tra informazione pubblica e prevenzione oncologica

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La questione delle mutazioni nei geni brca1 e brca2 ha attratto l’attenzione sia degli esperti che del grande pubblico, specialmente in seguito alle rivelazioni di personalità come Angelina Jolie. Queste mutazioni aumentano il rischio di sviluppare tumori come quello al seno e all’ovaio, ma allo stesso tempo possono essere viste come un’opportunità per adottare misure preventive. Recentemente, è stata lanciata una campagna di sensibilizzazione sui tumori eredo-familiari, per incoraggiare le persone a informarsi e a prendere decisioni consapevoli riguardo alla propria salute.

La storicizzazione delle mutazioni genetiche

La storia delle mutazioni nei geni brca1 e brca2 è diventata un tema di grande rilevanza grazie alla narrazione pubblica di celebrità e professionisti nel settore della sanità. Domenica Lorusso, docente all’Humanitas University di Rozzano e responsabile dell’Unità operativa di Ginecologia oncologica medica, sottolinea l’importanza della visibilità mediatica nel diffondere conoscenze riguardanti l’argomento. Secondo Lorusso, il racconto di individui come Angelina Jolie ha avuto un impatto che va oltre trent’anni di studi e ricerche. La sua testimonianza ha reso accessibili concetti complessi e spinta molte persone a riflettere sul proprio stato di salute.

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Un esempio emblematico in Italia è rappresentato da Bianca Balti, che, condividendo la propria storia, ha incoraggiato la discussione pubblica su questi temi. Nonostante sia consapevole della propria predisposizione alla malattia, Balti ha scelto di affrontare la situazione in modo personale, optando per la possibilità di una gravidanza invece di sottoporsi immediatamente a interventi chirurgici. La sua esperienza mette in luce anche la difficoltà di prendere decisioni in un contesto di incertezze.

Le statistiche sulla predisposizione ai tumori

Dal punto di vista scientifico, è evidente che non tutti i tumori sono legati a fattori ereditari, eppure circa il 15% dei tumori totali risulta associato a mutazioni genetiche. In particolare, nel campo della ginecologia, si stima che circa il 20% dei tumori ovarici sierosi di alto grado possano derivare dalle mutazioni brca1 e brca2. Queste informazioni sono fondamentali per le donne che potrebbero essere a rischio, ma è importante anche considerare che esistono altri geni che possono influire sull’insorgenza dei tumori, ampliando ulteriormente l’elenco delle possibilità ereditarie.

È cruciale comprendere che avere una mutazione non implica automaticamente lo sviluppo di un tumore, ma aumenta la probabilità di sviluppare certi tipi di cancro. Ciò si applica sia ai tumori dell’ovaio che a quelli del seno, del pancreas, e persino a certi melanomi e tumori alla prostata. Questa coscienza crescente è essenziale per prendere decisioni informate sulle strategie di prevenzione.

La campagna per la consapevolezza e la prevenzione

Con l’obbiettivo di diffondere maggiore consapevolezza sui tumori eredo-familiari, è stata avviata una campagna di informazione in collaborazione con AstraZeneca e MSD, patrocinata da diverse entità. Questa iniziativa ha un messaggio chiaro: “Conoscerli è il primo passo”. Il focus è sulla necessità di educare e sensibilizzare il pubblico, affinché possa adottare atteggiamenti proattivi nei confronti della propria salute, comprendendo che ci sono metodologie di prevenzione primaria e secondaria.

Il messaggio principale è che la conoscenza e la trasparenza possono aiutare le persone a prendere decisioni consapevoli. Le testimonianze dirette, come quelle di Bianca Balti, non sono solo statistiche, ma racconti di vita che possono ispirare cambiamenti e comportamenti proattivi. Con una maggiore informazione, è possibile combattere contro le malattie oncologiche con strategie lungimiranti, puntando ad abbattere il rischio attraverso la prevenzione.

Un’adeguata preparazione e informazione riguardo alle proprie predisposizioni genetiche possono davvero fare la differenza. Le persone hanno la possibilità di affrontare queste tematiche con maggiore serenità, e questo può tradursi in scelte che migliorano la qualità della vita, nonostante le sfide legate a patologie come il cancro.





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