CGIA – MESTRE * POVERTÀ ENERGETICA: «LE MICROIMPRESE PAGANO L’ENERGIA IL 165% IN PIÙ DELLE GRANDI AZIENDE / FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ IN CALABRIA (19,6%) – BASILICATA (17,8%) – MOLISE (17,6%) / TRENTINO ALTO ADIGE AL 7MO POSTO (11.4%)»

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 


09.08 – sabato 1 marzo 2025

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
///

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

LE MICROIMPRESE PAGANO L’ENERGIA IL 165% IN PIU’ DELLE GRANDI AZIENDE

La povertà energetica delle famiglie è al top in Calabria, Basilicata, Molise e Puglia

Le microimprese  – che costituiscono il 95 per cento del totale delle attività economiche presenti nel Paese in cui è impiegato, al netto del pubblico impiego, il 42 per cento circa degli addetti – nel primo semestre del 2024  hanno pagato l’energia elettrica oltre due volte e mezzo in più delle grandi imprese  (pari al +164,7 per cento). Se agli artigiani, ai piccoli commercianti e alle piccolissime imprese con consumi inferiori ai 20 MWh all’anno il costo ha raggiunto, al netto dell’Iva, i 348,3 euro al MWh, le grandi imprese, con consumi che oscillano tra i 70mila e i 150mila MWh all’anno, hanno pagato “solo” 131,6 euro al MWh (vedi Tab. 1). A denunciarlo è l’Ufficio studi della CGIA.

• Abbiamo le bollette della luce più care dell’Eurozona

A differenza degli altri Paesi dell’Area dell’Euro, il prezzo dell’energia elettrica in capo alle nostre microimprese è il più alto di tutti. Se in Italia nel primo semestre del 2024 il costo in euro per MWh era di 348,3, la media dei 20 paesi monitorati dall’Eurostat ha toccato i 294 euro per l’Italia è il 18,5 per cento in più).   Tra i nostri principali competitor, ad esempio, il costo per le piccolissime imprese è superiore a quello  tedesco del 5,8 per cento, al francese del 38 per cento e allo spagnolo del 43,2 per cento (vedi Tab. 2).

• In tutta UE le micro pagano molto di più delle big company

La disparità di prezzo che viene applicata tra le micro e le grandi imprese non è una “distorsione” solo italiana. Anche nel resto d’Europa le differenze di costo premiano i grandi a discapito dei piccoli. Se, come dicevamo più sopra, da noi le microimprese pagano l’energia elettrica il 164,7 per cento in più rispetto alle big company, in Germania il differenziale è del +136,2 per cento, in Spagna del quasi +200 per cento e in Francia del +242 per cento (vedi Tab. 1). Detto ciò, va segnalato che rispetto ai nostri principali concorrenti, da noi il peso economico/occupazionale delle micro imprese è talmente elevato da non avere eguali nel resto d’Europa.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

• Perché in Italia i piccoli sono più penalizzati

In merito alle tariffe dell’energia elettrica, ad aver aumentato lo storico differenziale tra piccole e grandi imprese ha contribuito l’entrata in vigore nel 2018 della riforma degli energivori. L’effetto prodotto da questa novità legislativa, che prevede un costo agevolato dell’energia elettrica per le grandi industrie, di fatto ha ridotto notevolmente a queste ultime la voce “tasse e oneri”, ridistribuendone il carico a tutte le altre categorie di imprese escluse dalle agevolazioni.  E’ altresì vero che, a seguito delle misure messe in campo successivamente dal Governo Draghi, questo gap si è ridotto. Va altresì ricordato che nel mercato libero le offerte di prezzo possono interessare solo la componente energia; le altre voci di spesa – come le spese di trasporto, gli oneri di sistema , la gestione del contatore etc. – sono stabilite periodicamente dall’Autorità per l’Energia e sono uguali per tutti i fornitori.

