Pensioni 2025, intrecciando vecchie e nuove norme ecco tutte le opzioni anche poco note

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Per dare risposta ai tanti quesiti dei lavoratori che si chiedono quali possibilità abbiano di andare in pensione adesso, non si può prescindere da un grande riassunto delle vecchie e nuove normative previdenziali attualmente in vigore. Un mix di leggi e misure che apre a diversi scenari per le pensioni 2025.

Intrecciando vecchie e nuove norme, infatti, sono molteplici le opzioni per il pensionamento adesso. Inoltre, poiché il futuro potrebbe riservare inasprimenti sull’età di pensionamento, c’è chi farebbe bene a non lasciare nulla al caso. Studiando con attenzione se ci siano già oggi le condizioni per dire basta e andare finalmente in pensione.

Pensione di vecchiaia ordinaria o anticipata, cosa c’è di nuovo?

Per accedere alla pensione di vecchiaia 2025, basta aver compiuto 67 anni di età e maturato almeno 20 anni di contributi. Chi rientra nel sistema contributivo — quindi con carriera iniziata dopo il 31 dicembre 1995 — deve anche maturare un importo di pensione non inferiore a 538,68 euro nel 2025, in quanto la prestazione non deve risultare inferiore all’importo dell’assegno sociale.

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Invece, per le lavoratrici che ricadono nel sistema contributivo, è prevista la possibilità di sfruttare un taglio di 4 mesi per ogni figlio avuto, applicato sull’età pensionabile, fino a un massimo di 16 mesi. Inoltre, la pensione di vecchiaia, per coloro che non hanno versamenti precedenti il 1° gennaio 1996, può essere ottenuta a 71 anni anche con soli 5 anni di contributi, a prescindere dall’importo del trattamento.

La pensione di vecchiaia si applica anche alla pensione anticipata con invalidità specifica, o “pensionabile” all’80%. In questo caso, bastano 20 anni di versamenti e un’età pari ad almeno 61 anni (56 per le lavoratrici).

Invece, per chi svolge un lavoro gravoso o usurante, qualora siano stati maturati 30 anni di contributi tutti da lavoro (senza figurativi, volontari o da riscatto), l’uscita è fissata a 66 anni e 7 mesi.

La pensione senza alcun limite di età, due possibilità ci sono

Per accedere alla pensione anticipata ordinaria 2025, misura che non prevede limiti di età ma solo un requisito contributivo, servono 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

Stesso discorso per la quota 41 destinata ai lavoratori precoci, i quali possono andare in pensione con 41 anni di versamenti, a condizione che almeno un anno di contribuzione sia stato versato prima dei 19 anni di età. Inoltre, occorre rientrare in una delle 4 categorie previste: invalidi, caregivers, disoccupati oppure addetti a lavoro gravoso o usurante.

Per le pensioni scollegate dai limiti di età, resta valida la regola per cui 35 anni di versamenti devono essere effettivi (senza contributi figurativi relativi a periodi di disoccupazione o malattia). Sia la pensione anticipata ordinaria, sia la quota 41 per i precoci, prevedono 3 mesi di finestra per la decorrenza del trattamento, finestra che non esiste per le pensioni di vecchiaia.

Per gli addetti a mansioni usuranti, esiste anche la pensione di quota 96,7: una quota che si ottiene sommando età e contributi, includendo le frazioni di anno, ma a condizione che si raggiunga un’età minima di 61 anni e 7 mesi e almeno 35 anni di contribuzione.

Ape, quota 103, opzione donna, ecco come funzionano le pensioni 2025

Sono ben 3 le misure che, invece di scadere il 31 dicembre 2024, sono state prorogate e restano valide anche nel 2025. La prima è la quota 103, una pensione flessibile confermata con le stesse regole precedenti. Occorrono sempre 41 anni di contributi e un’età anagrafica di almeno 62 anni.

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La misura rimane a pieno ricalcolo contributivo, con un trattamento che non può superare 4 volte l’importo del trattamento minimo INPS. La quota 103 prevede una finestra di 7 mesi per la decorrenza del trattamento (9 mesi per il settore pubblico). Anche l’opzione donna è stata confermata, restando una misura a ricalcolo completamente contributivo.

Bisogna essere invalide, caregivers oppure rientrare in quei piani di esubero legati a grandi aziende di interesse nazionale, che hanno avviato tavoli di risoluzione della crisi aziendale. Ciò vale sia per le lavoratrici licenziate da tali aziende, sia per quelle ancora a libro paga. Per accedere all’opzione donna, occorre completare entro il 31 dicembre 2024 la combinazione 59+35. Solo per le invalide o caregiver con un solo figlio, la combinazione diventa 60+35, mentre per coloro che non hanno avuto figli è 61+35.

Ecco le altre alternative utili alle pensioni nel 2025 senza i 67 anni di età

La terza misura confermata è l’Ape sociale. Più che una vera pensione, si tratta di un trattamento ponte fino alla pensione di vecchiaia. Si percepisce a partire dai 63,5 anni di età, con 30 o 36 anni di contributi, e dura fino ai 67 anni. Momento in cui la misura termina e l’interessato deve richiedere all’INPS la pensione di vecchiaia ordinaria. Per l’Ape sociale, il requisito anagrafico fissato a 63 anni e 5 mesi è immutabile.

Si tratta dell’età minima di partenza, mentre per i contributi valgono regole diverse. Invalidi, caregivers e disoccupati possono accedere con almeno 30 anni di contributi. Mentre agli addetti ai lavori gravosi ne servono 36. Un’ulteriore possibilità, fruibile solo da chi non possiede versamenti prima del 31 dicembre 1995, è la pensione anticipata contributiva.

Richiede 64 anni di età e 20 anni di contributi, a patto che l’assegno raggiunga un valore pari a 3 volte l’assegno sociale.

Questo limite è ridotto a 2,8 volte con un figlio e a 2,6 volte con due o più figli. Per raggiungere il requisito minimo dell’importo, si può cumulare anche l’eventuale rendita di un fondo di previdenza integrativa. La pensione anticipata contributiva, inoltre, prevede 3 mesi di finestra di attesa per la decorrenza del primo rateo una volta maturati i requisiti.

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