Il 118 in crisi fra veleni e missioni in Albania: «Il sistema è nel caos» – Torino Cronaca

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Conto e carta

difficile da pignorare

 


Cartelli ironici, lotte interne, medici e infermieri che mancano e missioni in Albania per trovarli: il sistema 118, quello che da cui dipendono le ambulanze e i soccorsi urgenti sulle nostre strade, non naviga in buone acque, anzi. E il rischio è che siano i cittadini a rimetterci.

Cartello nel mirino

Ne avevamo già parlato nelle scorse settimane su queste pagine, con dimissionari e “silurati” ai vertici di Azienda Zero (da cui dipende il sistema 118, che costa alla collettività più di 140 milioni all’anno).

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Il prossimo ad andarsene sarà proprio il direttore dei Servizi di Emergenza Urgenza, Gianluca Ghiselli: lascerà a fine mese, in anticipo rispetto al termine del suo comando per aver, come dice la delibera, “terminato le sue attività in Azienda zero”. Lo conferma anche il cartello che lui stesso ha appeso sulla porta del suo ufficio: “Libero dal 1° aprile (e non è uno scherzo)”. Con l’aggiunta delle indicazioni tipiche degli annunci immobiliari: «Forse si ricorre ai cartelli a causa di comunicazioni radio scadenti per via di mancate innovazione da parte della direzione?» si chiedono diversi professionisti del 118. Di certo il cartello non è stato gradito nei corridoi di via San Secondo, dove ha sede l’azienda sanitaria. Sarebbe stata il direttore amministrativo, Patrizia Nebiolo, a strapparlo. E Ghiselli lo avrebbe sostituito poco dopo con un altro, in greco e con la frase “L’ironia spaventa gli umori miserabili”.

«A quanto pare il sarcastico autore considera come il proprio appartamento un ufficio che dovrebbe essere strategico per il sistema di emergenza della Regione Piemonte – sibilano i sanitari sentiti da TorinoCronaca, che chiedono di rimanere anonimi – Forse perché è troppo impegnato a seguire le Olimpiadi di Milano-Cortina, per cui la stessa Azienda Zero lo ha nominato nello staff medico con una profumata retribuzione? C’è chi parla di 200mila euro ma gli atti formali non si riescono a vedere sul sito, introvabili come moltissimi altri. Lo saprà il direttore generale Adriano Leli che esiste la legge sulla trasparenza delle pubbliche amministrazioni e che nessuno è esonerato dal rispettarla? Oppure il sarcastico annuncio ai “referenziatissimi” si riferisce alle poltrone che a quanto pare si stanno assegnando nell’Azienda zero?».
Sul punto replica direttamente Leli: «L’incarico per le Olimpiadi a Ghiselli risale a 8 mesi fa, è regolare e formalizzato. Sul resto non commento, posso solo confermare che lui e Marco Pappalardo (il responsabile della formazione, ndr) concluderanno l’attività in Azienda Zero il 31 marzo: dopo il primo periodo di sperimentazione, si è deciso di ripartire con una successiva fase di consolidamento con altre persone convinte e che facciano squadra».

Da Torino a Tirana

Al di là delle singole accuse, al centro anche di un’interrogazione presentata dal consigliere regionale Daniele Valle (Pd), questi veleni interni non fanno bene a un sistema pesantemente in crisi. Soprattutto per la carenza di medici e infermieri, negli ospedali e sulle ambulanze. Tanto che spesso le medicalizzate si muovono senza medico a bordo, visto che i dottori convenzionati reperibili possono tranquillamente negare la loro disponibilità. Tanto non hanno obblighi contrattuali o sanzioni.

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Per provare a invertire la rotta, l’assessore alla Sanità Federico Riboldi sta cercando accordi con università albanesi per reclutare infermieri e aiutare la sanità piemontese. E presto andrà in “missione” a Tirana nonostante le critiche dei sindacati: il Nursind sostiene che «gli infermieri stranieri non sono la soluzione ma una misura tampone». Eppure, insieme a Riboldi, in Albania andrà il segretario provinciale del Nursind di Alessandria, Salvatore Lo Presti (per via dei suoi contatti con le università).

Sullo sfondo di questa situazione, resta il problema delle auto mediche: era il progetto iniziale di Azienda zero, secondo cui medici e infermieri ospedalieri avrebbero prestato sevizio anche in ambulanza insieme a quelli già presenti. Eppure sembra finito nel cassetto insieme a tanti altri proclami e innovazioni. E, tra gli addetti ai lavori, c’è chi punta il dito contro Leli: «Il risultato è un sistema che si sta sgretolando giorno dopo giorno e che non sta dando i risultati sperati. Possiamo solo augurarci che qualcuno faccia ordine in questo caos». Il direttore generale replica a tono: «Voglio razionalizzare il servizio e il rapporto con le Croci per migliorare il sistema: per le auto mediche, per esempio, è stata aggiudicata la gara. Ora le acquisteremo per averle in strada a fine anno».



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