Antonio Caprarica: ‘Il difficile percorso che porta alla pace’

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Fa suo il motto di Winston Churcill “Non bisogna mai sprecare una buona crisi”, Antonio Caprarica, per lasciare un margine all’ottimismo al termine della sua disamina sugli scenari internazionali che caratterizzano il 2025 appena iniziato.
Ma andiamo per ordine, nel raccontare la piacevolissima chiacchierata con il giornalista e scrittore, in questi mesi in giro per l’Italia per presentare il suo ultimo libro “”La fine dell’Inghilterra. Un paese smarrito, un trono vacillante”, edito da Sperling & Kupfer e che racconta la crisi identitaria di uno tra i paesi che hanno fondato l’occidente contemporanea.

L’occasione, la sua presenza al Casinò di Sanremo per i festeggiamenti per il  suo 120esimo compleanno, è infatti ottima per cercare di pronosticare (e sperare): in questo 2025 si arriverà a un punto di svolta nel conflito israelo-palestinese?

“Il conflitto israelo-palestinese va avanti da cent’anni, dal massacro di Ebron del 1929 e da allora, sciaguratamente, questi due popoli non riescono a trovare il senso della parola ‘convivenza’. Una ragione di speranza arriva dalla tregua ma la possibilità di un punto vero di svolta dipende dalla disponibilità di Israele di accettare la proposta ‘due popoli due Stati’.
Finora non c’è stata in quanto i circoli più vicini al primo ministro Benjamin Netanyahu sono convinti che il ‘problema’ si risolva con il tempo e che dunque Israele riuscirà ad annettersi tutte le terre palestinesi, compresa la Cisgiordania e Gaza, ma questo calcolo si è rivelato sbagliato, come hanno dimostrato i fatti del 7 ottobre 2023, e ora c’è da prendere atto e da convincere le frange più estremiste, sia israeliane che palestinesi, che se si vuole vivere pacificamente in questo pezzo di mondo si devono prendere in considerazione i diritti di entrambi.
Intanto, il conflitto animato da  Netanyahu ha creato un danno enorme a Israele, che ha sconfitto Hamas ma pagando un prezzo gigantesco in termini di immagine e moralità, intaccando il credito che vanta nei confronti del resto del mondo dopo le sofferenze dell’Olocausto.
Tuttavia, non va dimenticato che il conflitto è stato scatenato da un atto che definire terroristico è poco, una mini shoah ispirata all’antisemitismo più brutale e bestiale.”

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E quali sono gli scenari immaginabili nel conflitto tra Russia e Ucraina?

“Il neo presidente Usa Donald Trump aveva dichiarato che, con il suo ritorno alla Casa bianca, avrebbe impiegato tre o quattro giorni a raggiungere la pace. Ora i giorni sono diventati cento e anche io sono pessimista. Il punto cruciale è che Putin non ha vinto: contava di impadronirsi dell’Ucraina in un paio di settimane e invece il conflitto va avanti: i russi avanzano ma a costi spaventosi, la santa Russia si è trasformata in un vassallo della Cina e per continuare a combattere si è dovuta rivolgere a un regime criminale come quello della Corea del Nord. Certo, per l’Ucraina il bilancio è ancor più disastroso. Ritengo che la pace si potrà raggiungere solo con il consenso degli ucraini, altrimenti si ridarebbe slancio alla folle idea di espansione imperiale di Putin. Se non si raggiunge una pace giusta Putin ne trarrà la convinzione che vale la legge del più forte.”

Lo scorso 20 gennaio il neo presidente Usa Donald Trump si è insediato ufficialmente alla Casa bianca. Come saluta questo ritorno?

“Io credo nei valori della liberaldemocrazia, alla libertà di parola e allo stato di diritto: non trovo nessuno di questi convincimenti nelle parole di Donald Trump e il secondo Trump è ancora più pericoloso del primo. La prima volta vinse ma non con il voto popolare, mentre ora l’opinione pubblica americana è trumpiana e in sempre più parti del mondo, Europa compresa, è sempre più forte la corrente di opinione che guarda con favore a soluzioni di destra.”

Finiamo dunque questa intervista con una nota più leggera, dove non occorre scomodare Sir Winston Churchill per ritrovare il sorriso: lei che rapporto ha con il settore del gioco e come vede il connubio con la cultura che propone il Casinò di Sanremo?

“Ci sono pezzi fantastici di letteratura, ma anche musicali, che hanno al centro il gioco, un elemento fondamentale della vita e degli esseri umani. Esso infatti  contiene concettualmente ciò che più affascina: quella sfida contro l’incognito che è la stessa dei primi esploratori, che mettevano in gioco la loro vita.
Io amo il gioco, come il vino e il whisky, e lo pratico con aristotelica moderazione, fissando dei limiti, rispettandoli e sapendo che non si vince sempre e che va messa nel conto la sconfitta.”







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