Aziende in crisi, gli ultimi sviluppi su Coin, Beko, Berco e STMicroelectronics

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Ci sono le crisi aziendali che hanno coinvolto importanti realtà come Coin, Beko, Berco e STMicroelectronics a catalizzare l’attenzione. Queste situazioni hanno portato a licenziamenti, chiusure di stabilimenti, scioperi e interventi governativi. Facciamo il punto:

  • Coin, chiusure di punti vendita e licenziamenti
  • Sconto crediti fiscali

    Finanziamenti e contributi

     

  • Beko, chiusura dello stabilimento di Siena e investimenti futuri
  • Berco, licenziamenti, scioperi e interventi istituzionali
  • STMicroelectronics, cassa integrazione e ristrutturazione

Coin, chiusure di punti vendita e licenziamenti

Nel dicembre 2024, la catena di grandi magazzini Coin ha annunciato la chiusura di sette punti vendita in Italia, decisione che ha comportato il licenziamento di 92 dipendenti. Questa mossa è parte di un piano di ristrutturazione aziendale per fronteggiare le sfide del mercato retail, caratterizzato da una crescente competizione e da un cambiamento nelle abitudini di consumo dei clienti.

Nonostante l’impegno dell’azienda in un piano di rilancio e l’adozione di misure per supportare i dipendenti coinvolti, la chiusura dei negozi ha suscitato preoccupazione tra i lavoratori e le organizzazioni sindacali.

Beko, chiusura dello stabilimento di Siena e investimenti futuri

A gennaio 2025, Beko, azienda specializzata nella produzione di elettrodomestici, ha confermato la chiusura dello stabilimento di Siena, una decisione che ha portato al licenziamento del 44% della forza lavoro italiana dell’azienda. Nonostante l’annuncio di un investimento di 300 milioni di euro per potenziare gli altri due impianti presenti nel Paese, la chiusura dello stabilimento senese ha sollevato critiche e preoccupazioni in considerazione dell’impatto occupazionale e delle ripercussioni sull’economia locale.

Berco, licenziamenti, scioperi e interventi istituzionali

Berco, storica azienda emiliana specializzata nella produzione di componenti per macchine movimento terra, ha attraversato una fase critica a partire dalla fine del 2024. Dopo aver annunciato l’intenzione di ridurre l’organico di 480 unità e di disdire il contratto integrativo aziendale, l’azienda ha avviato una procedura di licenziamento collettivo per 247 dipendenti nel febbraio 2025, a seguito di un numero insufficiente di adesioni all’esodo volontario. Queste decisioni hanno scatenato una serie di scioperi e proteste da parte dei lavoratori, culminate in presidi davanti agli stabilimenti di Copparo (Ferrara) e Castelfranco Veneto (Treviso).

Le istituzioni locali, tra cui la Regione Emilia-Romagna, hanno richiesto l’intervento del Ministero delle Imprese e del Made in Italy per coinvolgere la proprietà, la multinazionale tedesca ThyssenKrupp, al fine di chiarire le prospettive industriali e tutelare l’occupazione.

STMicroelectronics, cassa integrazione e ristrutturazione

Nel febbraio 2025, la STMicroelectronics, multinazionale italo-francese leader nel settore dei semiconduttori, ha annunciato l’avvio di una procedura di cassa integrazione ordinaria per 2.500 dipendenti presso lo stabilimento di Catania, che conta un totale di 5.400 lavoratori. Questa misura è stata adottata in risposta a una crisi congiunturale che ha colpito l’azienda, con una riduzione della domanda nei settori industriale e automobilistico, specialmente in Europa. L’azienda ha confermato gli investimenti previsti per il nuovo impianto dedicato alla produzione di wafer in carburo di silicio, con un finanziamento di 5 miliardi di euro.

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In parallelo sono emerse notizie riguardanti un piano di ristrutturazione che potrebbe portare al taglio di 2.000-3.000 posti di lavoro tra Francia e Italia, equivalenti al 6% della forza lavoro globale dell’azienda. Questo piano, parte di un programma di riduzione dei costi da 300 milioni di dollari, prevede la riallocazione della produzione da impianti più datati a strutture avanzate situate a Crolles (Francia) e Agrate (Italia).

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