Sei uno scienziato e sei alle prese con studi che rendono necessario l’impiego di espressioni come “genere”, “transgender”, “persona incinta”, “LGBT” e “non-binario”? Se fai ricerca (anche) negli Stati Uniti d’America, probabilmente sei nei guai.
L’amministrazione Trump, andando probabilmente al di là di quanto ci si aspettasse nella sua crociata anti-woke, ha imposto severe restrizioni alle principali agenzie scientifiche statunitensi, con l’obiettivo di eliminare dai documenti ufficiali e dalle ricerche qualsiasi riferimento alla diversità di genere e all’inclusione. Ordini esecutivi hanno costretto i Centers for Disease Control and Prevention (CDC: i più importanti organismi di controllo sulla sanità pubblica a stelle e strisce), la National Science Foundation (NSF) e altre istituzioni a ritirare o rivedere articoli scientifici in fase di pubblicazione che impieghino quel tipo di parole. Cioè: di concetti.
Parole pericolose
Secondo quanto riportato da “MedPageToday” e “InsideMedicine”, i CDC hanno ricevuto direttive per modificare i lavori scientifici affinché non contengano termini legati all’identità di genere. Questa censura ha un impatto diretto sulla ricerca in ambito sanitario, in particolare sugli studi su HIV e malattie sessualmente trasmissibili, dove l’orientamento sessuale e l’identità di genere sono elementi essenziali per comprendere le dinamiche epidemiologiche e garantire cure adeguate.
La rimozione di questi riferimenti compromette la qualità dei dati raccolti, rendendo impossibile l’analisi di gruppi demografici specifici. Come spiegato sull’autorevole rivista “Nature”, l’esclusione di termini legati al genere e all’inclusione priva gli studi di un contesto sociale e psicologico fondamentale, rischiando di invalidarne i risultati e di aprire problemi etici.
Le reazioni della comunità scientifica
Le direttive dell’amministrazione Trump hanno suscitato forti reazioni da parte della comunità scientifica internazionale. Il “British Medical Journal” ha pubblicato un editoriale intitolato “Gli editori di riviste mediche devono opporsi all’ordine dei CDC sull’ideologia anti-gender”, esortando ricercatori ed editori a rifiutare queste censure per difendere l’integrità accademica.
Thomas Babor, professore emerito di salute pubblica presso la UConn Health, ha dichiarato a Nature che tali istruzioni sono talmente radicali da rendere le pubblicazioni dei CDC incompatibili con gli standard scientifici internazionali. Le principali riviste accademiche, infatti, adottano politiche inclusive sul linguaggio e sulla raccolta dati demografici e potrebbero non accettare ricerche modificate secondo le nuove direttive.
Cancellazione di dati e informazioni sanitarie
Oltre a colpire gli studi scientifici, l’ondata di censura ha portato alla rimozione di contenuti dai siti ufficiali delle agenzie governative. Diversi database e pagine web sui CDC, che trattavano temi come vaccinazioni, diversità etnica, contraccezione e diritti sessuali e riproduttivi, sono stati oscurati o modificati. Secondo il “British Medical Journal”, se queste informazioni venissero ripristinate, sarebbero comunque epurate dei termini sgraditi all’amministrazione.
Verso una scienza meno inclusiva
Le restrizioni imposte non riguardano solo i CDC, ma si estendono anche alla National Science Foundation (NSF), che sta rivedendo i criteri di assegnazione dei finanziamenti. Le nuove direttive vietano il sostegno a progetti che promuovano la diversità, l’equità e l’inclusione: un orientamento anticipato dalle clamorose dichiarazioni con cui il presidente Trump aveva commentato, a fine gennaio, il drammatico scontro nei cieli di Washington tra un jet della American Airlines e un elicottero dell’esercito costato la vita 67 persone, dando la colpa ai piani di inclusione sociale voluti dai suoi predecessori democratici per assumere nell’aviazione «persone non qualificate, con disabilità fisiche o psichiche». Anche la Nasa è stata coinvolta: sono state eliminate dal suo sito le politiche di reasonable accommodation, che garantivano ai dipendenti con disabilità un ambiente di lavoro accessibile. Inoltre, sono stati bloccati i programmi di mentoring per studenti universitari.
Tutte decisioni che rischiano non solo di compromettere la qualità delle ricerche ma anche di allontanare i migliori scienziati dalle istituzioni americane, con conseguenze a lungo termine per il progresso scientifico.
Ma non è tutto: secondo il portale Ifls, termini come “donne”, “eredità culturale”, “gruppi diversi”, “Lgbt”, “nero”, “antirazzista” e “disabilità” potrebbero essere esclusi dai progetti di ricerca finanziati.
“Le azioni di Donald Trump – si legge nell’editoriale contenuto nell’ultimo numero della prestigiosa rivista scientifica britannica “The Lancet” – sono un attacco radicale e dannoso alla salute del popolo americano e di coloro che dipendono dall’assistenza degli Stati Uniti” e “un attacco alla comunità della ricerca sanitaria e medica”.
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