I dazi di Trump e il Piemonte: quali settori saranno più colpiti?

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Con l’introduzione dei dazi annunciati dal presidente Donald Trump, l’Italia si prepara a un impatto economico significativo, e il Piemonte, una delle regioni più industrializzate e orientate all’export del Paese, non sarà immune. Come evidenziato nell’analisi nazionale, i settori più colpiti a livello italiano includono meccanica, farmaceutica, automotive, agroalimentare e moda. Ma quali sono le specificità del Piemonte in questo scenario? Esaminiamo i dati e le vulnerabilità regionali, con un focus sui comparti chiave della regione.

L’Export piemontese verso gli USA

Il Piemonte è la terza regione italiana per export verso gli Stati Uniti, con un valore di circa 6,8 miliardi di euro nel 2023 (dati ISTAT), pari a circa il 10% dell’export nazionale verso quel mercato. Gli USA assorbono il 12,5% delle esportazioni piemontesi extra-UE, un dato superiore alla media nazionale (9,8%). Questa forte esposizione al mercato americano rende la regione particolarmente sensibile alle barriere tariffarie, soprattutto nei settori in cui eccelle: automotive, aerospazio, agroalimentare e meccanica di precisione.

I settori più minacciati in Piemonte

1. Automotive

Il settore automobilistico è il fiore all’occhiello dell’economia piemontese, con Torino come storica capitale dell’auto italiana. Nel 2023, il comparto dei mezzi di trasporto (autoveicoli e componentistica) ha generato circa 2,5 miliardi di euro di esportazioni verso gli USA, pari al 37% dell’export regionale verso quel mercato. Aziende come Stellantis (con stabilimenti a Torino e Grugliasco) e una rete di fornitori di componentistica (ad esempio, Magneti Marelli e altre PMI) dipendono fortemente dagli Stati Uniti per la vendita di parti di ricambio e veicoli premium. I dazi al 25%, combinati con quelli già attivi su Messico e Canada (dove molte catene di fornitura sono integrate), potrebbero ridurre le esportazioni piemontesi di questo settore del 12-15%, secondo stime di Confindustria Piemonte, con una perdita di circa 300-400 milioni di euro annui e rischi per migliaia di posti di lavoro.

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2. Meccanica e Aerospazio

La meccanica di precisione e l’aerospazio sono altri pilastri del Piemonte, con esportazioni verso gli USA per 1,8 miliardi di euro nel 2023. Questo settore include macchinari industriali, sistemi robotici e componenti per l’industria aerospaziale, con aziende come Leonardo e Avio Aero che hanno contratti significativi negli Stati Uniti. La dipendenza dal mercato americano è elevata (circa il 28% dell’export extra-UE del comparto), e un dazio del 20% potrebbe tradursi in una contrazione delle vendite pari a 250-300 milioni di euro, colpendo soprattutto le PMI della filiera meccanica sparse tra Torino, Biella e Cuneo.

3. Agroalimentare

L’agroalimentare piemontese, sinonimo di qualità, ha esportato circa 800 milioni di euro di prodotti verso gli USA nel 2023, rappresentando il 12% dell’export regionale verso quel mercato. Vini (come Barolo e Barbaresco), nocciole (il Piemonte produce il 90% delle nocciole italiane), cioccolato (Ferrero ha una forte presenza negli USA) e formaggi (Gorgonzola e Castelmagno) sono i prodotti di punta. Durante il primo mandato di Trump, i dazi sui formaggi italiani hanno già causato perdite del 20% per alcune DOP piemontesi. Oggi, un nuovo aumento tariffario al 25% potrebbe ridurre le esportazioni agroalimentari regionali di 150-200 milioni di euro, con un impatto diretto su aziende agricole e cooperative nelle Langhe, nel Roero e nel Monferrato.

4. Chimica e Farmaceutica

Il Piemonte è anche un hub per la chimica e la farmaceutica, con esportazioni verso gli USA per circa 600 milioni di euro nel 2023. Il polo chimico di Novara e aziende farmaceutiche come Chiesi (con attività nella regione) sono vulnerabili a dazi che potrebbero aumentare i costi dei principi attivi e dei farmaci esportati. Sebbene meno esposto rispetto ad automotive e meccanica, questo settore potrebbe subire una flessione delle vendite del 10-12%, pari a 60-80 milioni di euro, con ripercussioni su occupazione e investimenti in ricerca.

Impatti Economici e Occupazionali

Secondo l’Unione Industriale Torino, i dazi potrebbero costare al Piemonte tra 700 milioni e 1 miliardo di euro di export annuo, con una perdita di PIL regionale stimata tra lo 0,8% e l’1,2%. Il comparto automotive e meccanico, che insieme impiegano oltre 120.000 addetti nella regione, potrebbe vedere a rischio 5.000-7.000 posti di lavoro, soprattutto nelle piccole e medie imprese della filiera. L’agroalimentare, con le sue 20.000 aziende agricole, potrebbe subire una contrazione significativa nei ricavi, penalizzando le aree rurali già fragili.

Le specificità regionali e le possibili contromisure

Il Piemonte si distingue per la sua concentrazione di filiere integrate con il Nord America, un vantaggio che oggi diventa un punto di vulnerabilità. La Regione Piemonte, in collaborazione con le associazioni di categoria, sta valutando strategie di diversificazione dei mercati (ad esempio, rafforzando i legami con Asia e Medio Oriente) e incentivi per l’innovazione, come la digitalizzazione delle PMI. Tuttavia, la dipendenza dagli USA rimane un ostacolo strutturale. A livello nazionale, il governo italiano potrebbe spingere per esenzioni settoriali nell’ambito dei negoziati UE-USA, sfruttando il peso del Piemonte nell’automotive e nell’aerospazio, comparti strategici anche per gli americani.

 Si ringrazia per l’analisi dei Big Data Biportal.it – Business Intelligence Portal



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