• Incidono le tasse e gli oneri

Rispetto agli altri paesi europei, ad appesantire le nostre bollette della luce sono, in particolare, il peso delle tasse e degli oneri che da noi incide, sul costo al MWh, per il 18,4 per cento, contro il 14,7 in Germania, l’8,5 per cento in Spagna e il 3,5 in Francia. L’incidenza media presente nell’Eurozona è del 9,6, poco meno della metà della quota presente in Italia (vedi Tab. 3). Se invece la comparazione la facciamo tra piccolissime e grandi imprese italiane, con il costo totale dell’energia elettrica pari a 100, l’incidenza delle tasse/oneri e anche dei costi di rete  in capo alle micro è tre volte superiore a quella riconducibile alle grandi realtà produttive (vedi Graf. 1).

• Nel 2024 prezzi del gas e dell’energia in calo, ma in ripresa nel 2025

Rispetto ai dati medi registrati nel 2023, l’anno scorso sia il prezzo del gas (-13,8 per cento) sia quello dell’energia elettrica (-14,6 per cento) hanno subito una sensibile contrazione (vedi Tab. 4). Tuttavia, a partire dagli ultimi mesi del 2024 sino ad oggi, i prezzi sono tornati a salire costantemente; la media dei primi 25 giorni di questo mese ci segnalano che il costo medio del gas naturale ha toccato i 54 euro per MWh (vedi Graf. 2), mentre quello dell’energia ha raggiunto i 152 euro per MWh (vedi Graf. 3). Se confrontiamo questi dati con quelli relativi allo stesso mese del 2024, il primo è cresciuto del +93 per cento, il secondo del +73 per cento. Certo, nulla a che vedere con i picchi massimi toccati ad agosto del 2022 quando il gas raggiunse i 233 euro e l’energia elettrica i 543 euro.

• Oltre 5 milioni di italiani in povertà energetica (PE). La metà è al Sud

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Sono quasi 2,4 milioni le famiglie italiane in povertà energetica (PE). Stiamo parlando di 5,3 milioni di persone che nel 2023 vivevano in abitazioni poco salubri, scarsamente riscaldate d’inverno, poco raffrescate d’estate, con livelli di illuminazione scadenti e con un utilizzo molto contenuto dei principali elettrodomestici bianchi . I nuclei familiari più a rischio sono costituiti da un elevato numero di persone, che si trovano in condizioni di disagio economico e le abitazioni in cui vivono sono in cattivo stato di conservazione. A livello territoriale la situazione più critica si verifica in Calabria, dove il 19,1 per cento delle famiglie, composte da quasi 349mila persone, si trovava in condizioni di PE. Seguono la Basilicata (17,8 per cento) il Molise (17,6 per cento), la Puglia (17,4 per cento) e la Sicilia (14,2 per cento). Le regioni, invece, meno interessate da questo fenomeno sono il Lazio (5,8 per cento del totale delle famiglie), Friuli Venezia Giulia (5,6 per cento) e, in particolare, Umbria e Marche (entrambe con il 4,9 per cento). Due anni fa, il dato medio nazionale era pari al 9 per cento (vedi Tab. 5). A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA che ha elaborato i dati estrapolati dal Rapporto OIPE 2023 .

• Identikit del capofamiglia in PE: disoccupato, pensionato o autonomo

Le principali condizioni professionali del capofamiglia che si trova in PE sono, in linea di massima, tre: disoccupato, pensionato solo e in molti casi, sottolinea la CGIA, quando lavora lo fa come autonomo. Va infine sottolineato che i nuclei più a rischio PE, soprattutto nel Sud, sono quelli che utilizzano il gas quale principale fonte di riscaldamento. Coloro che invece utilizzano altri combustibili (bombole a gas, pellet, gasolio, legna, kerosene, etc.), presentano valori percentuali di rischio più contenuti.

