Il Comune di Cassino pronto a pignorare la Regione Lazio: l’Ater non ha pagato l’Imu sulle case popolari (e gli inquilini rischiano)

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A Cassino hanno scoperto di possedere un tesoretto da circa 500mila euro l’anno: l’Imu mai pagata dall’Ater sulle case popolari. Pur di incassare, il sindaco Enzo Salera si è rivolto ai giudici e le toghe gli hanno dato sempre ragione. Dal 2012 in poi, ogni 365 giorni il Comune ha inviato l’avviso di accertamento, arrivato puntualmente in tribunale.

La richiesta di pignoramento per la Regione Lazio e il negoziato sotterraneo – L’ultima sentenza della Commissione provinciale tributaria (n. 524 del 2024) è stata depositata il 9 dicembre 2024: l’ente per le case destinate alle persone in difficoltà deve pagare 510.588 euro, per l’Imu del 2017. Peccato che non ne abbia nessuna intenzione. Dunque il primo cittadino è passato alle maniere spicce con il pignoramento della Regione Lazio, proprietaria dell’Ater. Il primo passo è stato compiuto il 27 gennaio 2025 con l’avviso di messa in mora, via mail pec indirizzata all’ente. Scaduto il termine di dieci giorni, Cassino non ha visto un euro. Dunque la seconda mossa, prevista nella prima decade di marzo: un’ingiunzione di pagamento da circa 1 milione e mezzo, per l’arretrato Imu dal 2012 al 2015. A quel punto, se in trenta giorni la somma non arriva, il comune farà una richiesta di pignoramento presso la Regione Lazio. Ovvero: quando l’ente guidato dal Fratello d’Italia Francesco Rocca verserà soldi all’Ater, il bottino (tutto o in parte) dovrà approdare sul conto del Comune per sanare il debito dell’Imu.

Una trattativa, tra Ater e Cassino, ufficialmente non c’è: ma fonti qualificate raccontano un negoziato sotterraneo. Se il Comune concedesse lo sconto sull’Imu, in cambio potrebbe ricevere alloggi da destinare all’housing sociale: case in affitto a prezzi calmierati, per il ceto medio, escluso dalle case popolari per via del reddito troppo alto (ma troppo basso per comprare un immobile). Problema: le residenze sono fatiscenti, alcune in condizioni disastrose, altre occupate abusivamente. Soprattutto: che fine farebbero gli inquilini poveri delle case popolari? Su di loro, penderebbe la ghigliottina dello sfratto. Di sicuro, il Comune potrebbe chiedere solo le case sfitte o occupate dagli abusivi, salvando gli inquilini.

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Frosinone, 91 comuni chiedono all’Ater l’arretrato Imu – Del resto, l’Ater gestisce 7 mila immobili e si rifiuta di pagare l’Imu per salvare il bilancio: in provincia di Frosinone tutti i 91 comuni del “distretto” (tranne quelli senza case popolari) hanno chiesto l’arretrato. In ballo ci sono circa 7 milioni di euro: basterebbe pagare una volta, per aprire il vaso di Pandora. Così l’Ater ha messo in piedi una “task force” di avvocati e ha sempre fatto ricorso, perché ritiene le case popolari “alloggi sociali”, dunque meritevoli di esenzione Imu: ma le sentenze, quasi sempre, gli danno torto. I legali citano tre verdetti a loro favore: nel 2025, la Corte tributaria ha negato gli arretrati Imu ai Comuni di Anagni (in appello) e Arpino (primo grado); l’anno scorso è toccato a Falvaterra rinunciare all’incasso. Ma sono gocce nel mare: secondo l’Ifel (Istituto per la finanza e l’economia Locale) l’Imu va pagata e la giurisprudenza, generalmente, lo conferma. Tuttavia, il Fratello d’Italia Antonello Iannarilli (Commissario straordinario dell’Ater) non nega l’evidenza: “Tutti sanno che non abbiamo i soldi, come facciamo a pagare?”.

Case popolari in rosso, la trattativa Anci-Federcasa per cambiare la legge sull’Imu – Dal bilancio Ater mancano 44 milioni di euro, dice l’ente, perché molti inquilini non versano l’affitto: per recuperare il credito, Iannarilli propone di affidare la riscossione all’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Il bilancio in bilico non è una peculiarità dell’Ater: al centrosud è una piaga di quasi tutti gli enti delle case popolari, va un po’ meglio al nord. La richiesta dell’arretrato Imu, da parte dei Comuni, avviene in tutta Italia: i contenziosi con i municipi sono 874, la somma in gioco è di 435 milioni di euro. Perciò la soluzione sarebbe una legge nazionale: la chiedono Ater e Federcasa, l’organizzazione per l’edilizia residenziale pubblica, per scongiurare il salasso. Quest’ultima è già al tavolo con l’Anci, per negoziare una proposta gradita ai sindaci ma anche agli enti delle case popolari. Problema: prima di tagliare l’incasso Imu sulle case popolari destinato ai Comuni, servono altre risorse per indennizzarli, con disdoro di Giorgetti e del ministero dell’Economia.

Iannarilli a Federcasa non disprezzano altre soluzioni, per rimpinguare le casse della case popolari. Come il pugno duro per far pagare gli inquilini: sfratto dopo tre mesi di morosità. L’Ater ha proposto alla Regione Lazio di alzare l’affitto delle case popolari. Nella guerra tra poveri – i Comuni senza soldi e l’Ater dai bilanci squassati – il rischio di finire stritolati pende sui più deboli.



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