Truffe digitali, le insidie arrivano anche dai social 

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I social media ci danno la possibilità di restare in contatto con i nostri amici e di condividere pezzi della nostra vita anche con chi è lontano, ma riversare la nostra vita privata online non è una buona idea. Proprio sui social si nascondono tantissime insidie e i truffatori li usano per cercare ed agganciare le loro vittime. 

Alle truffe del digitale è dedicato il video podcast Non cliccare qui, condotto da Massimiliano Dona e prodotto da Nexi e Will Media in collaborazione con Mastercard e con la partecipazione della Polizia di Stato.  

Il terzo episodio è dedicato alle truffe sui social media, dalle cosiddette truffe romantiche al furto dell’account WhatsApp, fino alle truffe a danno di chi cerca lavoro su Linkedin. 

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Ma quali sono le truffe più diffuse sui social? 

Quali sono le truffe più frequenti in cui possiamo incappare sui social media? 

Il furto dell’account WhatsApp  

Perché un truffatore dovrebbe rubarci l’account Whatsapp? Semplice: per avere accesso ai contatti salvati in rubrica e compiere frodi usando il nostro numero di telefono, ai danni di persone che ci conoscono e si fideranno facilmente. 

La vittima riceve un messaggio da un contatto conosciuto che gli chiede un codice che, dice, gli ha appena inviato per sbaglio. Cadendo nella trappola e inviando questo codice all’hacker gli diamo totale accesso al nostro account.   

Le truffe ai danni chi cerca lavoro sui social

Su Linkedin, social privilegiato per la ricerca di lavoro, esistono milioni di account fasulli: i truffatori si fingono reclutatori di aziende molto conosciute.

Può capitare che per candidarsi ai loro annunci si debba cliccare su un link per accedere ai dettagli dell’offerta di lavoro, che in realtà porta ad una pagina in cui viene richiesto di scaricare qualcosa o fornire dati personali.  Mail e numeri di telefono raccolte vengono rivenduti a terzi o usati per rubare l’identità della vittima

I truffatori riescono anche ad estorcere denaro, facendo credere alla vittima che ha superato la selezione e deve anticipare dei costi legati all’assunzione, come controlli anagrafici e di casellario giudiziale o per la formazione e le attrezzature. Naturalmente quei soldi non verranno mai resi come promesso e quel lavoro non esiste.   

Le truffe romantiche 

La truffa può iniziare con un like su un social network, una richiesta di amicizia o un “match” da un profilo falso: si entra in confidenza con la preda fino a conquistarne la fiducia con un corteggiamento serrato.

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È in quel momento, quando la vittima ha abbassato le difese, che l’impostore chiede un bonifico bancario con le motivazioni più varie: problemi di salute, economici, il pagamento del viaggio per raggiungere la vittima, l’acquisto di una casa in cui vivere insieme.

Può capitare che si passi direttamente al ricatto minacciando, per esempio, la diffusione di immagini o video intimi condivisi in chat. 

Come ci difendiamo dalle truffe che arrivano dai social? 

Per evitare che qualcuno possa entrare nei nostri profili ed usarli per compiere azioni fraudolente utilizzando la nostra identità o per rubarci dati sensibili, i nostri account social devono essere ben protetti. Ecco qualche consiglio per difendersi dalle truffe: 

  • Usare password complesse, di almeno 12 caratteri tra lettere maiuscole e minuscole, numeri e caratteri speciali. Password lunghe e complesse sono più difficile da violare. Non usare date di nascita o altre informazioni riconoscibili, né sequenze di numeri facilmente indovinabili. 
  • Usare l’autenticazione a due fattori, che oltre alla password, prevede un codice inviato al proprio telefono, una notifica o il riconoscimento facciale e l’impronta digitale per accedere ad un account o autorizzare un pagamento. 
  • Limitare la visibilità dei propri contenuti, controllando chi può vedere quello che condividiamo sui social.  
  • Non condividere sui social dati personali, indirizzi o numeri di telefono, elementi che i truffatori possono usare per fingere di conoscerci e carpire la nostra fiducia. 
  • Imparare a riconoscere un profilo falso: possiamo verificare sui motori di ricerca se chi ci sta contattando è stato già denunciato, se la foto è autentica, oppure controllare l’anzianità dell’account sui social.   
  • Diffidare da chi ci propone premi o vantaggi economici irrealistici. 

Non cliccare qui! Il podcast con Nexi e Will Media 

Come ci difendiamo dalle minacce online? Massimiliano Dona, presidente di UNC, nella serie di video podcast Non cliccare qui, realizzato con Nexi e Will Media in collaborazione con Mastercard e con la partecipazione della Polizia di Stato, ha intervistato 4 professionisti del mondo dell’informazione e dell’intrattenimento parlando di digitale, intelligenza artificiale, rischi di truffa e tanto altro.  

Nel terzo episodio, dedicato alle truffe sui social media, Massimiliano Dona intervista Marco Carrara, giornalista e conduttore Rai. 

Il podcast è su Spotify e sul canale YouTube di Nexi. 

Vuoi sapere come difenderti dalle truffe informatiche e come riconoscere le insidie che arrivano dai social? 

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Ascolta la terza puntata del video podcast Non cliccare qui, con Massimiliano Dona e Marco Carrara. 



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