19.07 – mercoledì 26 febbraio 2025
(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Evento patrocinato da Consiglio provinciale, Consorzio dei Comuni e Ordine dei giornalisti.
Le scadenze da tenere a mente, la normativa, le prassi: si è parlato di par condicio a tutto tondo questo pomeriggio nel corso del convegno “Par condicio e politica: equilibrio e obiettività nel mondo dell’informazione online e offline”, promosso dal Comitato provinciale per le comunicazioni (Corecom) di Trento, con il patrocinio del Consiglio provinciale, del Consorzio dei Comuni trentini e l’Ordine dei giornalisti. Diverse anche le domande di servizio dei presenti, tra queste l’inizio della par condicio: al via dal 6 marzo 2025.
Ad aprire i lavori è stato il saluto del Presidente del Consiglio della Provincia autonoma di Trento Claudio Soini che ha espresso un plauso al nuovo direttivo Corecom, giovane e con tanta voglia di fare. Poi il cenno alla legge 28 del 2000 e alla par condicio, che ha definito un valore per la nostra democrazia: un passaggio però non facile da gestire dal punto di vista comunicativo e anche dal punto di vista del presidente del Consiglio, ha affermato ricordando ad esempio che le sedute d’Aula anche in regime di divieto possono essere trasmesse in diretta streaming. Ha accennato inoltre alle insidie legate al fatto che la comunicazione passa su moltissimi canali, dai giornali, alle tv, a Internet, ai social. Il Presidente del Corecom trentino Roberto Bertolini, presente assieme ai componenti Giorgia Bassi e Davide Pedrolli, ha ricordato che la par condicio è uno dei pilastri dell’attività del Corecom: fa piacere quindi iniziare quest’esperienza al Comitato (è stato nominato lo scorso maggio) parlando di un tema così importante. Il focus, ha ricordato, è sull’online: l’attenzione negli ultimi anni si è spostata sui nuovi strumenti, perciò si è pensato a un convegno dedicato alle domande e alle situazioni che gli operatori affrontano.
Gianfranco Benincasa, presidente dell’Ordine dei giornalisti, ha ricordato che la par condicio garantisce pluralismo, indipendenza, imparzialità, ma ha citato anche le difficoltà quotidiane degli operatori della comunicazione nel gestirla. Ha accennato poi alle nuove e moltiplicate modalità di comunicare, agli algoritmi che possono condizionarle. Quindi l’interrogativo: nell’era dei social e dell’intelligenza artificiale quanto va manutentata la par condicio? Paride Gianmoena, presidente del Consorzio dei Comuni trentini, ha evidenziato il senso di collaborazione e serietà delle istituzioni nell’affrontare temi importanti come quello della par condicio, un valore in un mondo in mutamento veloce come quello attuale.
Dopo i saluti istituzionali il microfono è passato a Marco Mazzoni Nicoletti, presidente del Corecom Veneto, che ha proposto un quadro delle funzioni (proprie e delegate dall’Autorità) dei Comitati per le comunicazioni e introdotto il tema della par condicio dal punto di vista normativo. Si è concentrato in particolare sulla legge 28 del 2000 e, in particolare, anche su richiesta dei presenti, sulle implicazioni dell’articolo 9: dal 6 marzo 2025 per la pubblica amministrazione è vietata qualsiasi forma di comunicazione istituzionale, ha ricordato, salvo quella indispensabile e impersonale. Una comunicazione in cui non deve esserci il logo dell’ente pubblico, che non deve riportare i nomi e che si deve verificare sia indispensabile. L’articolo 9, ha sottolineato, è applicabile anche ai social. Ha citato inoltre gli articoli 10 e 11 (sulle sanzioni) e il 7 e 8 relativi alla carta stampata.
Antonietta Polcaro, avvocato presso l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ha distinto tra pluralismo esterno (delle fonti) e interno (dei contenuti) e trattato il tema dell’iper-connettività: oggi la sfida che si delinea nel contesto europeo, ha affermato, è quella del bilanciamento della tutela della libertà del pensiero e della tutela dell’integrità del processo elettorale. Ha ricordato come ci sono nuovi soggetti non più tradizionali (non quelli immaginati dalla legge 28) e che quindi la partita si gioca a livello globale. Si tratta, ha detto, di una sfida più grande di noi, che impatta sul nostro modo di vivere perché siamo “onlife”: ormai regolamentare lo spazio italiano ed europeo non è più sufficiente, si parla di ogni spazio, perché l’online è ogni spazio.
Diverse le domande poste al termine dei lavori dai partecipanti al convegno moderato da Luca Zanin (responsabile dell’Attività di stampa, informazione e comunicazione del Consiglio provinciale), molte delle quali relative al lavoro quotidiano delle testate e degli uffici stampa.
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