La crisi bradisismica nei Campi Flegrei, in atto dal 2005, mostra un rapido e inesorabile incremento del rilascio di energia negli ultimi anni. Intense sequenze sismiche, con centinaia di eventi, le magnitudo più alte mai registrate nella storia del monitoraggio dei Campi Flegrei, l’enorme incremento del flusso di gas e la presenza di scosse ravvicinate con potenziale innesco di eruzioni freatiche o magmatiche, rendono critica la permanenza della popolazione nella zona rossa e la gestione dell’emergenza.
Nel settembre 2023, il ministro Musumeci comunicò la possibilità del passaggio a livelli di allerta superiori nel piano di emergenza. La Commissione Grandi Rischi, convocata dal ministro, confermò di fatto la possibilità di una rapida escalation verso un’eruzione, potenzialmente non rilevabile dal sistema di monitoraggio, e sottolineò la carenza di conoscenze sulla dinamica del sistema magmatico.
Successivamente, lo stesso ministro, in diverse dichiarazioni, confermò la criticità dell’area e l’ineliminabilità dei rischi sismico, bradisismico e vulcanico. Ribadì, inoltre, la necessità per la popolazione di valutare autonomamente la propria permanenza in un’area ad alto rischio. Denunciò, infine, come si fossero persi decenni a causa delle omissioni delle autorità locali nella tutela della sicurezza delle comunità a rischio.
Stanziamenti del Governo e scossa del 20 maggio 2024
Nel 2024, il Governo ha stanziato risorse per la riqualificazione e la messa in sicurezza dell’edilizia pubblica, delle infrastrutture e delle vie di fuga. Sono stati inoltre destinati fondi adeguati per il ripristino degli edifici danneggiati dalla scossa sismica di magnitudo 4.4 del 20 maggio 2024.
Alle dichiarazioni del ministro ha fatto seguito, il 18 febbraio, nel corso della più intensa crisi sismica, la risposta shock del Capo Dipartimento della Protezione Civile, Fabio Ciciliano, che ha affermato:
“… La scossa di quinto grado… cadono i palazzi e conto i morti!”
Solo nell’ultimo anno, dopo la scossa di magnitudo 4.4, i ricercatori hanno allertato sulla possibilità di eventi sismici di magnitudo 5 o superiore. Tuttavia, per anni la popolazione è stata rassicurata sulla necessità di convivere con i fenomeni sismici e bradisismici.
Se la popolazione fosse stata informata in tempo sulla possibilità di scosse disastrose, avrebbe potuto decidere autonomamente se investire nella messa in sicurezza degli edifici o valutare la possibilità di trasferirsi altrove.
Increment della CO2 e riunone del Prefetto
Il 26 febbraio, il Prefetto Michele Di Bari ha convocato una riunione al Centro di Coordinamento Soccorsi per discutere delle emissioni di anidride carbonica in locali seminterrati e poco areati di un’area ristretta tra Napoli e Pozzuoli, che presentano un potenziale rischio per la popolazione.
L’incremento del bradisismo e le valutazioni del Ministro della Protezione Civile e del Capo Dipartimentoconfermano l’assoluta imprevedibilità dell’evoluzione degli eventi e della loro possibile rapida escalation verso un’eruzione.
Discrepanze tra comunicazione scientifica e realtà dei fatti
Il riconoscimento dei limiti nella comprensione del fenomeno contrasta con le rassicurazioni regolarmente fornite negli anni alla popolazione da referenti scientifici istituzionali, amministratori e Protezione Civile locale.
Nel corso di questa crisi bradisismica, la popolazione è stata invitata a convivere con il fenomeno, affidandosi alla presunta adeguatezza delle conoscenze scientifiche e alla capacità del sistema di monitoraggio di prevedere per tempo l’evoluzione della crisi.
Tuttavia, il piano di emergenza nazionale per il rischio vulcanico nei Campi Flegrei è basato esclusivamente sull’ipotesi che il sistema di monitoraggio possa prevedere un evento eruttivo con almeno 72 ore di anticipo.
Da oltre vent’anni, segnalo agli organi istituzionali, scientifici e di Protezione Civile l’imprevedibilità del fenomeno bradisismico e l’inadeguatezza del sistema di monitoraggio a fini previsionali. Non conosciamo le soglie critiche dei parametri monitorati, quindi non siamo in grado di prevedere un’eruzione.
Anche ipotizzando di conoscere perfettamente il sistema vulcanico, la complessità del fenomeno renderebbe comunque impossibile fare previsioni affidabili.
Scienza e monitoraggio: un fallimento nella gestione del rischio
La proliferazione di ricerche scientifiche pubblicate su riviste specialistiche e la loro divulgazione mediatica hanno creato un’illusoria fiducia nella scienza come strumento di previsione.
In realtà, le ricerche forniscono solo ipotesi e modelli teorici, mai verificati e non verificabili se non dopo un’eventuale eruzione.
I dati del monitoraggio geofisico e geochimico sono stati interpretati in modi opposti a seconda dei modelli usati. Paradossalmente, gli stessi ricercatori coinvolti in gruppi di studio differenti hanno proposto teorie contrastanti, alimentando confusione.
La produzione scientifica eccessiva ha generato un falso senso di sicurezza, mentre restano carenze sostanzialiriguardo:
- La presenza del magma;
- La reale causa del bradisismo;
- I meccanismi delle eruzioni vulcaniche.
Alla luce di questi limiti, anche l’azione della Protezione Civile si è dimostrata inadeguata, poiché basata sulla presunzione che la scienza fornisse strumenti immediatamente applicabili per la previsione degli eventi.
La necessità di un cambio di strategia
Da tempo sostengo che, data l’imprevedibilità del fenomeno bradisismico, la strategia di mitigazione del rischio deve cambiare radicalmente, passando dalla previsione alla prevenzione.
Questo richiede:
- Una corretta informazione alla popolazione sulla reale incertezza del fenomeno;
- Un piano di adeguamento sismico degli edifici;
- La verifica e il potenziamento delle vie di fuga via terra e via mare;
- L’educazione della popolazione all’autoprotezione e all’evacuazione rapida;
- L’implementazione di sistemi di allerta immediata come IT-Alert.
Solo attraverso un approccio preventivo e responsabile sarà possibile mitigare realmente i rischi e garantire la sicurezza delle comunità che vivono nell’area dei Campi Flegrei.
*Vulcanologo
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