L’idea di studiare le popolazioni ultracentenarie che vivono in salute arriva da Michel Poulain, pioniere delle Blue Zones. Tutto ebbe inizio nel 1999, a Montpellier, quando un team di ricercatori di Sassari osserv� che, nelle montagne della Sardegna, le persone sembravano vivere pi� a lungo. Tra lo scetticismo generale, fu lui l’unico a offrirsi per verificare. Armato di una penna blu, inizi� a segnare sulla mappa le aree con la maggiore concentrazione di centenari, dando cos� vita al termine Blue Zones. Che cosa sono queste zone lo abbiamo chiesto ad Annamaria Acquaviva, dietista e nutrizionista, profonda conoscitrice di Monsieur Poulain.
Dottoressa quali sono le Blue Zones del mondo?
�Sul nostro Pianeta esistono cinque zone blu: la prima, vicino a noi, � la Barbagia. Questa regione montuosa situata nell’entroterra sardo vanta la pi� elevata densit� di uomini centenari a livello globale. Poi c’� Ikaria, isola greca dell’Egeo che si distingue per avere tra i pi� bassi tassi di mortalit� nella popolazione di mezza et� e un’incidenza di demenza estremamente ridotta. Nella Penisola di Nicoya, in Costa Rica, si registrano livelli pi� bassi di mortalit� nella mezza et� a livello globale e la seconda maggiore concentrazione di uomini centenari. Curioso il caso degli Avventisti del Settimo Giorno, a Loma Linda (California): gli appartenenti a questo gruppo religioso vivono mediamente dieci anni in pi� rispetto alla media nordamericana. Infine c’� Okinawa, in Giappone: l� le donne ultrasettantenni rappresentano la popolazione femminile pi� longeva del pianeta�.
Quali caratteristiche accomunano queste Blue Zones?
�Uno studio pubblicato sull’American Journal of Lifestyle Medicine ha identificato nove denominatori comuni tra le popolazioni longeve delle Blue Zones, noti come “Power 9”. Primo tra tutti � il movimento naturale. Le persone pi� longeve non frequentano palestre n� seguono programmi di allenamento intensivi, ma vivono in ambienti che le incoraggiano a muoversi spontaneamente. In Barbagia, i pastori camminano per chilometri ogni giorno tra le colline. A Okinawa il giardinaggio � parte della vita quotidiana. A Ikaria la conformazione del territorio montuoso impone camminate frequenti. L’attivit� fisica non � un dovere, ma una necessit� che si integra armoniosamente nella routine. Secondo tra i “Power 9” � lo scopo nella vita. Nell’isola di Okinawa lo chiamano “Ikigai”, mentre in Nicoya � il “Plan de Vida”: avere un motivo per alzarsi la mattina � uno dei segreti della longevit�. Che sia la cura degli ulivi, il passare il sapere ai pi� giovani o semplicemente l’essere parte attiva della comunit�, ogni popolazione delle Blue Zones ha una forte motivazione esistenziale�.
Quanto contano in tutto questo alimentazione e stress?
�Molto. La riduzione dello stress, terzo dei “Power 9” ha un grande impatto sulla longevit�. Gli abitanti di Ikaria sono noti per il loro approccio rilassato alla vita e per la capacit� di prendersi il tempo necessario per ogni cosa. In Sardegna, la convivialit� e il senso della comunit� aiutano a gestire la frenesia del quotidiano. Gli Avventisti del Settimo Giorno di Loma Linda, invece, praticano il riposo settimanale dedicando il sabato alla meditazione e alla preghiera. Circa l’alimentazione, nelle Blue Zones � comune la pratica di smettere di mangiare quando si � sazi all’80 per cento. A Okinawa questo principio � noto come hara hachi bu, un’abitudine che aiuta a evitare eccessi e a mantenere il peso forma senza sforzi o regimi restrittivi�.
Esiste una indicazione alimentare tra i �Power 9�?
�S�. I grandi longevi hanno una dieta a prevalenza vegetale: cereali integrali, legumi, verdure e frutta costituiscono la base dell’alimentazione in tutte le Blue Zones. In Barbagia si consumano ceci, fave e pane di grano duro; a Ikaria crescono verdure selvatiche ricche di polifenoli; a Nicoya la dieta � ricca di mais e fagioli; mentre gli Avventisti di Loma Linda seguono una dieta vegetariana quasi esclusiva. Al sesto posto dei “Power 9” c’� poi il vino il cui consumo deve essere comunque limitato. In Sardegna e a Ikaria il vino rosso fa parte della quotidianit�, si tratta di un piacere conviviale che viene consumato con moderazione e in compagnia durante i pasti�.
Gli altri �Power 9�?
