Influenza, il picco è stato superato ma resta il nodo anziani che non si vaccinano

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di
Michela Nicolussi Moro

In Veneto polmoniti e miocarditi nella media stagionale: ospedali in allerta perché nei soggetti non immunizzati la malattia può degenerare

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Superato il picco, ora i casi di influenza e i contagi causati da altri virus in circolazione (Sars-CoV2, virus respiratorio sinciziale, Rhinovirus, Adenovirus e virus parainfluenzali) sono in calo. Lo rivela l’ultimo report di Azienda Zero aggiornato al 25 febbraio, che mostra una leggera ripresa solo nelle fasce d’età 21-22 anni e 23-24. Andamento confermato dal «Rapporto epidemiologico RespiVirNet» elaborato dall’Istituto Superiore di Sanità sulla base delle segnalazioni dei medici e dei pediatri sentinella e che nella settimana fra il 17 e il 23 febbraio ha visto passare il Veneto dalla zona arancione (media intensità della diffusione della malattia di stagione) all’area gialla (bassa intensità). Rispetto alla media nazionale di 12,3 casi per mille abitanti la regione ne indica 10,13 per mille, con il picco di 29,13 per mille (36 per mille in Italia)tra zero e 4 anni, la fascia più colpita.

La copertura degli over 65

L’epidemia è stata contenuta anche grazie alle vaccinazioni: somministrate 850mila del milione di dosi acquistate dalla Regione e distribuite tra Usl, medici di famiglia e pediatri di libera scelta. La copertura degli over 65 è del 50%, sotto la soglia ottimale del 90% e anche di quella intermedia del 70%. La Regione ha inoltre attivato un ulteriore monitoraggio sentinella sugli accessi in Pronto Soccorso per motivi respiratori (tosse e dispnea; febbre e patologie respiratorie), funzionale all’avvio di una sorveglianza condotta a livello nazionale dal ministero della Salute in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità. 




















































Le curve in discesa

Nell’ultima settimana nei Pronto Soccorso le curve sono in discesa, fatta eccezione per una piccola ripresa in quelli di Conegliano e Vicenza. Gli ospedali sono comunque in allerta, perché nei soggetti non vaccinati l’influenza può degenerare in polmonite. «Quest’anno ne abbiamo viste due, in trentenni non vaccinati — dichiara la professoressa Annamaria Cattelan, primario di Malattie infettive in Azienda ospedaliera a Padova — siamo nel trend stagionale. Non si è registrato un incremento di questa complicanza, nemmeno in termini di accessi al Pronto Soccorso. Pochi casi anche di Covid-19 e virus respiratorio sinciziale, insomma la situazione al momento non desta preoccupazione».

La miocardite

Qualche problema in più invece per le Cardiologie, a causa di un’altra complicanza dell’influenza, diagnosticata per lo più in giovani non vaccinati: la miocardite. Cioè l’infiammazione del miocardio, che sette volte su dieci è dovuta proprio a un virus, spiegano i cardiologi. Da Natale ai giorni scorsi la miocardite acuta è costata la vita a tre pazienti sotto i 40 anni ricoverati a Padova. «La Cardiologia dell’Azienda ospedaliera padovana è un centro di terzo livello, le vengono indirizzati i casi più gravi dagli ospedali periferici della regione e quindi ne vede di più — spiega il dottor Claudio Bilato, past presidente di Anmco Veneto (l’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri) e primario ad Arzignano —. In realtà anche quest’anno siamo nella media stagionale di qualche decina di pazienti colpiti da miocardite legata all’influenza, il 99% dei quali guarisce. Solo nei casi più rari purtroppo l’esito è fatale, ma non c’è un incremento dei ricoveri per questa patologia». Ma perché l’influenza può arrivare al cuore? «Perché il virus attiva una reazione autoimmunitaria che interessa anche le cellule del miocardio e può provocare danni al cuore — illustra Bilato —. È più facile che ciò accada in giovani non vaccinati. È uno dei motivi per i quali è consigliato di immunizzarsi contro la malattia di stagione».

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