Sfide vinte e progetti futuri hanno catturato l’attenzione di un pubblico numeroso.
Non è stata solo la presentazione di un libro seppur di grande interesse come “La buona scuola” di Rachele Furfaro, ma l’occasione, grazie alla presenza dell’autrice, di affrontare l’argomento scuola sotto molteplici aspetti disegnando l’attuale situazione con particolare riferimento a quella che vivono alcune regioni italiane e i progetti futuri. A spiegare e a raccontare è una donna, una docente che ha raggiunto obiettivi all’inizio impensabili, in zone come i Quartieri Spagnoli di Napoli, dove ha fondato e dirige dal 1985 le scuole attive “Dalla parte dei bambini”, oggi network di ben 5 sedi. Esperta di pedagogia dell’apprendimento cooperativo e di politiche culturali, insegnante di ruolo della scuola primaria statale dal 1878 al 1991, nonché assessore al Comune di Napoli prima all’Istruzione poi alla cultura sotto la guida dell’allora sindaco Bassolino.
La presenza di Rachele Furfaro a Lanciano, si inserisce nell’ambito del progetto “La Pace tra memoria e futuro” e in questo percorso i diritti e l’inclusione hanno un ruolo fondamentale. Lo ha ricordato Mariella Di Lallo, presidente dell’Associazione Davide Orecchioni e referente per l’Abruzzo della Robert Kennedy, nell’intervento introduttivo, sottolineando la ricchezza dei contenuti del libro e l’importanza di avere una voce tanto autorevole nel campo della didattica destinata alla scuola primaria.
La prima domanda alla Furfaro è arrivata da Gianni Orecchioni, ex dirigente scolastico e presidente della Casa editrice Carabba che pure ha voluto rimarcare l’importanza di tornare a parlare di scuola e di farlo a un livello alto, con una grande protagonista. “Sono contento di questo incontro che mette al centro un argomento di cui si parla poco e male – ha detto Orecchioni leggendo alcune righe significative del libro – l’Italia è il Paese che investe meno nella scuola, nel 2021 quasi il 26 per cento dei giovani ha lasciato la scuola prima del diploma e 543 mila ragazzi hanno abbandonato dopo le medie”. Numeri che fanno riflettere e che dicono con chiarezza qual è la condizione della scuola nel nostro Paese.
Rachele Furfaro ha scelto da oltre 40 anni di cominciare dai più piccoli, di rivolgere quindi competenza, professionalità, passione e sensibilità nella costruzione di una nuova idea di scuola, un percorso faticosa, ma la scommessa è stata vinta. La scuola “Dalla parte dei bambini” ha dato vita a una rigenerazione sociale. “Abbiamo bisogno di passare a una scuola fuori dagli schemi, diversa da quella istituzionale – ha evidenziato la Furfaro davanti a un pubblico numeroso e attento – Le regioni del mezzogiorno pagano il prezzo più alto. A Palermo quasi 4 ragazzi su 10 abbandonano la scuola, anche la primaria e questo è un problema molto serio che non può e non deve essere ignorato. Se l’abbandono scolastico ha toccato questi numeri vuol dire che è il sistema che va ripensato. Noi stiamo attraversando una crisi profonda, viviamo una scuola disconnessa dalla realtà. La scuola non deve trasmettere solo saperi ma insegnare a vivere, noi siamo una scuola pubblica paritaria e spesso chiediamo di non utilizzare i libri del ministero”. Ha puntato l’accento anche sulla delicata situazione che si è verificata dopo il Covid. “Siamo stati il Paese che è tornato a scuola più tardi per non parlare della Campania che ha chiuso da ottobre ad aprile, una decisione intollerabile che ci ha spinto a scendere in piazza e a manifestare. Credo inoltre che sia fondamentale una seria formazione dei docenti e dei dirigenti. Il nostro è un progetto interdisciplinare, il mio racconto non nasce da un’esperienza solitaria, tutt’altro”. Si tratta quindi di progetti condivisi portati avanti con convinzione come la creazione di una rete di scuole. “Vogliamo ricominciare a parlare e di inclusione – ha aggiunto Rachele Furfaro – abbiamo classi ghetto e classi di serie A con un divario che si allarga sempre di più concretizzando due realtà molto diverse, eppure i nostri padri costituenti hanno scritto nel nome dell’inclusione che per noi è un valore imprescindibile.
Continua, dunque, il lavoro per la costruzione di una rete di scuole alla quale hanno già aderito quasi tutte le regioni. “Non ho avuto esitazione nell’abbracciare questo progetto – ha detto Luigia Romagnoli dirigente dell’Istituto Comprensivo di Loreto, che ha pure ribadito l’efficacia del libro della Furfaro specialmente per i docenti e per tutti gli operatori del mondo scolastico”.
Applausi calorosi hanno salutato Rachele Furfaro e la sua “Buona Scuola”. Il suo lavoro insieme alle sue preziose collaboratrici va avanti con determinazione ed entusiasmo e ora l’impegno è rivolto anche a un altro quartiere difficile “Ballarò” di Palermo.
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