�La spiritualit� � un elemento chiave in molte Blue Zones. Gli Avventisti di Loma Linda partecipano regolarmente a funzioni religiose; gli anziani di Nicoya trovano conforto nella loro visione spirituale; in Sardegna la vita di paese e la tradizione cattolica giocano un ruolo importante nella coesione sociale. Poi c’� la famiglia che in tutte le Blue Zones � il centro della vita. Gli anziani vivono spesso con i figli e i nipoti, ricevono cure e attenzione e restano membri attivi della comunit�, evitando il rischio di isolamento che spesso colpisce le societ� moderne. Infine, il sostegno sociale: l’appartenenza a cerchie sociali positive, che incentivano comportamenti sani, � un tratto distintivo. A Okinawa esistono i moai, gruppi di amici che si sostengono per tutta la vita, mentre in Nicoya il forte senso di appartenenza alla comunit� aiuta a mantenere il benessere psicofisico�.
Il segreto della longevit� sta, dunque, in un insieme di abitudini, esatto?
�Abitudini routinarie e quotidiane che, all’interno dello stile di vita, si svolgono con spontaneit�, naturalezza e buonumore. Aggiungo che anche l’allegria e l’autoironia sono tipiche degli abitanti delle Blue Zones. Una centenaria sarda, “zia Giulia Pisanu”, scherzando sul segreto della sua longevit�, spiegava che il suo trucco era “non aver mai avuto fretta di arrivare da nessuna parte”. E se si vive fino a 100 anni con il sorriso, vale davvero la pena di prendere appunti�.
Entriamo nel dettaglio delle abitudini alimentari: in che modo influenzano la longevit�?
�Le diete delle Blue Zones sono prevalentemente vegetali: i legumi rappresentano la principale fonte di proteine, mentre le proteine animali sono consumate con moderazione. Tra i grassi prevalgono quelli sani, come l’olio di oliva e i derivati dalla frutta secca, fondamentali per la salute cardiovascolare. La restrizione calorica moderata � tra gli elementi chiave: nell’isola di Okinawa, come accennato, si pratica l’hara hachi bu, il principio di fermarsi quando si � sazi all’80 per cento. Questa abitudine attiva meccanismi cellulari anti-invecchiamento, tra cui sirtuine e AMPK, regolatori metabolici che migliorano la riparazione cellulare, la resistenza allo stress ossidativo e la produzione di energia. Da ultimo, le abitudini delle Blue Zones sono assimilabili alla dieta mediterranea. Praticata correttamente, la dieta mediterranea ha dimostrato di ridurre fino al 30 per cento il rischio di malattie cardiovascolari e neurodegenerative�.
Da quanto dice sembrerebbe che le diete rigide non servano.
�Esatto. La longevit� non si riduce a una lista di alimenti. Mangiare deve essere un piacere e parte integrante della cultura. Le diete restrittive non sono mai vincenti. Occorre piuttosto affidarsi con costanza a un’alimentazione sostenibile, in armonia con il proprio stile di vita, da scegliere senza privazioni estreme. Questo � anche l’approccio che propongo ai miei pazienti: lavoriamo sulle abitudini, troviamo il giusto equilibrio e trasformiamo l’alimentazione in uno stile di vita che porti benessere e longevit�, senza rinunce forzate. Dopotutto, se le Blue Zones esistono in luoghi cos� diversi, perch� non crearne una nella nostra cucina?�.
Quanto conta la genetica nella nostra prospettiva di longevit�?
�Molto meno di quanto si pensi. Il Danish Twin Study, condotto su 2.872 coppie di gemelli con lo stesso DNA, ha dimostrato che solo il 20-25 per cento della durata della vita � scritto nei nostri geni, mentre il resto dipende dalle scelte quotidiane. L’epigenetica, la scienza che studia come l’ambiente e lo stile di vita influenzano l’attivit� dei geni, dimostra che non siamo prigionieri del nostro DNA: possiamo “accendere” o “spegnere” geni-chiave attraverso ci� che mangiamo, come ci muoviamo, quanto dormiamo e il modo in cui gestiamo lo stress. In altre parole, la longevit� non � un destino immutabile, ma qualcosa che possiamo modellare ogni giorno e conquistarci�.
Il concetto di �immortalit� biologica� � realt� o fantasia?
�L’immortalit� biologica �, a oggi, fantasia. Mentre alcuni inseguono sogni di eternit� con terapie genetiche sperimentali e bioingegneria estrema, sollevando interrogativi etici, la scienza dimostra che la longevit� � nelle nostre mani. Lo confermano le Blue Zones, dove le persone vivono pi� a lungo e in salute grazie a scelte quotidiane semplici, ma potenti. Lo abbiamo visto: alimentazione equilibrata, movimento naturale, gestione dello stress, connessioni sociali e uno scopo nella vita sono le vere chiavi per rallentare l’invecchiamento e proteggere la salute cellulare. Non si tratta di aggiungere anni alla vita, ma vita agli anni. Perch� il vero obiettivo non � vivere per sempre, ma vivere davvero�.
