Il governo Meloni presenterà al Consiglio dei Ministri il nuovo Decreto Bollette, un provvedimento atteso da milioni di italiani alle prese con il caro energia. La data da segnare sul calendario è quella del 25 febbraio 2025.
L’intervento prevede un ampliamento del Bonus Sociale, con ritocchi alle soglie ISEE, nuove agevolazioni per le imprese e misure per ridurre il divario di prezzo tra il mercato del gas italiano ed europeo.
Prima di scoprire insieme cosa comprende questo pacchetto di aiuti e le novità in arrivo, consigliamo ai nostri lettori la visione del video YouTube di Mr LUL lepaghediale sul nuovo Bonus luce di 113 euro di ARERA (a chi spetta e come averlo).
Cosa cambia con il Decreto Bollette
Uno degli aspetti più rilevanti del Decreto Bollette atteso in Cdm il 25 febbraio 2025 riguarda il Bonus Sociale, lo strumento che aiuta le famiglie in difficoltà a pagare le bollette di luce e gas. Stiamo parlando, del sostegno già in vigore che offre la possibilità, a chi rispetta specifici requisiti, di ottenere uno sconto automatico in bolletta.
Attualmente, viene riconosciuto alle famiglie con un ISEE fino a 9.530 euro, limite che sale a 20.000 euro solo per i nuclei familiari più consistenti, con quattro o più figli a carico.
Ma quali sarebbe le intenzioni del Governo Meloni al riguardo? Pare che l’Esecutivo voglia spingere verso un allargamento della platea dei beneficiari per aiutare le famiglie più fragili, strette nella morsa del caro energia.
L’obiettivo è quello di garantire lo sconto sulle utenze a più italiani, che faticano ad arrivare a fine mese, specialmente dopo gli aumenti vertiginosi degli ultimi anni.
Decreto Bollette, l’ISEE sale a 15.000 euro per il Bonus Sociale
La novità più importante del Decreto Bollette è senza dubbio l’ipotesi di l’innalzamento della soglia ISEE per accedere al Bonus Sociale. Secondo le prime anticipazioni, il governo sta valutando di portare la soglia ISEE da 9.530 euro a 15.000 euro. Un aumento significativo che allargherebbe notevolmente la platea di beneficiari del Bonus.
La conferma di ritoccare in aumento il limite ISEE arriva direttamente dal Ministro dell’Ambiente e dell’Energia, Gilberto Pichetto Fratin. La decisione è da valutare per rendere il sostegno ancora più ampio e inclusivo, anche se in realtà non si tratta di un intervento del tutto nuovo.
L’intenzione è quella si battere la strada intrapresa dal vecchio governo Draghi, quando vennero introdotte misure straordinarie per arginare l’emergenza bollette. L’unica pecca è che una siffatta modifica peserebbe, e non poco, sulla casse dello Stato: le prime stime parlano di un costo di circa 1,5 miliardi di euro.
Tuttavia, il governo ritiene che si tratti di una spesa necessaria per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e contrastare l’aumento del costo della vita. Per chi rientrerà nei nuovi parametri, infatti, il risparmio sulle bollette potrà fare la differenza nel bilancio familiare.
Le altre agevolazioni
Non solo famiglie, Bonus Sociale e innalzamento dell’ISEE a 15.000 euro. Il Decreto Bollette atteso in Cdm il 25 febbraio 2025 prevede anche interventi mirati per le imprese, colpite dall’aumento dei costi energetici.
Il rincaro dell’energia ha avuto un effetto domino sull’intera economia, contribuendo all’aumento dei prezzi e all’inflazione. Per questo motivo, il governo punta a introdurre misure per ridurre l’impatto dei costi energetici sulle aziende, nella speranza di contenere anche i prezzi al consumo.
Ma quali sono gli interventi che potrebbero risultare vincenti in questo senso?
Uno degli strumenti in discussione è la compensazione dei meccanismi ETS, ovvero la tassa europea sulle emissioni di CO2. Tale meccanismo obbliga le aziende a pagare per le emissioni prodotte, con un effetto indiretto sulle bollette dei cittadini. L’idea del governo è quella di destinare fondi per eliminare o ridurre l’impatto di questa tassa, abbassando così i costi energetici per le imprese e, di riflesso, per i consumatori.
Un’altra misura da valutare è la riduzione della differenza di prezzo tra il mercato del gas italiano (PSV) e quello di riferimento europeo (TTF, con sede ad Amsterdam). Attualmente, questa discrepanza fa sì che l’Italia paghi il gas più caro rispetto ad altri Paesi europei, con effetti negativi sulla competitività delle aziende e sulle bollette domestiche.
Eliminare questa disparità richiederebbe, anche in questo caso, un investimento considerevole, ma potrebbe portare benefici di lungo termine per l’intero sistema energetico italiano.
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