L’Italia accelera sul nucleare. Ieri il Consiglio dei ministri ha approvato una legge delega al governo sul nuovo nucleare sostenibile. Quattro gli obiettivi fissati: disciplinare la produzione di energia attraverso i nuovi moduli, lo smantellamento delle vecchie centrali, la gestione di rifiuti e combustibile esaurito, ricerca e sviluppo su energia da fusione, riorganizzazione competenze e funzioni.
Nel progetto dell’esecutivo, il nucleare di nuova generazione e le rinnovabili consentiranno di centrare gli obiettivi della decarbonizzazione, garantendo la piena sicurezza energetica del Paese. L’atomo è necessario per affrontare le sfide del futuro, con buona pace degli integralisti green, che nelle loro filippiche gonfie e affettate fanno finta di non sapere come funzionano gli strumenti di nuova generazione, lontani parenti delle grandi centrali.
Ma c’è di più, perché il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha già fissato la data: i primi reattori di nuova generazione sono previsti intorno al 2030. “Ne sono convinto” la conferma del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica nel suo intervento al “Forum in Masseria – Winter Edition: “La legge delega, licenziata il 28 febbraio dal Consiglio dei ministri, andrà alle Camere settimana prossima e ci sarà certamente molto dibattito – riporta Milano Finanza – Mi auguro per fine anno che venga approvata. Da lì ci sono 12 mesi per avere i decreti legislativi. Così avremo un quadro giuridico e saremo pronti, potremmo fare una valutazione nel merito e sui costi”.
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“L’obiettivo che si pone il provvedimento è raggiungere, con il contributo di questa innovativa fonte di energia, caratterizzata per essere ‘green’, programmabile e continua, i target di decarbonizzazione e sicurezza energetica, così come delineati dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima. Il nuovo nucleare dovrà assicurare energia sufficiente a prezzi accessibili, con un contenimento dei costi energetici e il rafforzamento della competitività del sistema” si legge nella nota diffusa dal governo. La delega prevede che l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni “adotti una serie di decreti legislativi, entro 12 mesi dall’entrata in vigore, per disciplinare in maniera organica l’intero ciclo di vita della nuova energia sostenibile, attraverso la stesura di un Programma nazionale: dalla sperimentazione, localizzazione, costruzione ed esercizio dei nuovi moduli al tema della fabbricazione e riprocessamento del combustibile che sarà affrontato in una visione di economia circolare”.
Un passo avanti importante per un futuro energetico sostenibile, ma non solo. Il ritorno al nucleare è fondamentale anche dal punto di vista economico. I numeri non lasciano grandi margini di interpretazione: secondo i calcoli realizzati da Bain & Company, il mancato ritorno all’atomo vale tra i 15 e i 20 miliardi l’anno. E attenzione, parliamo di cifre destinate ad aumentare secondo gli esperti. Per questo è impossibile trascurare la necessità di un cambio di passo sul dossier.
Giorgia Meloni ha tracciato la strada. Il governo ha deciso “di guardare al futuro con scelte di lungo periodo, perché è questo quello che serve all’Italia: scelte coraggiose e strutturali. È l’impegno che abbiamo assunto con gli italiani ed è l’impegno che intendiamo rispettare”, ha spiegato il primo ministro, che ha parlato di un “provvedimento per garantire energia sicura, pulita, a basso costo, capace di assicurare sicurezza energetica e indipendenza strategica all’Italia”.
Un’energia pulita e di ultima generazione, capace di garantire sicurezza e indipendenza strategica: non c’è altra strada, soprattutto in un periodo storico come quello attuale contraddistinto da una crisi energetica senza precedenti. Senza dimenticare che investire in un sistema energetico moderno come il nucleare di ultima generazione crea anche posti di lavoro e opportunità di crescita economica nel medio e lungo termine.
Franco Lodige, 1 marzo 2025
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