Morto Fulco Pratesi, il fondatore del Wwf Italia che dedicò la vita a natura e ambiente. «Fu una mamma orsa a farmi posare il fucile»

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di
Silvia Morosi

Il fondatore del Wwf Italia è scomparso a 90 anni a Roma. L’incontro con un’orsa con tre cuccioli in Turchia lo convertì all’ambientalismo. Già piccolissimo aveva dimostrato il suo amore per gli animali e il disegno

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Fu l’incontro di una mamma orsa con i suoi tre cuccioli, durante una battuta di caccia in Anatolia (Turchia) nel 1963, a cambiare per sempre la vita di Fulco Pratesi. Il papà e oggi presidente onorario del Wwf Italia, nonché direttore responsabile dello storico magazine Panda sin dalla sua fondazione – morto a 90 anni in una clinica di Roma, il primo marzo 2025– all’epoca aveva 29 anni: decise di lasciare per sempre il fucile e acquistò una macchina fotografica, un binocolo e un teleobiettivo, per catturare la natura, solo attraverso le immagini e le parole. «Fu un incontro folgorante, una visione maestosa e silenziosa, che mi folgorò. Avrei continuato a interessarmi alla natura e agli animali, ma senza più sparare un colpo», ricordava dell’episodio che segnò la sua conversione all’ambiente, sottolineando come per lui la natura fosse tutto. Un tutto «capace di salvare dalla specie che fa più danni: l’uomo».

L’AMORE PER IL DISEGNO E L’INCONTRO CON FABRIZIA
Pratesi, nato a Roma nel 1934 e presto sfollato con la famiglia nella campagna Viterbese, già piccolissimo aveva dimostrato il suo amore per gli animali e il disegno. Tornato nella Capitale dopo la Guerra, ha raccontato dei pomeriggi trascorsi al vicino Giardino Zoologico di Roma (oggi Bioparco, ndr) a ritrarre le specie più disparate, con l’aiuto dello zio pittore. Una passione coltivata negli anni che lo ha portato a realizzare centinaia di acquerelli, illustrare pagine di quaderni – corredati da preziosi aneddoti – e disegni che ogni anno impreziosiscono i calendari dell’associazione. Dalle sconosciute piante dell’estremo Nord del Pianeta alle creature che abitano la barriera corallina aggredita dall’inquinamento, senza dimenticare gli esemplari che si incontrano nelle nostre città e gli alberi secolari dei boschi, preziose nicchie ecologiche per molte specie. «Anche ora, che non viaggio più, gli animali mi sono vicini: come passeri e cince sul mio terrazzo, dove trovano fonti alimentari, e persino qualche formica, che mi tiene compagnia sul piano di lavoro», sono state le parole pronunciate pochi mesi fa, festeggiando i 90 anni. 




















































Un amore e un rispetto per il Pianeta condivisi con Fabrizia Pratesi de Ferrariis, la compagna di una vita, sposata nel 1960 e scomparsa a ottobre 2024: figlia di un diplomatico, conosciuta a scuola e ritrovata all’università dopo il suo rientro in Italia, con lei divise importanti battaglie in difesa di tutte le specie viventi. Anche l’amato cagnolino, Robin, 14 anni, se ne è andato nei giorni scorsi, pochi giorni dopo il ricovero di Pratesi. 

Fulco Pratesi, una vita per la natura e l'ambiente. Quando disse: «Fu una mamma orsa a farmi posare il fucile»

