L’esposizione delle opere selezionate nella IV Edizione della Biennale dell’Incisione Italiana Carmelo Floris, è visitabile ancora e sino al 31 marzo nella suggestiva Casa Mesina-Cardia, nel centro storico di Olzai. Inaugurata il 19 ottobre, ha riservato a un vasto pubblico di artisti, critici e cultori, un secondo appuntamento con la presentazione, a dicembre, del ricco catalogo bilingue con la riproduzione delle opere esposte e rappresentative delle scuole e delle tecniche incisorie contemporanee. Dalla xilografia, all’acquaforte, alla punta secca, all’acqua tinta, tradizionali tecniche in cui eccellevano i grandi artisti sardi del ‘900, tra cui Carmelo Floris, sino alla “maniera nera” raffinatissima tecnica di derivazione orientale che sta progressivamente raccogliendo l’attenzione di giovani artisti sardi allievi delle Accademie.
L’evento, nato nel 2012 su impulso di Enrico Piras e curato, quest’anno, da Chiara Manca è andato via via crescendo per la qualità delle opere esposte e per la rappresentatività degli artisti partecipanti. Legittima quindi la soddisfazione della sindaca Maddalena Agus che si avvale della efficace collaborazione del Servizio amministrativo e della Casa Museo C. Floris di cui è responsabile Simonetta Guiso. Accanto alle opere della Biennale sono state allestite varie tele donate dai pittori partecipanti alle diverse edizioni della “Tre giorni di pittura” prevista all’interno della indimenticata “Sagra della Satira” che, a partire dal 1982, dichiarava l’intenzione di costituire una Pinacoteca C. Floris. Obiettivo poi concretizzatosi con l’acquisto da parte del Comune della casa natale del pittore. Il percorso artistico può essere infatti completato con la visita alla Casa Floris, dove è esposta una raccolta permanente delle opere pittoriche e incisorie del maestro di Olzai, recentemente arricchitosi con la donazione, da parte degli eredi, del ritratto firmato da Floris di don Giacomo Satta, fratello di Salvatore, l’autore del Giorno del giudizio.
Camminare per il paese nel silenzio di un giorno lavorativo, attraversando l’incredibile argine costruito, già cent’anni fa, in cantonetti di granito, da maestranze espertissime venute da oltre Tirreno, tra scorci bellissimi che si mostrano d’improvviso tra una via e un’altra, viene da pensare che già di per sé il paese è tutto un’incisione e non solo per le luci delle primavere immortalate dal Floris e dai suoi amici che frequentavano Olzai negli anni ‘50 del secolo scorso.
Una cifra particolare distingue la IV Edizione dalle precedenti: l’attenzione riservata agli Istituti di formazione. La manifestazione si è avvalsa della collaborazione dell’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi”, del Conservatorio di Musica “Luigi Canepa” e del Liceo artistico “Ciusa” di Nuoro. Lunga la collaborazione con il “Sironi” di Sassari. Affermati artisti oltreché docenti dell’Accademia, Giovanni Dettori, Giovanni Sanna e Davide Manca, non solo espongono in prima persona ma hanno contribuito a formare altri due giovani espositori, Alessandra Cossu e Angelo De Santis il quale ha proposto un’opera realizzata con la difficile tecnica della maniera nera. Da tempo collabora con la “Sironi” una straordinaria artista esperta di tale tecnica, Man Zhuang, che lo scorso anno ha lasciato la sua Shangai, per tenere specifici laboratori nella sede dell’Accademia turritana. La collaborazione col Conservatorio di Sassari è stata fortemente voluta dal suo presidente Ivano Iai, ribadita in un testo introduttivo al Catalogo e che non è voluto mancare alla presentazione di dicembre, assicurando un saggio di due allievi, il pianista Gianmichele Milia ed il chitarrista Nicolò Medinas. Il Liceo artistico “Ciusa”, già presente con due opere dell’insegnante, Marco Useli, per volere della dirigente scolastica Silvia Meloni garantirà la visita della Biennale olzaese a tutti gli alunni. Essi verranno preparati alla visita da una specifica conferenza di Chiara Gatti, direttrice del Man di Nuoro ma anche componente del Comitato scientifico della Biennale, insieme a Maria Luisa Frongia e Nicola Micieli.
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