggressione ideologica contro un prodotto che accompagna le alimentazioni del pianeta da secoli. È ovvio che l’abuso di alcol, come per qualsiasi prodotto, sia dannoso», ha detto. Il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, e l’Ad di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia, si dicono pronti a scendere in piazza per difendere un settore che in Italia conta 240mila viticoltori che offrono opportunità di lavoro lungo la filiera per 1,3 milioni di occupati. Per il presidente dell’Ice, Matteo Zoppas «non va fatto allarmismo soprattutto in questo momento in cui il vino sta vivendo un periodo di incertezza sulle esportazioni». Vinitaly 2025, come spesso è successo, servirà dunque anche per tracciare una rotta sicura su una questione complessa ma decisiva per il futuro dell’enologia mondiale.

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