Sciortino: «Abbiamo dimostrato di saper progettare questa tecnologia, ora dobbiamo dimostrare di saperla costruire. Entro la fine degli anni ’30 vogliamo rendere disponibile questa energia illimitata, sicura e pulita»
La strada verso centrali a fusione commerciali è sempre più vicina. La startup europea Proxima Fusion, fondata nel 2023 come spin-off dell’Istituto Max Planck di Fisica del Plasma, ha ottenuto la validazione scientifica per Stellaris, un progetto innovativo di centrale a fusione che offrirebbe accesso commercialmente sostenibile a questo tipo di energia. Lo studio, pubblicato su Fusion Engineering and Design, dimostra che gli stellarator, una tecnologia finora poco sfruttata, potrebbero essere una soluzione concreta per l’energia pulita e illimitata. La sede di Proxima è a Monaco di Baviera, per la vicinanza con il Max Planck Institute, ma due dei cinque fondatori sono italiani: il ceo Francesco Sciortino e il Coo Lucio Milanese. Entrambi, in passato, hanno lavorato sui Tokamak, il metodo più tradizionale di fusione, ma nel 2022 è stato dimostrato che gli stellarator potrebbero essere un’alternativa valida. «Gli Stellarator sono dispositivi più complessi da progettare, ma più stabili nel funzionamento rispetto ai Tokamak», ha spiegato Sciortino.
La ricerca
Stellaris si basa sui risultati dell’esperimento W7-X in Germania, il più avanzato stellarator al mondo, guidato dal Max Planck Institute. Il progetto segna il cammino verso la prima centrale progettata per funzionare in modo continuo e affidabile, grazie a magneti superconduttori ad alta temperatura (Hts), che ne riducono le dimensioni e aumentano l’efficienza. Una risorsa fondamentale in un momento in cui il fabbisogno energetico cresce e la sicurezza degli approvvigionamenti è cruciale. «È la prima volta nella storia che un gruppo dimostra che c’è un design che concettualmente è fattibile – ha aggiunto il ceo -. Non diciamo che sia semplice o economico, ma ora sappiamo che si può fare. Quando riusciremo a creare le centrali a fusione, entreremo in una nuova fase della civiltà umana».
Gli obiettivi
Proxima Fusion ha già raccolto 57,5 milioni di euro tra investimenti pubblici e privati. Il prossimo passo è la costruzione del magnete superconduttore, prevista per il 2027. «Abbiamo dimostrato di saper progettare questa tecnologia, ora dobbiamo dimostrare di saperla costruire». Nel 2031, la startup intende realizzare Alpha, il primo impianto dimostrativo in grado di produrre energia netta da fusione in modo continuo. «Sarà più piccolo di W7-X, ma molto più potente» e Proxima è alla ricerca di investitori per costruirlo. «Il nostro obiettivo è trovare contratti per costruire una vera centrale a fusione, che dovrà essere finanziata da compagnie energetiche e governi», aggiunge Sciortino. «Entro la fine degli anni ’30 vogliamo rendere disponibile questa energia illimitata, sicura e pulita. Oltre la fusione, non c’è nulla. Non sarà solo una rivoluzione energetica, ma anche geopolitica: i Paesi non dipenderanno più dalle risorse naturali, ma dalla loro capacità di sviluppare tecnologia».
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