Finanza Bergamo, il viceministro Maurizio Leo: «Meno cause con un fisco più umano. Ecco come»

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di
Federico Rota

Intervento all’Accademia della Gdf: «Invertire la rotta: anziché imporre dopo, meglio risolvere prima»

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per le imprese

 

«In Cassazione il 50% del contenzioso civile è tributario». È un dato citato dal viceministro dell’Economia e delle finanze Maurizio Leo, che però si scontra con gli impegni assunti in sede europea visto che fra gli obiettivi connessi al Pnrr c’è quello di ridurre i contenziosi. Ma che, in certa misura, spiega un indirizzo verso un fisco più umano. Leo parla di premialità: «In materia fiscale vogliamo invertire la rotta rispetto a quello che, fino a poco tempo fa, accadeva». Di fronte a un meccanismo in cui l’amministrazione finanziaria svolgeva attività di controllo e ispezione, cui seguivano atti di accertamento e tutto l’iter che ne derivava, ora la volontà è di «agire ex ante: usando strumenti che evitino di andare all’atto impositivo e al contenzioso».

Il viceministro è fra i relatori ospiti all’Accademia della Guardia di Finanza per un convegno sulla regolarità del lavoro e sulla retribuzione organizzato con l’Università di Bergamo, la Sapienza e la Scuola nazionale dell’Amministrazione (Sna). I temi spaziano: mercato del lavoro, concorrenza fra imprese, competitività, evasione degli oneri «che attraverso lo sfruttamento del lavoro vengono sottratti alle casse dello Stato», rileva il comandante dell’Accademia Cosimo Di Gesù. «La formazione è necessaria per rispondere alle esigenze di regolazione e di tutela della società», osserva il rettore Sergio Cavalieri.




















































Maurizio Leo cita due strumenti. Il concordato preventivo biennale, su cui «si potranno fare ulteriori affinamenti», rivolto nello specifico alle 4 milioni e mezzo di partite Iva. Mentre per le imprese più strutturate il regime di adempimento collaborativo detto «cooperative compliance», che prevede di individuare e risolvere in anticipo le situazioni potenzialmente a rischio fiscale. A disposizione di chi oggi ha un fatturato di 750 milioni, questa soglia scenderà progressivamente: «Riguarderà anche le imprese di minori dimensioni, vale a dire quelle che hanno un fatturato inferiore ai 100 milioni — spiega Leo —. In via opzionale potranno accedere a questo meccanismo. I benefici saranno l’eliminazione completa di sanzioni amministrative; e l’altra sanzione penale, quella più scivolosa dell’infedele dichiarazione, anche quella verrà meno».

Il meccanismo di «cooperative compliance» è citato anche da Paola Severino, presidente della Scuola nazionale dell’Amministrazione ed ex ministro della Giustizia: «È un mezzo innovativo che dimostra come dal dialogo fra privato e pubblica amministrazione possano nascere esiti straordinariamente virtuosi». L’accordo che si raggiunge con l’Agenzia delle Entrate, con cui un cittadino «coordina la propria erogazione fiscale è un concetto rivoluzionario», rileva Severino. Ma servono nuove competenze: «Con Maurizio Leo abbiamo creato un dipartimento della Sna che si occupa della formazione dell’alta dirigenza dell’Agenzia delle Entrate».
Accanto alle misure riparatorie, Paola Severino pone l’accento sulla prevenzione: «I profili sanzionatori non sono gli unici con cui si devono affrontare fenomeni illeciti. Il rapporto di partenariato pubblico-privato è uno strumento attraverso cui dobbiamo arrivare a una situazione di prevenzione».

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1 marzo 2025 ( modifica il 1 marzo 2025 | 11:03)

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