Esposito (CCE Italia): “Spese legali per fotovoltaico 15.000 €/MW, incentivi non servono”

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 


Le lunghezze burocratiche fanno lievitare le spese legali per il fotovoltaico fino a 15.000 €/MW. “Le spese legali diventano più importanti rispetto a quelle di ingegneria e tecnica”, spiega Sandro Esposito, Managing Director di CCE Italia

La lentezza della macchina burocratica che allunga a dismisura i tempi di attesa per le autorizzazioni per gli impianti fotovoltaici ha una conseguenza spesso dimenticata: l’aumento delle spese legali. “Il costo legale per autorizzare un impianto fotovoltaico ammonta oggi a circa 10-15.000 euro per MW. Questo significa che, se prendiamo ad esempio un progetto da 10 megawatt, i costi legali ammonteranno al 10% del valore progettuale. In altre parole, le spese legali diventano più importanti rispetto a quelle di ingegneria e tecnica”, spiega Sandro Esposito, Managing Director di CCE Italia, aziende che sviluppa e realizza impianti PV utility scale in Italia. “Mi piacerebbe che ricordassimo che l’obiettivo di tutti i soggetti dovrebbe essere autorizzare un intervento. Invece, oggi si discute ancora sul fatto di farlo o non farlo. Un approccio che è completamente sbagliato, perché anche la normativa nazionale stessa prevede che si possa realizzare un impianto anche su un’area non idonea, a patto che vengano fatti interventi di mitigazione dell’impatto. La ragione è che la priorità assoluta è assicurare il fabbisogno energetico nazionale. Oggi siamo indietro e continuiamo ancora a pagare bollette molto alte proprio perché il processo in questa direzione fino ad oggi è stato molto lento. In Europa siamo il Paese che paga di più l’energia come utenza finale. Alcuni addirittura dicono che è colpa delle rinnovabili se paghiamo prezzi alti, un paradosso assoluto. La ragione, invece, è che le regole di ingaggio non sono state cambiate affinché qualcuno potesse continuare a guadagnare grandi somme di denaro dalla vendita di energia”, sottolinea Esposito.

Qual è la soluzione per ridurre le bollette e valorizzare i benefici di fotovoltaico ed eolico?

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

L’unica soluzione per far percepire la bontà delle rinnovabili è il disaccoppiamento del prezzo del gas da quello dell’elettricità. Perché non viene fatto? Perché ci sono interessi dietro: tutti vogliono vendere l’energia a costo alto perché così a guadagnare sono i soliti noti. Il Governo continua a predisporre incentivi, ma per tecnologie mature come il fotovoltaico in configurazione utility scale questi sistemi non servono più, perché i business plan stanno in piedi senza, e, anzi, gli incentivi provocano una distorsione del mercato. Oggi la strategia deve concentrarsi sulla riduzione dei costi dell’energia.

Oggi il problema, semmai, riguarda il processo autorizzativo per un impianto fotovoltaico. Quanto dura oggi in media?

Il processo autorizzativo oggi dura fra i quattro e cinque anni, se tutto fila in maniera perfetta. Altrimenti, i tempi si allungano ulteriormente. Negli ultimi sei anni c’è stata una vera e propria rivoluzione dal punto di vista normativo, che ha portato una grossa mole di norme e normette a sovrapporsi e intersecarsi. Noi, come tante altre aziende, ci siamo allora resi conto che non era più sufficiente avere un know-how tecnico e amministrativo per autorizzare un progetto, ma dovevamo dotarci di un team legale. Uno dei problemi principali riguarda l’interpretabilità di tutte le norme che si sono andate via via a inserire nel quadro esistente, con il duplice effetto di, da una parte, ampliare le opportunità per gli sviluppatori, ma dall’altra di creare grande confusione”.

