Catania, il Piano regolatore del porto «è solo un’ode al cemento»

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Tecnici ed esperti dell’associazione Volerelaluna: «Non utili alla città i due ampliamenti, uno a Nord e uno a Sud»

L’associazione Volerelaluna interviene sul nuovo Piano regolatore portuale (Prp) approvato nel dicembre scorso dal Comitato di gestione dell’Autorità di sistema del mare di Sicilia orientale denunciandone anomalie, aspetti di illegittimità e, soprattutto, gli effetti dannosi per Catania, a partire da quelli di mera speculazione edilizia. Rilievi indicati nel documento di osservazioni alla Valutazione ambientale strategica (Vas) che Volerelaluna ha presentato al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Il piano regolatore del porto prevede due ampliamenti, uno a Nord, verso la stazione, per realizzare un porticciolo turistico, e uno a Sud, alla Plaja, dove dovrebbe essere costruita una nuova darsena. Ma è legittimo realizzarli? Ed è utile alla città? No, sostengono i tecnici e gli esperti di Volerelaluna. Il porticciolo cementificherebbe e devasterebbe le lave della scogliera di Larmisi, le più antiche di città, per ospitare 12 maxi-yacht di super ricchi che si spostano muniti di tutto e non porterebbero alcuna ricchezza alla città.

Il rendering di presentazione

Il rendering che lo presenta, inoltre, lascia credere che la banchina sia allo stesso livello della strada, il “Passiatore”, mentre ci sarebbe un dislivello di 10 metri. “Un falso in atto pubblico”. Pochi giorni addietro la società Todd’s ha rivendicato di avere presentato analogo progetto 15 anni fa e di avere tutte le autorizzazioni per realizzare nello stesso posto un porticciolo turistico privato. E minaccia azioni legali.Il Comune, dunque, ha fissato per il 14 marzo una conferenza dei servizi decisoria per una convenzione di 99 anni. Volerelaluna denuncia che il Consiglio comunale è stato tagliato fuori da questa decisione e che i pareri favorevoli, se ci sono, sono stati dati in violazione del piano regolatore di città e di quello del porto.E, comunque, il parere della Sovrintendenza decade dopo 5 anni, dunque, qualora ci fosse, sarebbe decaduto. Non solo. La legge prevede che le coste siano disciplinate da un piano di utilizzo del demanio marittimo e quello predisposto dal Comune nel 2021 non contiene la previsione di un porto turistico, dunque l’Autorità portuale non può prevederlo.

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Le contestazioni di Volerelaluna

Di qui la decisione di Volerelaluna di dare la propria documentazione al Consiglio comunale cui viene suggerito di autoconvocarsi per discutere della questione prima della conferenza dei servizi. Inoltre viene proposto al Comune di chiedere la concessione per l’utilizzo del demanio marittimo relativo alla costa lungo cui corrono gli 8 binari inutilizzati nel tratto in cui si vorrebbe realizzare il porto turistico, area che potrebbe diventare luogo di svago sul mare per i catanesi. Contestato, in quanto dannoso per l’ambiente e per il traffico, anche l’ampliamento a Sud, a partire da un’obiezione di fondo: la nuova darsena non serve perché il traffico merci e passeggeri non avrà gli enormi incrementi previsti e soprattutto perché, in un’ottica di sistema, andrebbe spostato del tutto sul porto di Augusta che ha spazi enormi inutilizzati.Le aree con funzione commerciale e di logistica sono 8 volte maggiori che a Catania e le aree retroportuali ammontano a 4.500.000 metri quadrati contro i 129.000 di Catania. Inoltre il porto di Augusta è ben collegato con l’autostrada e con la ferrovia. Spostare lì tutti o buona parte dei traghetti ro-ro, quelli che trasportano i rimorchi dei camion, eviterebbe il traffico e l’inquinamento nella zona della Plaja e renderebbe inutile la costruzione di un sottopasso al faro Biscari a cinque metri sotto il livello del mare, in una zona interessata dalle acque, anche meteoriche, e dunque ad alto rischio. Realizzare una nuova darsena a Sud implicherebbe anche un nuovo spostamento della foce dell’Acquicella, ma questo è vietato dalla legge, così come è stato illegittimo il primo spostamento che, tra l’altro, ha provocato un cedimento della darsena già realizzata anni addietro.

La cementificazione

Questa ulteriore cementificazione, inoltre, distruggerebbe l’habitat di uccelli e insetti e le dune embrionali, una fascia costiera oggi inserita nel piano di tutela 3, quello di immodificabilità assoluta. E non a caso questa previsione ha già avuto il parere contrario della sovrintendenza e del ministero dell’Ambiente. Un altro aspetto fortemente criticato è la previsione di nuova edificazione dentro il porto per ben 3.750.000 metri cubi, senza neppure specificare la tipologia degli edifici, alti fino a 24 metri e tra cui, probabilmente, si prevedono anche alberghi. È come se si costruisse dentro il porto una cittadina di 37.500 abitanti, come Caltagirone o Giarre. Un’enormità. Una previsione che, tra l’altro, va contro la legge regionale 19 del 2020 che dice che non bisogna più consumare suolo. E questo vale anche per l’Autorità portuale. Alla luce di tutto ciò Volerelaluna sostiene che la logica di questo piano regolatore del porto è anacronistica, «perché è un’ode al cemento in un periodo storico in cui si parla di riutilizzo dell’esistente”, e di “speculazione affaristica che, oggi, il territorio saturo, si fa sulle infrastrutture tanto più che questo consente di scavalcare il Consiglio comunale, dunque i cittadini». Aspetti che sono stati presentati da Franco Russo, Maurizio Palermo, Giuseppe Rannisi, Aurelio Cantone e Paolino Maniscalco di Volerelauna e cui hanno aggiunto le loro considerazioni, tra gli altri, anche Attilio Pavone, Gesualdo Campo e Marcello Failla. Temi complessi che saranno affrontati in un prossimo convegno. Intanto Sinistra italiana ha annunciato una nuova interrogazione al Parlamento per denunciare i profondi aspetti di illegittimità di questo atto.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA





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