Manifestazione di protesta sul lungomare:«Occorrono fondi, non briciole»
Difficile essere precisi, ma erano in centinaia gli abitanti di Pozzuoli partiti dalla fine del lungomare Sandro Pertini per manifestare contro quelli che considerano interventi insufficienti da parte del governo per contrastare i rischi del bradisismo. «Non ci bastano le briciole! Fondi per la messa in sicurezza delle abitazioni», si legge sui cartelli sollevati dalle prime file del corteo. E ancora: «Non bisogna contare i morti ma prevenirli». Uno slogan che appare palesemente una risposta a quanto detto dal capo Dipartimento della Protezione civile, Fabio Ciciliano, durante l’incontro con la cittadinanza lo scorso martedì. «Con una scossa di quinto grado cadono i palazzi e conto i morti. Funziona così», aveva detto Ciciliano.
La contestazione dei comitati di cittadini
Il corteo, organizzato da due comitati cittadini, Pozzuoli Sicura e Comitato Emergenza Campi Flegrei, è arrivato fino a piazza della Repubblica, attirando verso di sé anche passanti intenti solo a godersi una passeggiata mattutina. «Verifiche subito, casa per casa!», è quello che chiedono i cittadini alle istituzioni. «Bisogna far controllare gli edifici, non con una semplice ricognizione a vista – commentano i manifestanti -. Bisogna andare verso l’interno e trovare sistemazioni per le persone. Molti sono stremati e non ce la fanno più». A prendere la parola durante la protesta sono cittadini che temono per la loro sicurezza, che non si fidano più delle istituzioni e che ritengono inadeguate le azioni messe fino ad ora in campo sia a livello locale che a livello nazionale. Disinteressati per ora agli interventi sulle grandi opere, chiedono una gestione del bradisismo che abbia come priorità la sicurezza dei cittadini. «Io abito nel rione Solfatara – racconta una delle contestatrici – abbiamo paura perché non ci sentiamo tutelati. Alcuni dei nostri edifici sono solo stati controllati ad occhio. Mentre altri no. Come facciamo a sapere se siamo in sicurezza?». La portavoce del Comitato Emergenza Campi Flegrei, Laura Iovinelli, denuncia: «Non dovete ridurre tutto ad un problema psicologico. Il punto è che noi non vogliamo contare i morti, vogliamo prevenirli e per fare questo dovete mettere in sicurezza gli edifici». E aggiunge: «I genitori hanno bisogno non solo di sapere che gli istituti scolastici sono mediamente sicuri. Devono dirci che sono antisismici!». Tra gli animatori della protesta anche chi ha già ricevuto un’ordinanza di sgombero e che è fuori casa da maggi0 scorso. «Siamo stati sgomberati dopo i danni provocati dopo la scossa di 4.4 – racconta Carlo -. Ora paghiamo un fitto di 800 euro al mese e da due mesi non riceviamo i contributi per l’autonoma sistemazione. Abbiamo paura che non ci venga riconosciuto il contributo per la riqualificazione sismica del nostro appartamento per un eccessiva vulnerabilità dell’intero fabbricato».
Il timore di chi risiede in fabbricati con abusi edilizi
Un timore che riguarda anche coloro che vivono in fabbricati con abusi edilizi. «Ci sono palazzi che hanno piccoli abusi, se anche vorremmo sanarli o rimuoverli sarebbe possibile con un’ordinanza di sgombero? – chiede una delle residenti sgomberate -. Senza i contributi dello Stato non saremmo in grado di riqualificare interi condomini».
Sul tema si è pronunciato l’assessore all’urbanistica, presente anche lui alla manifestazione, Giacomo Bandiera: «Ci siamo presi tempo fino al 17 giugno per valutare le varie situazioni. Sul tema degli abusi ci confronteremo in settimana con le autorità sovraordinate per capire come risolvere la situazione».
Il vulcanologo: popolazione senza alcuna tutela
Presente anche il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo. «I cittadini hanno ragione di temere per la loro sicurezza – commenta -. I nodi ora stanno venendo al pettine. La particolarità delle scosse dei Campi Flegrei è che anche se di magnitudo apparentemente modesta, possono creare gravi danni in superficie come si è visto il 20 maggio del 2024, perché l’energia viene concentrata tutta in un’area ristretta». E sui danni provocati da una possibile scossa di magnitudo 5 spiega: «Una scossa di magnitudo 5.2 potrebbe avere un’intensità macrosismica tra il nono ed il decimo grado Mercalli, e la popolazione attualmente non ha alcuna tutela contro un evento di questo tipo. Secondo me c’è stato un fallimento della comunità scientifica – conclude Mastrolorenzo – che ha dato l’idea che si avessero grandi potenzialità, che il monitoraggio potesse servire per prevedere gli eventi. Ma un monitoraggio senza soglie non è un sistema di previsione. Il fenomeno potrebbe continuare così per anni o peggiorare rapidamente».
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