I VIAGGI IN GIRO PER IL MONDO
Laureato in Architettura alla Sapienza di Roma nel 1960, ha progettato numerosi parchi nazionali, riserve e piani paesistici in Italia e all’estero. I viaggi (iniziati a 19 anni su una nave da carico, «sulle orme del mio eroe Herman Melville e del suo Moby Dick, e con in testa i paesaggi di Salgari, mi immaginavo a domare elefanti e cacciare tigri», come raccontava) gli fecero conoscere alcuni dei luoghi naturalistici più belli del Pianeta, dalla Patagonia all’Amazzonia, dalle Galapagos alle giungle del Congo, passando per le foreste del Borneo, la patria di Petronilla, l’orango femmina adottato dalla sorella di Pratesi, Guendalina, e morto di vecchiaia nel 2015 a 45 anni al Bioparco di Roma. Una storia poco conosciuta, che mi piace ricordare qui: l’animale era nato con il fratellino Arcibaldo, il 21 maggio 1970, da Carlo e Sora Tuta, due esemplari provenienti dalle foreste del Borneo e di Sumatra. Come raccontò lo stesso Pratesi, «quando la madre si rifiutò di allevare i due cuccioli, così chiamati per la loro somiglianza con i personaggi del “Corriere dei Piccoli”, mia sorella Guendalina – grande amante degli animali e compagna del mitico direttore del Giardino Zoologico Francesco (“Cecco”) Baschieri, li prese in casa sua. Se Arcibaldo morì dopo poco, Guen allevò Petronilla, intelligente e simpaticissima, assieme ai suoi due figli della stessa età, dividendo con loro biberon, pappe, box e pannolini».

Fulco Pratesi, una vita per la natura e l'ambiente. Quando disse: «Fu una mamma orsa a farmi posare il fucile»

LA NASCITA DEL WWF
Quando seppe della nascita del World Wildlife fund in Svizzera, Pratesi li contattò per far nascere anche in Italia un’apposita sezione. «Dovrà trovare lei i soldi necessari al progetto», gli fu risposto. Ma lui, già padre di quattro figli (Isabella, Carlo Alberto, Francesco e Olympia), non si arrese di fronte a quel sogno. E insieme a un gruppo di amici, nel suo studio di architetto, fece nascere nel 1966 il Wwf Italia. Dall’aprile 1992 al marzo 1994 Pratesi fu anche deputato in Parlamento con i Verdi, e dal marzo 1995 al 2005 Presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo. Fondamentale è stato il suo contributo alla definizione e approvazione di leggi fondamentali per la tutela della natura: dalla legge 157 sulla fauna a quella sui parchi del 1991. 

L’EREDITA’ DI UNA RIVOLUZIONE
«Il suo orgoglio più grande erano le oltre 100 Oasi del Wwf che amava e conosceva una per una», si legge nel comunicato pubblicato dal Wwf. «Con grandissima tristezza e un pizzico di incredulità vi comunichiamo che il nostro Fulco ci ha lasciati», prosegue la nota. «Era stato ricoverato qualche giorno fa con la speranza di una rapida soluzione, ma la situazione si è rivelata più complessa del previsto e se n’è andato questa notte. Non ci sono parole sufficienti per raccontare cosa la sua vita ha significato per molti di noi personalmente, per tutto il Wwf e più in generale per l’ambientalismo italiano, che ha letteralmente rivoluzionato. Ci lascia il compito di difendere tutte le conquiste degli anni passati e di immaginarne di nuove… e lo faremo, insieme». La sua azione è stata fondamentale per la tutela della natura in Italia, e non solo: «Ho conosciuto Fulco nei primi anni ’70 del secolo scorso, quando era impegnato nella “Operazione San Francesco” per la salvezza del lupo, allora sull’orlo dell’estinzione… Negli anni ci siamo poi sentiti e incontrati decine di volte e in ogni occasione ho avuto qualcosa da imparare da lui, promotore e artefice di una vera e propria rivoluzione culturale. Amava profondamente la sua famiglia e amava d’un amore profondo la natura e il Wwf, “il mio quinto figlio”, come lui stesso ci ha definiti», spiega Luciano Di Tizio, presidente del Wwf Italia, ricordando il vuoto immenso lasciato dalla scomparsa.

Fulco Pratesi, una vita per la natura e l'ambiente. Quando disse: «Fu una mamma orsa a farmi posare il fucile»

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1 marzo 2025 ( modifica il 1 marzo 2025 | 14:22)

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