VAIA, la startup in aiuto delle foreste colpite dal bostrico

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La startup VAIA, nata in seguito all’omonima tempesta del 2018, si concentra ora sul ridare vita ai boschi infestati dal bostrico questo coleottero che sta colpendo soprattutto le regioni di Veneto, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto-Adige.

Le foreste sia italiane che europee sono colpite in modo esponenziale dai danni derivanti dai disastri naturali, incendi e siccità su tutti, che affliggono sempre più frequentemente in modo catastrofico il Pianeta.

Negli ultimi anni, a queste problematiche si è aggiunto il bostrico tipografo, un insetto che, favorito dai cambiamenti climatici e dall’indebolimento degli ecosistemi forestali, sta devastando migliaia di ettari di boschi in tutto il mondo.

Questo insetto appartenente alla famiglia dei coleotteri, sviluppatosi perlopiù nelle aree settentrionali del globo, attacca principalmente gli abeti rossi, scavando gallerie sotto la corteccia e compromettendone la vitalità fino alla morte dell’albero.

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Il climate change, l’impatto sulle foreste

L’impatto del climate change non si limita però alla perdita degli alberi ma influisce anche sulla biodiversità quando questi non riescono a ricrescere, danneggiando le comunità locali, molte delle quali dipendono economicamente dal settore forestale e turistico e incidendo sulla percezione e sull’attrattività del territorio.

Le tempeste hanno difatti creato le condizioni favorevoli alla proliferazione del bostrico che dal 2019 al 2023 ha attaccato circa 34.000 ettari di foreste italiane, distruggendo circa sette milioni di metri cubi di legname.

Per quanto riguarda il territorio italiano, il Trentino è stato tra le aree più colpite, soprattutto dopo la tempesta Vaia del 2018 che ha abbattuto oltre 42 milioni di alberi nel Nord-Est del Paese.

Ma ci sono anche altre regioni italiane colpite come il Veneto, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia.

VAIA, l’impegno tra rigenerazione del territorio, innovazione e artigianato locale

In questo scenario sono diverse le realtà che sono intervenute attivamente per arginare i danni e avviare processi concreti di rinascita e rigenerazione.

Tra queste c’è la BCorp trentina VAIA – nata in seguito all’omonima tempesta del 2018 che ha interessato tutto il Triveneto, da un team di tre giovani imprenditori, Federico Stefani, Paolo Milan e Giuseppe Addamo – che risponde quotidianamente ai danni causati dai disastri ambientali attraverso un approccio che unisce artigianato locale, design sostenibile e innovazione.

Ma VAIA come svolge il suo impegno? Prima mossa è la piantumazione di un albero nelle zone colpite e in seguito per rispondere all’emergenza del bostrico il progetto prosegue con la promozione di un modello di economia circolare realizzando prodotti di design in cui la tecnologia si fonde con l’artigianalità e la singolarità dei materiali.

La BCorp VAIA ha difatti dato vita alla nuova linea VAIA People composta da tre stazioni di ricarica per smartphone, auricolari e Apple Watch realizzata con il lego colpito da bostrico.

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Queste tre sculture di 23, 18 e 13 cm, in legno di abete, si intersecano con la tecnologia e sono progettate per la ricarica di smartphone, cuffie wireless e Apple watch.

il progetto, oltre a dare una seconda vita al materiale danneggiato, ha un forte impatto ambientale: per ogni prodotto venduto, VAIA pianta un nuovo albero nelle aree colpite, contribuendo così al ripristino degli ecosistemi boschivi.

Il genio creativo italiano per dar vita a un modello replicabile sui grandi numeri

“Negli ultimi anni in Europa stiamo affrontando crisi climatiche senza precedenti. Sebbene le azioni che devono essere messe in atto per rispondere a questa emergenza richiedano forze e mezzi superiori a quelli di cui disponiamo, crediamo che ogni contributo sia fondamentale. La nostra realtà, partita come startup locale – afferma Federico Stefani, co-founder & CEO di VAIA sta crescendo su scala internazionale con l’obiettivo di offrire non solo un esempio di business positivo, ma anche una dimostrazione concreta di come l’impegno quotidiano, la partecipazione attiva della comunità e il genio creativo italiano possano dar vita a un modello replicabile sui grandi numeri. Ora più che mai, non dobbiamo solo metterci al servizio della natura, ma instaurare con essa un rapporto di autentica collaborazione”.





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