“Uno dei problemi è che spesso gli enti pubblici non sono consapevoli di tutte le sfaccettature giuridiche generate dal quadro normativo, tanto che spesso esprimono dei dinieghi che i proponenti poi impugnano, vincendo e a volte persino ottenendo che la sentenza modifichi la norma in essere. Negli ultimi cinque anni questo è avvenuto continuamente, tanto che penso che, di tutte le sentenze sul tavolo del Consiglio di Stato, almeno il 5% siano riconducibili al settore delle rinnovabili. Fino a sei anni fa i costi legali erano stimati intorno a circa 25.000 euro a progetto, a prescindere dalla dimensione dello stesso. Oggi, invece, questi costi sono lievitati a causa della necessità di creare un team legale interno alla società, che in passato non era necessario nel nostro settore, oltre che continuare ad affidarsi a consulenti legali esterni. Il nostro team legale interno è formato da tre persone e per l’80% dei progetti autorizzati è stato necessario il loro intervento per far valere i nostri diritti con una diffida o un ricorso al TAR contro l’inerzia della Pubblica Amministrazione. Infatti, spesso la PA non risponde entro i giorni previsti dalla normativa. Un altro problema è che spesso i pareri degli organi competenti vengono rilasciati senza cognizione di causa. Il risultato di tutto questo è che oggi le spese legali impattano in maniera importante sul computo finale, poiché, in una realtà come la nostra, implicano un costo di circa 150.000 euro all’anno solo per il personale interno, a cui si sommano le spese legali esterne.”

Quali danni provoca questa situazione?

Il primo effetto diretto è l’aumento dei costi legali. Il costo totale per presentare ricorso al TAR è di circa 20.000 euro. Come se non bastasse, la durata processuale spesso provoca un aumento dei costi gestionali del progetto, poiché, ad esempio, nel frattempo i contratti preliminari sui terreni sono scaduti. Nessun governo negli ultimi anni ha perseguito una politica energetica coerente a lungo termine. Le rinnovabili non fanno eccezione: tutti sono favorevoli, ma nessuno fa qualcosa di proattivo per accelerare i processi autorizzativi, anzi si tende a rallentare. Spesso le amministrazioni chiedono integrazioni che non hanno nessun senso, ma prorogano la scadenza della procedura di altri sessanta giorni.

Quali soluzioni si potrebbero trovare?

Oggi abbiamo delle regole molto chiare che stabiliscono se i progetti si possono realizzare o no. È fondamentale togliere l’elemento soggettivo dai processi autorizzativi, lasciando solamente la valutazione dei criteri previsti dalla norma. Le nuove tecnologie, prima fra tutti l’Intelligenza Artificiale, potrebbero dare una vera accelerazione a queste procedure, ad esempio automatizzando la gestione delle procedure. Oggi, però, in alcune regioni siamo ancora alla fase in cui si utilizzano le chiavette usb per trasmettere la documentazione. Inoltre, oggi lo Stato non è pronto, in termini di manpower, a gestire tutto quello che la transizione ecologica prevede. Basti pensare che al Mase, trascorsi più di due anni dal 2022, cioè dal passaggio della competenza al MASE per la VIA sugli impianti maggiori di 20 MW, ancora non sono riusciti a strutturarsi internamente.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Come risolvere?

L’Intelligenza Artificiale assicurerebbe decisioni basate su parametri oggettivi esatti, dopo essere stata istruita appositamente per valutare i progetti, ad esempio assegnando loro un punteggio. Questo permetterebbe di evitare qualsiasi elemento di soggettività ed eliminerebbe tutti i dubbi sulla regolarità di una procedura, perché sarebbe automatizzata. Gli altri soggetti coinvolti dovrebbero intervenire solo in un secondo momento, per indicare eventuali aggiustamenti progettuali, nell’ottica di una sinergia tra il proponente e tutti i portatori di interesse. Ad onor del vero, dalla nostra esperienza abbiamo sperimentato che oggi confusione e poca trasparenza sono ovunque. In Francia l’impianto viene autorizzato senza sapere se hai un punto di connessione alla rete. Il problema è che l’Unione Europea ha fissato alcune linee guida ma non ha imposto norme che tutti i Paesi devono seguire.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link