Tutti a lezione di fisica (che ci piace)… e di vita

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“Siete qui con me per fare lezione, in un mondo in cui aumentano cafonagine e volgarità… vuol dire che c’è speranza! Grazie!”. Con queste parole Vincenzo Schettini, professore di fisica e influencer tra i più amati, si congeda emozionato dalla platea del Teatro Massimo di Cagliari, dopo due ore della sua lezione-spettacolo “La Fisica che ci piace” (in replica, il giorno successivo, al Teatro Verdi di Sassari). Gli eventi del 13 e del 14 febbraio fanno parte della rassegna “Pezzi unici”, organizzata dal CeDAC Sardegna.

Qual è il segreto del prof che riscuote tanto successo? È possibile che alle lezioni di fisica si accompagnino anche lezioni di vita? Ebbene si, proprio perché… la fisica è vita! La fisica ci circonda e ci governa, è presente in ogni aspetto della quotidianità, e scoprirla con curiosità (al di là delle nozioni e delle formule sui libri) aiuta a prendere la vita con più entusiasmo e, per l’appunto, curiosità. Con notevoli benefici per spirito, anima… e anche corpo!

Proprio come, 500 e passa anni fa, era solito fare Leonardo da Vinci: “Nessun effetto è in natura sanza ragione, intendi la ragione e non ti bisogna esperienza […] Saper ascoltare significa possedere, oltre al proprio, il cervello degli altri!”. Non a caso, il celeberrimo artista e inventore toscano è il mito assoluto di Schettini: “Perché mi ha insegnato a non essere incasellato nell’insegnamento della scienza e a spaziare in altri argomenti, musica compresa, ed è per questo che ho messo il violino al centro del mio spettacolo, nella quarta parte, quando parlo di onde”.

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La prima parte dello spettacolo comincia con la ricerca di sei volontari per formare una classe: primo ad accorrere con frizzante entusiasmo Enrico, giovane studente di medicina e appassionato -tra le molte cose- di fisica, seguito da Lucia -prof di Inglese-, Paolo e due giovanissimi studenti delle elementari.

Si comincia parlando di forze: il prof chiede di costruire degli aerei di carta e lanciarli, per poi interrogare “a sorpresa” Enrico… che, altrettanto “a sorpresa” , non si fa trovare impreparato e illustra con Schettini la dinamica aeronautica (tra gli applausi corali del pubblico e il sorriso del prof, il ragazzo rivelerà il suo sogno e passione di pilotare aerei).

La lezione/spettacolo prosegue illustrando le forze di attrito (tanto “banali” da tenere in piedi, nella sabbia del deserto, gli 830 metri del Burji Khalifa) ed uno dei più bei teoremi della fisica: la conservazione dell’energia, “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” -tanto in natura quanto nella vita-. Il prof, aiutato da Enrico, commenta un esempio pratico del teorema, mentre la giovanissima studentessa lo realizza, saltando su un tappeto elastico. Voltata la pagina, si parla di moti -uniformi o meno, pratici e teorici-, mentre in sottofondo si canta “I migliori MOTI della nostra vita” (adattamento in tema fisica del celebre capolavoro di Renato Zero).

Il tempo scorre tra nozioni e sorrisi, finché la campanella annuncia la ricreazione: si congedano i sei studenti sul palco (che ricevono in ricordo un bell’attestato)… e si lanciano merendine al pubblico! Strano gesto da parte di un professore, ma ottimo per lanciare un messaggio ai colleghi: “Quando si capisce una cosa, c’è una lezione anche nella ricreazione. Cari colleghi, non facciamoci catturare dal grigiore della burocrazia scolastica. Lasciamoci trasportare dalla voglia di raccontare la nostra materia. Bisogna ispirare i giovani!”.

Ed è proprio un Enrico, giovane e ispirato, ad esporre una riflessione -ringraziando e salutando professore e spettatori- quando gli viene chiesto di autovalutarsi: “Io mi assegno 9+, come stimolo a far sempre di meglio, perché non si è mai perfetti… ed esserlo sarebbe brutto! Giacché, perfetto deriva dal latino “perficius”, che significa morto, finito. Infatti, una cosa perfetta è terminato, non cresce né avanza più. L’imperfetto, invece -che sintatticamente ci rimanda a un’azione non ancora terminata- può sempre migliorare, espandersi e stupirsi… come da socratica memoria, è saggio chi sa di non sapere!”.

Proprio questa entusiasta curiosità, caratteristica di Vincenzo fin dall’infanzia, lo ha spinto ad iscriversi al Conservatorio di Monopoli, dove si è diplomato nel 2000 in violino e didattica della musica. E, ancora prima di finire il liceo, ha addirittura fondato un gruppo gospel, i Wanted Chorus, che ancora oggi continuano a fare musica in giro per la Puglia.

L’occasione è gradita per ricordare con affetto i genitori che, con tantissimo amore, supporto ma -quando necessarie- anche severità e strigliate, gli hanno insegnato il valore dei sacrifici (mattina studio scolastico/universitario, pomeriggio conservatorio e quando capitava gruppo musicale alla sera. In barba a qualche coetaneo che ridacchiava o lo criticava!), che sono sempre ripagati e gli hanno permesso di diventare quello che è e fare una vita che gli piace, anche attraversando fisologici e formativi momenti di fallimento.

Dalle onde musicali, che sono onde sonore, si prosegue a parlare di onde -in generale e nelle varie forme-, di luce e del tempo, approdando nel magnifico campo della relatività, della meccanica quantistica e dell’intelligenza artificiale. Arriva il momento dei saluti. Tra i tanti messaggi di Vincenzo, abbiamo capito che la conoscenza è una mappa e le varie materie sono i puntini.

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Quando uniamo i puntini, cominciamo a capire meglio la vita… che è esplorazione. Ha proprio ragione il prof: il teatro apre il cuore, mette un passo avanti la nostra personalità… in due parole: fa bene! È stato bello vedere gente di ogni età, professione, interessi e personalità condividere due ore di teatro e di musica, e l’augurio -soprattutto per i giovanissimi (con lo stimolo dei loro insegnanti)- è di continuare a frequentare questi luoghi!

“Il senso del percorso da insegnante, e in generale della vita, è continuare a godere dell’imparare ogni giorno qualcosa, continuando ogni giorno con curiosità. Vi auguro di realizzare il vostro percorso di vita, senza fretta, senza timore del giudizio o del fallimento. Un consiglio: uniamoci alle altre persone! Capiremo che il senso della vita è vivere con curiosità ed entusiasmo… e soprattutto capiremo il significato la più bella parola dell universo: AMORE!”.

I saluti proseguono nel foyer del teatro, dove prof Schettini si trattiene per firmare le copie dei libri, fare foto ricordo e salutare il suo pubblico… di eterni, curiosi e appassionati studenti!



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