La Toscana delle donne di Cristina Manetti

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Cosa mettere nel bagaglio della propria figlia perché sia pronta ad andare alla scoperta del mondo e ad attraversare ben equipaggiata vari territori emotivi sulle orme di donne tenaci e combattive che hanno aperto il cammino? Questa domanda anima A Penelope che prende la valigia (Giunti) il romanzo epistolare – che diventerà anche un reading teatrale – scritto da Cristina Manetti, Capo di Gabinetto della Regione Toscana, alla figlia 12enne e alle sue amiche. A guidarla, la sua sensibilità di madre e il suo percorso pubblico, in cui alla carica istituzionale si intrecciano la carriera di giornalista, la presidenza del museo Casa di Dante – prima donna a ricoprire questo ruolo – e soprattutto il successo di La Toscana delle donne: un progetto della Regione Toscana, da lei ideato, contro la violenza e le discriminazioni di genere, per promuovere i diritti, i meriti, i talenti delle donne in modo innovativo e con linguaggi meno convenzionali.

Cristina Manetti è l’ideatrice di La Toscana delle donne

«Un’iniziativa unica in Italia, che è all’attenzione dell’Unione europea come laboratorio di buone pratiche» racconta. A partire dal 2022, riunisce uomini e donne dell’arte, del cinema, della musica, del giornalismo, della scienza in un lavoro di informazione e formazione culturale cruciale per abbattere pregiudizi e promuovere la parità: da Giovanna Botteri a Monica Guerritore, a Stefania Sandrelli, da Kasia Smutniak ad Alessio Boni, a Dacia Maraini. Anche Oliviero Toscani partecipò alla prima edizione, dopo anni che non collaborava più con le istituzioni. L’anno scorso il progetto ha richiamato oltre 10.000 persone con una vasta proposta di eventi: teatro, incontri, dibattiti su temi che vanno dal contrasto alla violenza di genere al Codice rosa, dalla sanità di genere agli asili nido gratis, ai bandi per l’imprenditoria femminile.

Cristina Manetti: La Toscana delle donne è un impegno che dura tutto l’anno

Molto toccante è stata la mobilitazione al fianco delle donne iraniane, con l’appello per la liberazione del premio Nobel iraniana Narges Mohammadi, lanciato il 25 novembre insieme a un’altra donna insignita col Nobel, l’avvocata ucraina Oleksandra Matviichuk. «La libertà di ogni donna è la libertà di tutte, la violenza verso una di loro colpisce ciascuna, ovunque essa si trovi» ricorda Cristina Manetti. E precisa: «Novembre è il clou della manifestazione, ma noi lavoriamo tutto l’anno per aiutare le donne a essere protagoniste della società e per valorizzare i loro talenti. Lo facciamo spiegando le opportunità che la Toscana offre loro, ma anche raccontando storie belle, perché sono sempre una fonte di ispirazione».

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23 parole preziose per mia figlia

A Penelope che prende la valigia (Giunti) è il libro scritto da Crisgtina Manetti per la figlia

È fonte di ispirazione anche il suo libro appena uscito. Lei scrive a sua figlia in partenza verso la vita adulta. Ma anche la genitorialità è un viaggio.

«Certo. Ti fa affrontare tante situazioni che non avresti mai pensato di incontrare. È un viaggio impegnativo e straordinario. Uno dei rischi che corriamo è quello di istruire i nostri figli, riempirli di nozioni ma di educarli poco. Educare, dal latino “educere”, significa tirare fuori da dentro: dovremmo far sì che i nostri figli capiscano e sappiano gestire le emozioni».

Cristina Manetti mette in valigia le parole utili per affrontare la vita

Nel libro-valigia inserisce tante parole preziose, strumenti per affrontare le sfide della vita: da gentilezza a libertà, da allegria a immaginazione. E anche compassione. Perché?

«Perché ci rende più empatici. Quando si parte in viaggio si possono incontrare tante persone diverse. Mettersi nei loro panni ci aiuta a crescere e a non giudicare l’altro. Ci spinge a trarne insegnamento e ricchezza».

Ci può spiegare un’altra parola tutt’altro che scontata: speranza?

«Stavo per lasciarla fuori dal libro perché mi pareva un atteggiamento remissivo. Poi però mi sono ricordata delle formelle di Andrea Pisano al Battistero di Firenze: quella che rappresenta la speranza è una donna alata nell’atto di spiccare il volo, con le gambe che radunano le forze e le braccia protese verso l’altro. La speranza è questa tensione, l’attimo nel presente, non l’attesa del futuro».

La Toscana delle donne e il libro parlano di diritti delle donne

Cita tante donne: da Audrey Hepburn ad Amelia Earhart, alle afghane. Ma anche uomini: da Sant’Agostino a Mark Twain, a David Lumera. Avrebbe fatto lo stesso tipo di libro per un figlio maschio?

«Avrei voluto provare l’esperienza di essere anche la madre di un maschio, ma ho solo una femmina. Penso però che avrei scritto il libro nello stesso modo, perché in ogni caso la nostra speranza di genitori nei confronti dei figli è che facciano il loro percorso di crescita e che riescano a gestire bene le emozioni. Non dimentichiamo, poi, che parlare di diritti femminili significa parlare di diritti umani. Il libro andrebbe letto anche dai maschi, perché è un modo per vestire i panni delle donne».

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Nel libro spariglia le carte della mitologia perché è Ulisse, l’eroe-maschio-esploratore, a stare a casa, mentre Penelope parte.

«Chi ha detto che gli uomini non amino cucinare, occuparsi dei figli? Perché, se a loro piace, non dovrebbero farlo? Non devono per questo motivo sentirsi giudicati: anche gli uomini sono vittime di stereotipi che li imprigionano in certi ruoli».

Cristina Manetti: spero che il progetto La Toscana delle donne possa proseguire

Un’altra delle parole che consegna a sua figlia è futuro. Che cosa si augura per il suo e per quello di Penelope?

«Mi auguro che il progetto La Toscana delle donne possa proseguire, a prescindere che ci sia io o no. Siamo tutti di passaggio, dobbiamo essere consapevoli di questo, altrimenti facciamo l’errore, quando ci troviamo a ricoprire un certo ruolo, che tutto dipenda da noi. Invece, se le cose possono andare avanti anche senza di noi, significa che sono davvero qualcosa di bello e potente. Io sono certa che la Toscana continuerà questo percorso perché è nel suo Dna: è vocata al rispetto dei diritti umani, tanto che è stata la prima al mondo ad abolire la pena di morte. Per mia figlia, come per tutte le figlie, il mio augurio è che siano ragazzine tenaci, che possano intraprendere percorsi di crescita che le portino il più vicino possibile a quanto desiderano, che quando ci saranno inciampi riescano a superarli e che creino una solida rete di rapporti umani, perché nella vita vengono prima di tutto».

Il libro scritto da Cristina Manetti diventa un reading a teatro

A Penelope che prende la valigia di Cristina Manetti, Giunti, viene presentato, con la partecipazione straordinaria di Nancy Brilli, il 24 febbraio alle 18.30 al Giunti Odeon a Firenze. Con l’autrice converserà la direttrice di Donna Moderna Maria Elena Viola. Dal libro è tratto il reading con Nancy Brilly prodotto dalla Mismaonda, adattamento di Francesco Niccoli, musica di Dimitri Espinoza Grechi, . Ecco le prime date, a ingresso libero: il 12 marzo a Pontedera, il 27 a Firenze, il 28 a Bologna, info su mismaonda.eu.





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