Sala gremita al Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca per il convegno organizzato dall’associazione “Invece del Ponte”, dedicato agli aspetti giuridici, economici e ambientali del progetto del ponte sullo Stretto di Messina.
In apertura, il presidente dell’associazione, Guido Signorino, ha denunciato l’inconsistenza di un progetto che continua a reggersi su basi fragili. Ritardi e promesse disattese dimostrano l’approssimazione con cui si sta portando avanti l’intera operazione. Signorino ha evidenziato il tentativo di forzare regole e procedure, paventando una gigantesca speculazione.
L’economista Francesco Ramella, dell’Università di Torino, ha analizzato la valutazione economica prodotta dalla stessa società Stretto di Messina, sottolineando il palese conflitto d’interessi, visto che è proprio la società incaricata di realizzare l’opera. Ramella ha mostrato come i presunti vantaggi economici siano incerti e, in ogni caso, nettamente inferiori ai costi. Per giustificare l’opera, vengono sovrastimati in modo arbitrario benefici ambientali privi di fondamento scientifico. Lo studioso ha poi sollevato un interrogativo: è giusto sprecare risorse così ingenti anziché investirle in interventi realmente utili per il Sud? La risposta, alla luce dei dati, è chiara: esistono alternative migliori.
Il professore Filippo Cucinotta, dell’Università di Messina, ha smontato la narrazione ambientalista a favore del ponte. Il presunto azzeramento delle emissioni legato alla sostituzione dei traghetti è privo di fondamento: i dati reali raccontano un’altra storia. L’analisi costi-benefici si basa su stime esagerate e non considera in modo adeguato le emissioni prodotte sia durante la costruzione sia durante l’esercizio del ponte. Il risultato è una sopravvalutazione del beneficio ambientale e una sottovalutazione dell’impatto complessivo. Secondo Cucinotta, l’intera valutazione ambientale andrebbe rifatta con criteri scientifici rigorosi, come previsto dalle norme ISO. Un’analisi condotta in modo corretto e indipendente restituirebbe un bilancio ambientale decisamente più negativo.
Sulla procedura di approvazione è intervenuto Gaetano Benedetto, dell’ufficio studi WWF, ricordando come la Commissione VIA abbia già espresso parere negativo sulla Valutazione di Incidenza Ambientale, vista la minaccia per habitat e specie protette di interesse comunitario. Proprio per questo motivo è necessario attivare una procedura specifica di “III livello”, secondo le direttive europee. È anche per questa ragione che il CIPESS non è riuscito finora ad approvare il progetto. Benedetto ha poi sottolineato che il ponte non è un’opera isolata, ma parte di un complesso programma di interventi che avrebbe richiesto una Valutazione Ambientale Strategica, inspiegabilmente mai svolta. Di fronte a tali violazioni, ha annunciato l’avvio di un nuovo contenzioso e un reclamo formale a livello europeo, sollecitando il sindaco di Messina a difendere i cittadini, come già stanno facendo i sindaci di Villa San Giovanni e Reggio Calabria.
Ampio spazio anche agli interventi politici.
Barbara Floridia (M5S) ha definito illegittima e forzata la valutazione positiva della Commissione VIA, ricordando inoltre che i 510 milioni di euro destinati al potenziamento del traghettamento ferroviario sono scomparsi nel nulla. Floridia ha denunciato la propaganda portata avanti dal ministro Salvini, del tutto scollegata dalle reali esigenze di Messina, città alle prese con una grave emergenza idrica. “Il progetto del ponte è un insulto al valore della bellezza”, ha concluso.
Il senatore Antonio Nicita (PD) ha elogiato i relatori per aver smascherato le numerose lacune di un progetto tuttora incompleto, nonostante abbia già drenato enormi risorse pubbliche. Nicita ha denunciato l’assenza di un confronto serio sulle possibili alternative e il metodo con cui si è portato avanti l’iter, tra forzature legislative ed emendamenti ad hoc, con la complicità dei presidenti di Sicilia e Calabria, responsabili di aver sacrificato 1,3 miliardi di fondi di coesione e sviluppo.
Infine, Angelo Bonelli (Europa Verde-Avs) ha lanciato l’allarme sul rischio di uno strappo democratico, con regole e norme calpestate pur di realizzare l’opera. Ha ricordato le inchieste di Report e i controversi incontri tra il presidente del Comitato scientifico della Stretto di Messina e l’ex ministro Lunardi. “Non arretreremo di un passo”, ha promesso Bonelli, annunciando ulteriori battaglie a Bruxelles e presso la Procura generale europea per bloccare ogni forzatura. Anche Bonelli, in chiusura, ha rivolto un appello al sindaco di Messina: difendere il proprio territorio è l’unica scelta di dignità possibile.
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