Martedì prossimo comincia la settimana della moda a Milano e OVS presenta la nuova collezione di Les Copains, storico marchio del made in Italy in sonno dal 2018. L’amministratore delegato Stefano Beraldo racconta come e perché ha aggiunto questo nuovo gioiello alla sua corona della moda democratica.
Come mai ha deciso di rilanciare Les Copains?
«Banalmente potrei dire che ormai OVS è così grande e vende così tanto che la mia missione è allargare il raggio d’azione. In realtà le cose sono un po’ più complesse. È come uno che vende qualsiasi tipo acqua perché l’acqua serve e quindi tutti la bevono. Nel mio caso però è importante continuare a migliorare la qualità di quello che faccio perché non è detto che se faccio cose brutte me le comprano lo stesso. E allora tanto vale alzare il più possibile l’asticella del miglioramento così migliora anche il gusto del pubblico. Non mi voglio sentire come una specie di educatore, sono solo uno che vuole poter usare quello che fa perché lo apprezza davvero e con me lo apprezzano i miei amici, parenti e conoscenti».
Insomma ha sognato un mondo a sua immagine e somiglianza?
«Ma no! Questa non è una ditta che può permettersi il lusso di scegliere i suoi clienti: deve essere scelta da tutti i clienti o, come minimo, da più clienti possibili. Quando abbiamo cominciato a fare cose di gusto e di qualità mi sono subito reso conto che il gusto di molti italiani è diverso dal mio, quindi è stato un lavoro lungo per cercare di offrire alla clientela delle alternative senza modificare la politica dei prezzi. È stato un esercizio di crescita anno dopo anno, con introduzione anche di persone soprattutto nel mondo donna che era quello dove noi soffrivamo di più. Il cambiamento è arrivato con Piombo come direttore creativo. Il suo stile può piacere o non piacere ma è molto speciale e in questa specialità si crea un punto di attenzione. Insomma quella roba lì acchiappa e gli altri non ce l’hanno».
Perché accanto a Piombo ora mettete Les Copains?
«Perché vogliamo arricchire ulteriormente la proposta che facciamo alle italiane, perché offriamo qualcosa che nasce con la volontà di essere un’alternativa allo stile di Piombo che è molto particolare, molto eclettico, oserei dire unico».
Lui come l’ha presa?
«Benissimo. Sa che così andiamo a rafforzare ulteriormente l’attenzione al mondo femminile con un’offerta dedicata e con una marca che ha una sua identità. Non è poco ma noi moda democratica, a basso costo e per tutti non vogliamo chiamare queste cose «private label» che a casa mia corrisponde a una robetta, qualcosa in cui non si crede più di tanto».
Il nome Les Copains viene da un programma musicale condotto da Françoise Hardy negli anni ’50, farete una collezione piena di righe alla francese?
«Non penso che questo marchio si sia limitato allo stilema delle righe mariniére, hanno usato anche le vignette di Forattini sui politici. Sono stati quindi capaci d’interpretare l’evoluzione del costume negli anni. Per cui noi non resteremo ancorati né alle righe né a Forattini: abbiamo creato un ufficio stile capitanato da Zoara Falcon che ha il compito di tradurre in moda il sentire femminile a cui riteniamo di associarci».
Lavora da sola o anche lei risponde a Piombo?
«Lui si occupa di tutto perché è il nostro direttore creativo però lei lavora da sola con il suo team e poi si consulta con lui. Vanno molto d’accordo perché Zoara è brava, molto veloce e reattiva: sa ascoltare i suggerimenti di tutti. Il suo primo incarico qui dentro è stato la linea B Angel che ha reinterpretato e fatto crescere moltissimo».
Avete fatto una campagna con Scott Shumann e preparato degli shop in shop nei vostri 150 negozi più importanti. Che tipo di prezzi avrà Les Copains?
«Come quelli di Piombo: 30-35% più alti di OVS però avranno materiali e qualità più alta della media. Quando dico che vendiamo un capotto fatto a mano a 180 euro mi guardano tutti esterrefatti.
Il prezzo finale dipende sempre dal modello di business che uno ha e dai moltiplicatori che applica. Nei negozi OVS passano 20 milioni di persone all’anno, il mio obbiettivo è riuscire a dare a tutti qualcosa che li renda felici anche solo per un attimo».
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