Cosa ci riserva il futuro della longevit�?
�Le Blue Zones ci insegnano che non esiste un segreto universale, ma una combinazione di scelte consapevoli che integrano saggezza antica e scienza moderna. Personalmente credo che siano solo l’inizio di un viaggio verso una longevit� consapevole e attiva. Non basta vivere pi� a lungo, serve coltivare il nostro potenziale fisico, mentale e spirituale�.
Lei ha avuto un esempio straordinario di longevit� in famiglia: la nonna di suo marito, Claudia Baccarini Baldi.
�Nonna Claudia ha vissuto fino a 114 anni. Di fatto � diventata la donna pi� longeva d’Italia. La sua � sempre stata una presenza importante per tutti noi. Lei incarnava molte delle caratteristiche tipiche degli abitanti delle Blue Zones. Viveva a Faenza, aveva 10 figli e innumerevoli nipoti. Era il cuore pulsante della famiglia, il collante che la teneva unita. Non era mai sola, aveva sempre qualcuno accanto a s�, pronto a raccontarle qualcosa di nuovo. Era una donna d’altri tempi, ma con una mentalit� sempre aperta e accogliente, benevola, mai giudicante o moralista, ma capace di sdrammatizzare le situazioni con serenit�. Vedeva sempre il positivo negli altri ed evitava fermamente le critiche e il pettegolezzo�.
Che cosa mangiava?
�Aveva un’alimentazione equilibrata, ma non si privava dei piaceri della tavola. Le domeniche in famiglia erano conviviali e sempre affollate di figli e nipoti. Le piaceva ripetere: “A tavola non si invecchia!”. E poi amava la cioccolata e i cappelletti. Alla fine mangiava un po’ di tutto, ma con moderazione e non chiedeva mail il “bis”. Le verdure erano sempre presenti ai pasti�.
Lei ha detto che nonna Claudia incarnava molte delle caratteristiche tipiche degli abitanti delle Blue Zones. Cio�?
�Alimentazione a parte, amava il ricamo e aveva sempre un pensiero speciale per ognuno: ha realizzato tante coperte a maglia e all’uncinetto per i bambini della famiglia. Suonava il pianoforte, amava Mozart e i valzer di Strauss che aveva ballato in giovent�. Per molti anni si era dilettata a dipingere e aveva fatto volontariato. La sua fede, solida e autentica, era vissuta con discrezione e sobriet�, radicata nei principi e nelle tradizioni della famiglia. Ogni giorno si muoveva a piedi per andare a messa e saliva le scale di casa. Uno degli aspetti che pi� ho apprezzato in lei era la sua capacit� di sdrammatizzare, il suo senso dell’umorismo e la leggerezza, intesa come ne parla Calvino: “Leggerezza non � superficialit�, ma vedere le cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”�.
Che cosa ricorda di lei?
�L’ironia. In una delle sue ultime interviste, quando le chiesero cosa pensasse dell’essere la donna pi� longeva d’Italia, rispose: “Probabilmente Dio si � dimenticato di me!”. E aggiunse che ci� che le faceva pi� effetto era sapere che la sua primogenita avesse ormai 90 anni. Quando qualcuno la salutava dicendole: “Spero di rivederla!”, lei, ultracentenaria, col solito sorriso ironico, rispondeva: “E perch� no? Mi sembra che lei sia in ottima forma!”�.
Fonti
Nieddu A, Vindas L, Errigo A, Vindas J, Pes GM, Dore MP. Dietary Habits, Anthropometric Features and Daily Performance in Two Independent Long-Lived Populations from Nicoya peninsula (Costa Rica) and Ogliastra (Sardinia). Nutrients. 2020;12(6):1621. Published 2020 Jun 1. Pes GM, Dore MP, Tsofliou F, Poulain M. Diet and longevity in the Blue Zones: A set-and-forget issue?. Maturitas. 2022;164:31-37. Ulusu NN. Revealing the secrets of Blue Zones. Front Pharmacol. 2024;15:1428111. Published 2024 Dec 12. Heath C, Lopez NV, Seeton V, Sutliffe JT. Blue Zones-Based Worksite Nutrition Intervention: Positive Impact on Employee Wellbeing. Front Nutr. 2022;9:795387. Published 2022 Feb 11. Buettner D, Skemp S. Blue Zones: Lessons From the World’s Longest Lived. Am J Lifestyle Med. 2016;10(5):318-321. Published 2016 Jul 7. Herskind AM, McGue M, Holm NV, S�rensen TI, Harvald B, Vaupel JW. The heritability of human longevity: a population-based study of 2872 Danish twin pairs born 1870-1900. Hum Genet. 1996;97(3):319-323.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link