Tab. 1 – Differenze costo energia elettrica

tra microimprese e grandi imprese, nell’Area Euro (*)

Dati relativi al I semestre 2024 (in euro per MW/h, IVA esclusa)

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Rank per maggior costo PAESI AREA EURO MICROIMPRESE

(consumi < 20 MWh) GRANDI IMPRESE

(consumi tra 70mila MWh e 150mila MWh) Quanto pagano in più le microimprese rispetto alle grandi (in %)

1 Francia 252,6 73,9 +241,8

2 Spagna 243,3 81,2 +199,6

3 Portogallo 224,2 81,2 +176,1

4 ITALIA 348,3 131,6 +164,7

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

5 Lituania 292,3 115,1 +154,0

6 Belgio 276,2 111,4 +147,9

7 Grecia 260,5 106,6 +144,4

8 Germania 329,3 139,4 +136,2

9 Austria 266,8 133,0 +100,6

10 Slovacchia 284,4 146,5 +94,1

11 Finlandia 129,2 67,8 +90,6

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

12 Malta 188,2 99,4 +89,3

13 Estonia 221,8 125,6 +76,6

14 Irlanda 324,2 196,6 +64,9

15 Lettonia 248,1 152,3 +62,9

16 Slovenia 234,0 148,0 +58,1

17 Paesi Bassi 310,4 198,3 +56,5

18 Cipro 278,3 221,0 +25,9

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

AREA EURO 294,0 119,0 +147,1

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Eurostat

(*) Dati non disponibili per Croazia e Lussemburgo.

Per le microimprese si è scelta la soglia più bassa (consumo annuo inferiore a 20 MW/h) mentre per le grandi imprese si è scelta la penultima soglia disponibile per la quale erano presenti i dati di 18 paesi; infatti, nella soglia più elevata (>150 mila MW/h) non erano presenti i dati per 7 paesi. A titolo informativo, calcolando per l’Italia, quanto pagano in più le microimprese rispetto alle grandissime imprese (consumi >150 mila MW/h) la percentuale sale addirittura al 207%, ovvero le microimprese pagano più di 3 volte rispetto alle grandissime imprese.

Tab. 2 – Costo dell’energia elettrica per le microimprese (*):

in Italia il costo più elevato dell’Area Euro Dati relativi al I semestre 2024 (in euro per MW/h, IVA esclusa) Rank per

maggior costo

AESI AREA EURO Costo energia elettrica (in euro per MWh, IVA esclusa) Quanto pagano in più le microimprese italiane (in %) rispetto agli altri paesi

1 ITALIA 348,3

2 Germania 329,3 +5,8

3 Irlanda 324,2 +7,4

4 Paesi Bassi 310,4 +12,2

5 Lituania 292,3 +19,2

6 Slovacchia 284,4 +22,5

7 Croazia 278,7 +25,0

8 Cipro 278,3 +25,2

9 Belgio 276,2 +26,1

10 Austria 266,8 +30,5

11 Grecia 260,5 +33,7

12 Francia 252,6 +37,9

13 Lettonia 248,1 +40,4

14 Spagna 243,3 +43,2

15 Slovenia 234,0 +48,8

16 Portogallo 224,2 +55,4

17 Estonia 221,8 +57,0

18 Malta 188,2 +85,1

19 Lussemburgo 164,7 +111,5

20 Finlandia 129,2 +169,6

AREA EURO 294,0 +18,5

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Eurostat

(*) Prezzi (in euro per MWh) riferiti alla fascia di consumo annuo fino a 20MWh; si tratta di soglie particolarmente basse; un consumo annuo di 20 MWh equivale approssimativamente al consumo medio di 10 famiglie italiane.

Tab. 3 – Incidenza tasse/oneri su costo dell’energia elettrica per le microimprese (*):

Dati relativi all’anno 2023 (in euro per MW/h, IVA esclusa)

Costo energia elettrica di cui tasse e oneri inc. % tasse e oneri su costo totale

ITALIA 341 63 18,4

Germania 326 48 14,7

Spagna 264 22 8,5

Francia 285 10 3,5

AREA EURO 314 30 9,6

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Eurostat

(*) Prezzi (in euro per MWh) riferiti alla fascia di consumo annuo fino a 20MWh; si tratta di soglie particolarmente basse; un consumo annuo di 20 MWh equivale approssimativamente al consumo medio di 10 famiglie italiane.

Graf. 1 – Imprese: incidenza voci costo dell’energia elettrica (*)

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Eurostat

(*) Prezzi (in euro per MWh) riferiti per le microimprese alla fascia di consumo annuo fino a 20MWh e per le grandi imprese a quella compresa tra 70 mila e 150 mila MWh.

