il “flop” delle opere pubbliche in Calabria

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CATANZARO “Progettazione inadeguata, omessa vigilanza nella realizzazione e scarsa qualità dei materiali”. Il “flop” delle opere pubbliche in Calabria emerge plasticamente dalla relazione della Procura regionale della Corte dei Conti per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, all’esito della attività inquirente che – si legge – si è soffermata su alcuni casi di specie: il tratto autostradale Mileto-Rosarno, la Diga sul Fiume Melito, Trasversale delle Serre, il Ponte sulla Sila Mare, il Ponte Morandi di Catanzaro. Attività inquirente che – prosegue la relazione del procuratore contabile Ermenegildo Palma – «registra l’alta frequenza di episodi in cui si è accertata la violazione delle regole tecniche, degli obblighi contrattuali di realizzazione del progetto e di quelli di vigilanza e controllo in corso d’opera. Egualmente frequenti sono le violazioni degli obblighi di certificazione della corretta esecuzione dell’opera in sede di collaudo». Per la Procura contabile «si tratta di illeciti che, al di là dei profili di danno che ne conseguono, hanno prospettato l’attualità del tema della sicurezza dell’opera stessa e dei costi che l’intervento di messa in sicurezza o di ricostruzione dell’opera a regola d’arte accolla alla comunità. Le indagini condotte e, ancor più quelle in corso, registrano peraltro il costante sforamento dei tempi tecnici in presenza della necessità prospettata in corso d’opera di approvare varianti al progetto, in larga parte necessarie per far fronte ad errori o incongruenze del progetto iniziale. Comune a tutte le ipotesi in esame è la scarsa professionalità dei responsabili della conduzione del progetto e di quelli cui spettano la vigilanza in corso di esecuzione ed il controllo della corretta realizzazione dell’opera, cui è imputabile – al di là del costo sociale di opere incompiute e, in alcuni casi, quello della spesa inutile per opere poi 37uro unitaria e, quindi, non più realizzabili – il concorso nella responsabilità per la messa in esercizio di opere in cui è elevatissima la probabilità di eventi disastrosi. Con ogni conseguente ed inaccettabile rischio di eventi lesivi della vita umana».

Il cantiere della diga del Melito, una delle grandi incompiute in Calabria

I casi esemplari

Quindi, la Procura della Corte dei Conti cita i casi emblematici di opere pubbliche “flop”: «La locale Sezione ha accertato la responsabilità di progettisti, Rup e del direttore dei lavori per l’omessa ed insufficiente valutazione del rischio idraulico dell’area in cui si è in esercizio una porzione dell’Autostrada A2 – tratto Mileto-Rosarno concretamente soggetta al rischio di inondazione da parte del sottostante fiume Mesima, e del mancato controllo da parte del direttore dei lavori e del direttore operativo dei conglomerati bituminosi utilizzati per asfaltare l’area autostradale, oggi percorribile alla velocità di soli 80 chilometri orari a causa della scarsa qualità del materiale bituminoso utilizzato. L’importo della condanna è euro 7.780.000,00. L’esito della Ctu ha evidenziato: che “gli strati del conglomerato utilizzato per asfaltare l’area non sono qualitativamente conformi a quanto richiesto dalla normativa di settore e previsto nel contratto con l’appaltatore” e che “per il tappeto d’usura drenante” sono state operate difformità in termini di spessore (in media del 30%), aderenza trasversale (in media del 18%), regolarità superficiale (in media dell’1%) e drenaggio (in media del 46%); che “il direttore dei lavori, il Rup ed il direttore operativo di cantiere abbiano alterato i valori iscritti in contabilità inserendo lavori non effettivamente realizzati”». Ma il ventaglio di fattispecie – prosegue la relazione della Procura della Corte dei Conti – «è estremamente ampio e vario e ricomprende: gli errori progettuali per la costruzione della diga sul fiume Melito – peraltro reiteratamente segnalati dal Registro italiano Dighe del Ministero delle Infrastrutture e che hanno determinato dopo anni e ingenti spese – più di 100 milioni – la cancellazione dell’opera ritenuta, ancora oggi, di particolare utilità/necessità per il territorio; l’omissione di iniziative – non soltanto di vigilanza e controllo – a fronte di una progettazione carente che ha richiesto perizie di variante per consentire la realizzazione funzionale ed in sicurezza della “ Trasversale delle Serre” (Strada Statale 182) ad oggi e dal 2017 ancora in fase di realizzazione con una esplosione dei costi iniziali da 221 milioni a 521 milioni ed in atto commissariata; i costi di ripristino e messa in sicurezza del ponte sulla statale 117 che collega Longobucco con la costa Jonica, costruito nel 2016 e nel quale ha ceduto un pilastro portante a seguito di un evento di piena di una fiumara (Trionto); i costi di ripristino e messa in sicurezza del Viadotto Bisantis interessato da lavori di manutenzione e per il quale è stata accertata, tra le altre, la scarsa qualità della malta cementizia, difforme da quella di progetto». (a. cant.)

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