Il gruppo Sella da sempre innova e si rinnova attraverso l’ascolto e la collaborazione: un paradigma, oggi adottato dalle più grandi aziende di successo, che valorizza le persone e la loro partecipazione attiva alle sfide e agli obiettivi comuni.
Makers è l’espressione concreta di questa visione: nato con il nuovo Piano Strategico 24-26, il nostro programma di co-creazione trasforma le idee di colleghi e colleghe in un motore di innovazione collettiva. È la prova di come condivisione, proattività e imprenditorialità siano fondamentali per la crescita del Gruppo. Perché ogni contributo, anche un semplice suggerimento, può migliorare un’idea e orientarne lo sviluppo. E perché quando la conoscenza e le competenze sono messe a fattor comune si creano le condizioni ideali per un’innovazione continua, capace di generare valore per tutti.
Infatti, se l’obiettivo iniziale di Makers era proprio quello di raccogliere idee innovative e trasformarle in progetti concreti, nel tempo il programma si è evoluto includendo un processo strutturato di selezione e sviluppo – culminato con un evento ufficiale di presentazione delle idee chiamato Makers’ Day – e con l’introduzione di challenge tematiche a cui abbiamo dato il via con un primo dry-run nel 2024 su efficienza e risparmio.
Ne abbiamo parlato con Fiorella Troccoli e Giuseppe Marino dell’Area Innovation di Banca Sella, il team che dietro le quinte lavora per fare in modo che la macchina di Makers funzioni sempre a pieno regime e che il flusso di innovazione interna si rinnovi costantemente.
Fiorella, Giuseppe, quali sono state le sfide più grandi che avete affrontato durante lo sviluppo del programma?
Una delle sfide più grandi è stata trasformare l’innovazione da un concetto astratto a un processo concreto e accessibile a tutti: non bastava creare una piattaforma, ma era fondamentale far capire ai colleghi e alle colleghe che ogni contributo, anche il più piccolo, poteva fare la differenza. Questo ha richiesto un grande lavoro di comunicazione e coinvolgimento continuo attraverso iniziative mirate. Un’altra sfida importante è stata la selezione e l’implementazione delle idee con il maggior impatto: è stato necessario definire criteri chiari per valutare il potenziale innovativo, la fattibilità e il valore aggiunto di ciascuna idea. Non si trattava solo di premiare le idee più creative, ma di individuare quelle che potevano generare un cambiamento concreto e positivo per il Gruppo e per i nostri clienti.
Avendolo seguito da vicino, qual è il vostro bilancio sul primo anno del progetto?
Dalla sua apertura dello scorso aprile, la piattaforma ha raccolto oltre 170 idee, coinvolgendo più di 1.000 utenti attivi e generando centinaia di interazioni. Alcuni suggerimenti sono già stati implementati con successo, mentre altre idee – considerate più radicali e incrementali – sono in fase di realizzazione. L’impatto di Makers non si misura solo nei risultati concreti, ma anche nel cambiamento culturale che sta portando: un’organizzazione più aperta, collaborativa e capace di generare innovazione in modo strutturato e sostenibile.
Che ruolo ha avuto la collaborazione tra colleghi e colleghe?
La collaborazione tra colleghi e colleghe è stata il vero motore di Makers. Fin dall’inizio, il coinvolgimento attivo di persone con competenze diverse ha permesso di favorire un approccio multidisciplinare all’innovazione. Oltre 40 colleghi hanno contribuito alla creazione dei team per sviluppare le prime 8 idee selezionate, dimostrando che l’innovazione non è un processo individuale, ma il risultato di un lavoro collettivo. Questo spirito di condivisione ha reso Makers non solo una piattaforma, ma una vera e propria community dove ciascuno può portare il proprio contributo. Un ruolo fondamentale lo hanno avuto anche i Community Meetings, incontri mensili che hanno dato vita a un dialogo costante tra i partecipanti.
Come pensate che Makers possa generare impatto positivo e innovazione?
Makers facilita un ambiente in cui ogni persona può contribuire attivamente al cambiamento. Non aiuta soltanto a migliorare processi aziendali, come nel caso delle soluzioni già implementate per l’efficienza operativa e il miglioramento dell’esperienza cliente, ma il suo valore va oltre: Makers favorisce una cultura aziendale orientata all’innovazione continua, in cui il contributo di ogni collega è riconosciuto e valorizzato. L’impatto di Makers si misura quindi non solo nei risultati concreti, ma anche nel cambiamento culturale che sta portando: un’organizzazione più aperta, collaborativa e capace di generare innovazione in modo strutturato e sostenibile.
Quali sono i prossimi passi del progetto?
Dal 2025, Makers introdurrà il format delle Challenge, ovvero call4ideas focalizzate su temi strategici per il Gruppo. Inoltre, continuerà il processo di raccolta di idee attiva 24/7, con un focus sull’implementazione rapida delle soluzioni più promettenti.
Che consiglio dareste a chi ha un’idea innovativa ma non sa come svilupparla all’interno dell’azienda?
Il consiglio principale è non avere paura di condividere la propria idea. Spesso, il primo ostacolo è proprio il timore che l’idea non sia abbastanza valida o sviluppata, ma è proprio attraverso il confronto che può prendere forma e diventare un progetto concreto. Partecipare attivamente a Makers è il primo passo: la piattaforma offre strumenti utili per strutturare la proposta e ricevere feedback da colleghi con esperienze e competenze diverse. I community meetings mensili poi sono un’ottima occasione per discutere l’idea, raccogliere suggerimenti e trovare possibili alleati per svilupparla. È importante avere anche pazienza e determinazione: non tutte le idee si concretizzano subito, ma con il giusto supporto e un percorso di sviluppo ben definito, possono diventare parte del cambiamento e dell’innovazione del Gruppo.
Se doveste descrivere Makers con una sola parola, quale sarebbe e perché?
Beh, facile, alla luce di tutto quello che abbiamo raccontato finora: crescita. Ma anche opportunità, perché come abbiamo visto Makers è un punto di accesso a una vasta gamma di possibilità, sia dal punto di vista personale che professionale. E perché innesca un meccanismo virtuoso che arricchisce sia l’azienda sia l’imprenditorialità di tutti noi.
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