In Aula alla Camera l’esame della mozione di sfiducia nei confronti della ministra Daniela Santanchè. Al termine le dichiarazioni di voto e poi il voto per appello nominale. Tra gli interventi previsti anche quelli della segretaria Dem Elly Schlein e del leader M5s Giuseppe Conte.
“Mi trovo oggi a rispondere per la seconda volta a una mozione di sfiducia anche se questa ha per oggetto fatti, tutti da verificare, che sono antecedenti al mio giuramento da ministro”, ha detto in Aula alla Camera la ministra del Turismo intervenuta per il seguito della discussione sulla mozione di sfiducia nei suoi confronti. “In quest’aula sembra che si possa raccontare la qualunque senza nemmeno approfondire cioè che dovrebbe essere evidente a ogni parlamentare, mi spiace per lei onorevole Ricciardi ma io non mi sento sola, anzi: ringrazio i tanti colleghi che sono con me e non mi sento sola neanche in Italia perché nella battaglia del garantismo ci sono la maggioranza degli italiani”.
“Credo che la gogna mediatica e le paginate sui giornali devastino ancora prima del processo la vita delle persone con cicatrici che non si rimarginano. L’ergastolo mediatico è una condanna che rimarrà tutta la vita da ‘fine pena mai'”, ha aggiunto poi Santanchè. “Non voglio neppure citare invece chi ha affermato che le mie mani ‘sono sporche di sangue’… non fa vergogna a me ma ha chi ha pronunciato questa accusa che mostra nella sua grandezza una grettezza e una cattiveria umana che alcuni avversari sono disposti ad usare ma certo non nei confronti dei loro colleghi”.
Durante l’intervento di Santanchè le opposizioni hanno rumoreggiato in segno di protesta mentre dalla maggioranza si sono levati applausi per la ministra. Diverse le presenze sui banchi del governo: i ministri Foti, Ciriani, Calderoli, Abodi, Bernini e Roccella. Applausi dai banchi della maggioranza quando Santanchè ha sottolineato che ci vuole una grande forza per non impazzire nella sua situazione. Il presidente di turno, Giorgio Mulé, è dovuto intervenire diverse volte per consentire alla ministra di continuare a parlare. “Il ministro non ha lanciato offese, non è consentito – ha detto Mulè rivolto all’opposizione -. Dovete aver rispetto democratico, non potete interrompere in questa maniera. Non potete impedire al ministro di svolgere il suo intervento”.
La ministra: “Io sono l’emblema, lo rappresento plasticamente, di tutto ciò che detestate, un preconcetto: voi non volete combattere la povertà volete combattere la ricchezza. Io sono l’emblema, il male assoluto” e “so sono quella che porta i tacchi da 12 centimetri, quella del Twiga e Billionaire: il mio numero di telefono ed io sono la stessa persona, quel numero che anche voi avete chiamato… e mi fermo qua, perché sono una signora”. “Volete combattere la ricchezza”. A questo passaggio l’Aula della Camera si è scaldata, con proteste più rumorose tra i banchi dell’opposizione.
Applauso dai banchi di FdI nell’Aula della Camera quando la ministra Santanchè ha detto durante la replica (prima del voto della mozione di sfiducia): “Non vorrei mai essere un problema”.
“Io voto contro la sfiducia alla Santanchè, sono leale con il governo e sarò sempre leale”, ha detto il vicepremier azzurro Antonio Tajani a margine della seduta d’Aula. Rispondendo alle domande dei cronisti afferma: “Io sono sempre tranquillo, perché dovrei essere imbarazzato?”.
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Si è chiusa in Aula alla Camera la discussione generale sulla mozione di sfiducia delle opposizioni al ministro Carlo Nordio per il caso Almasri. Nove gli iscritti a parlare che hanno svolto il loro intervento, tutti di opposizione. Il ministro, che era presente insieme a quello dell’Interno Matteo Piantedosi, si è riservato di intervenire in altra seduta.
“Lei aveva esigenza che Almasri fosse liberato” e per questo ha determinato “l’umiliazione del nostro Paese”, ha detto Federico Gianassi, deputato del Pd, illustrando la mozione di sfiducia al ministro della Giustizia. “Una vergogna per il nostro paese che si è sempre impegnato nella cooperazione. Per il discredito gettato sul nostro paese, con questa mozione, chiediamo la sua rimozione”, ha aggiunto Gianassi. Il parlamentare si è rivolto al titolare della Giustizia (che secondo quanto riferito dal dem avrebbe riso durante un passaggio del suo discorso): “Mi fa piacere che ride, ministro. Ridevano meno i cittadini libici sottoposti alle torture di Almasri. C’è poco da ridere”.
“Lei ha infranto la legge, ministro, ma chi l’ha obbligata a farlo e che scuse ha addotto?”, ha detto poi la capogruppo di Avs alla Camera Luana Zanella durante la discussione della mozione di sfiducia. ‘Mi auguro che lei si metta mano sulla coscienza e rassegni le dimissioni’, ha aggiunto Zanella. Lei signor Ministro – prosegue Zanella nel suo intervento – avrebbe dovuto agire e cooperare per garantire la piena operatività della Corte penale internazionale, lei, ministro, ha questo ruolo per affermare interessi comuni non quelli di un singolo paese. Lei ha violato l’obbligo della piena collaborazione con la CPI, lei ha tradito la nostra civiltà giuridica, ha piegato le sue competenze alle interessi di parte, ha infranto la legge. Ha sostenuto che la richiesta di arresto del torturatore Almasry ‘necessitava di una riflessione’ e che fosse ‘radicalmente nullo’, ha definito il mandato di cattura internazionale ‘un pasticcio’: ma chi le ha assegnato il compito di valutare, e nel suo caso di irridere, la Corte ? Infine, lei non ha mostrato alcuna empatia, non ha speso una parola minima di umanità verso le vittime di un criminale che ha torturato e violato anche i bambini: per tutto questo le chiediamo di andarsene!”.
Il ministro Carlo Nordio “non ha osservato la Costituzione, non ha osservato la legge e in Aula ha rivendicato orgogliosamente il mancato rispetto di quella legge”. “Noi sosteniamo in pieno la sfiducia e chiediamo le sue dimissioni”, secondo il parlamentare del M5s Federico Cafiero De Raho durante la discussione generale sulla sfiducia a Nordio. “Ci ha parlato in Aula di incoerenze e contraddizioni” del “mandato d’arresto”, “si è preso gioco di noi che non avevamo gli atti”.
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