SolarPanelRecycling.com ha lanciato negli Stati Uniti la prima linea di riciclo dedicata ai pannelli solari bifacciali. L’azienda di Salisbury, nella Carolina del Nord, spiega che la nuova linea consente la separazione pulita del vetro dei moduli bifacciali con un’elevatissima efficienza e tassi di recupero del 99% o superiori. Se tutto andrà come il previsto, è una notizia che potrebbe ridefinire gli standard industriali per il settore del fotovoltaico, migliorandone notevolmente la sostenibilità ambientale.
Infatti, mentre finora il mercato dell’energia solare era dominato dai pannelli solari monofacciali, l’industria sta adottando gradualmente, ma con un ritmo di crescita costante, la tecnologia dei moduli bifacciali, a causa della loro maggiore efficienza e ai rendimenti energetici superiori. “Il futuro del riciclo nel fotovoltaico richiede innovazione e SPR è impegnata a fare da apripista stabilendo le migliori pratiche”, afferma Brett C. Henderson, amministratore delegato dell’azienda. “Il nostro investimento in una linea di riciclo per pannelli bifacciali è un passo per garantire che i nostri servizi di riciclo siano scalabili e che possiamo massimizzare il recupero, ridurre i rifiuti e favorire gli obiettivi di sostenibilità del settore”.
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Il futuro è nei pannelli bifacciali: per l’Italia è un’occasione
Se il fotovoltaico è la fonte rinnovabile del futuro e se l’aspetto cruciale per l’affermazione definitiva sono i costi di produzione energetica, nel futuro prossimo occorre incrementare le prestazioni delle attuali tecnologie basate sul silicio, quindi con un minore costo di produzione e una maggiore resa della cella fotovoltaica. La ricerca si è concentrata principalmente sulla possibilità di riuscire a sfruttare non solo la luce diretta ma anche quella indiretta con i pannelli bifacciali: un’opzione vantaggiosa perché aumenta il rendimento e permette di ridurre i costi.
Nei moduli realizzati con la tecnologia Perc (acronimo di Passivated Emitter and Rear Cell) una superficie riflettente è installata nella parte inferiore del pannello, per riflettere indietro nel modulo fotovoltaico l’energia solare che la cella non è riuscita a trasformare immediatamente in elettricità, con un aumento notevole dell’efficienza del modulo fotovoltaico e la possibilità di ridurre la superficie destinata ai pannelli solari.
La buona notizia è che l’Italia, in questo campo, è avvantaggiata. Enel, infatti, ha realizzato a Catania la gigafactory 3Sun, dove è stata sviluppata una tecnologia bifacciale ad eterogiunzione (per una maggiore potenza massima) molto promettente che permette di raggiungere rendimenti superiori alla media. Oggi gli impianti fotovoltaici ad alto rendimento hanno un’efficienza della cella compresa tra il 19 e il 22%. La cella elaborata da 3Sun è in grado di trasformare in elettricità fino al 25% dell’energia solare che impatta i moduli fotovoltaici, segnando in più occasioni il record mondiale di efficienza per celle commerciali.
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Cosa cambia nel riciclo dei pannelli bifacciali
Secondo l’Agenzia Internazionale dell’energia, attraverso il documento IEA Photovoltaic Power System Programme (IEA-PVPS), i moduli bifacciali rappresenteranno oltre il 70% del mercato entro il 2033. SolarPanelRecycling.com afferma che la sua nuova linea automatizzata è in grado di soddisfare la domanda di riciclo dei pannelli bifacciali e di aver già registrato un aumento dei moduli bifacciali che entrano nel flusso di riciclo a causa dei pannelli danneggiati durante il trasporto, l’installazione o le condizioni atmosferiche estreme.
L’azienda ha individuato le inefficienze che le linee di riciclo monofacciali presentavano per i moduli bifacciali, in particolare per quanto riguarda i tassi di recupero del vetro. A differenza dei processi che triturano i pannelli interi, mescolando silicio, vetro, metalli e plastica in rottami “inutilizzabili”, il processo di SPR garantisce una separazione pulita di tutti i componenti prima di restituirli alla catena di produzione.
“Il vero riciclo dei pannelli solari va oltre la frantumazione dei moduli fotovoltaici. Richiede prodotti separati in modo pulito che possano rientrare nella catena di approvvigionamento, creando un valore reale e riducendo al minimo l’impatto ambientale. Questa nuova tecnologia segna un’importante pietra miliare per SPR e per l’industria dell’energia solare nel suo complesso”, conclude Brett C. Henderson.
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