Tab. 4 – Andamento prezzi gas ed energia elettrica

(Borsa Italiana dell’Energia, anni 2019-2023-2024)

ANNI

media prezzi mensili (*) 2019 2023 2024 Var. %

2024/2019

(pre-covid) Var. %

2024/2023

GAS NATURALE

(prezzo in euro per MWh) 16,1 42,2 36,4 +126,1 -13,8

ENERGIA ELETTRICA

(prezzo in euro per MWh) 52,3 127,4 108,8 +107,9 -14,6

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Gestore Mercati Energetici (GME)

(*) Media semplice dei prezzi dei 12 mesi dell’anno civile (da gennaio a dicembre); per l’energia elettrica il prezzo differisce di qualche centesimo di euro dal prezzo annuale indicato dal GME in quanto si tratta di una media semplice dei mesi e non ponderata; si è scelto di utilizzare la media semplice in modo da confrontare l’energia elettrica con il gas; infatti, per il gas il GME fornisce la media ponderata dell’anno termico che va da ottobre dell’anno precedente (n-1) a settembre dell’anno successivo (n).

Tab. 5 – Stima famiglie e individui in povertà energetica (anno 2023)

RANK per  inc. % REGIONI E RIPARTIZIONI NR FAMIGLIE IN POVERTÀ ENERGETICA

(*) INDIVIDUI IN POVERTÀ ENERGETICA INC. % FAMIGLIE IN POVERTÀ ENERGETICA

1 Calabria 156.639 348.794 19,1

2 Basilicata 42.620 94.274 17,8

3 Molise 23.362 50.560 17,6

4 Puglia 289.533 672.401 17,4

5 Sicilia 297.503 676.622 14,2

6 Sardegna 93.620 194.980 12,5

7 Trentino Alto Adige 54.974 122.594 11,4

8 Campania 215.946 533.387 9,6

9 Abruzzo 47.617 105.923 8,4

10 Piemonte 155.909 325.205 7,7

11 Valle d’Aosta 4.690 9.398 7,7

12 Lombardia 329.925 715.998 7,2

13 Emilia Romagna 146.685 313.952 7,1

14 Liguria 53.698 104.926 7,0

15 Veneto 134.959 303.624 6,3

16 Toscana 104.311 225.420 6,2

17 Lazio 155.531 329.216 5,8

18 Friuli Venezia Giulia 31.940 66.447 5,6

19 Umbria 19.032 41.526 4,9

20 Marche 32.137 72.164 4,9

ITALIA 2.390.631 5.307.411 9,0

NORD OVEST 544.222 1.155.527 7,3

NORD EST368.559806.6177,0

CENTRO311.011668.3255,8

MEZZOGIORNO 1.166.839 2.676.942 13,8

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati OIPE e Istat

(*) Il numero di famiglie in povertà energetica in Italia nel 2023 (quasi 2,4 milioni, pari a poco più di 5,3 milioni di abitanti) è stato calcolato applicando la quota del 9% – individuata nel Rapporto dell’Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica per il 2023 – al numero delle famiglie al 31 dicembre 2023 (26.562.568); si è proceduto con le stesse modalità per calcolare gli individui.

A livello territoriale, la stima del numero di famiglie (e degli individui) in povertà energetica è stata calcolata a partire dalle incidenze percentuali stimate dall’OIPE per ciascuna regione (con una cifra dopo la virgola) opportunatamente moltiplicate per il numero di famiglie (e degli individui) in ogni regione e quadrate sul totale nazionale in modo che la somma dei singoli addendi (delle 20 regioni e delle 4 ripartizioni territoriali) coincida con il totale nazionale.

La povertà energetica (PE) è stata definita per la prima volta in Italia nel 2017 nella Strategia Energetica Nazionale (SEN) e riguarda la “difficoltà di acquistare un paniere minimo di beni e servizi energetici, ovvero alternativamente, in un’accezione di vulnerabilità energetica, quando l’accesso ai servizi energetici implica una distrazione di risorse (in termini di spesa o di reddito) superiore a un valore normale”.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link