Quanti soldi hanno in media realmente da parte gli italiani come risparmi in base ultimi dati

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Secondo l’Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2024, condotta da Intesa Sanpaolo e dal Centro Einaudi, il 59,4% delle famiglie italiane ha messo da parte una quota del proprio reddito nei 12 mesi precedenti, in crescita rispetto al 53,5% del 2022 e al 54,7% del 2023. Il dato più sorprendente è un altro: pur aumentando la percentuale di risparmiatori, è diminuita la quota media di reddito risparmiata, scesa all’11% dal 12,6% dell’anno precedente. Questa apparente contraddizione può essere spiegata dalla prudenza delle famiglie che risparmiano in numero maggiore ma in misura più contenuta, per affrontare le incognite di un’economia caratterizzata da alta inflazione e incertezza. Vediamo allora:


  • Il patrimonio degli italiani, peso e composizione
  • Finanziamenti e agevolazioni

    Agricoltura

     


  • Differenze geografiche e impatto dell’inflazione

  • Come gli italiani investono, prudenza e obbligazioni

Il patrimonio degli italiani, peso e composizione

Quando si analizza il patrimonio complessivo delle famiglie italiane, emergono dati rilevanti. Secondo la Banca d’Italia, la ricchezza netta totale degli italiani era pari a 10.421 miliardi di euro, in flessione dell’1,7% rispetto all’anno precedente in termini nominali. Ma tenendo conto dell’inflazione, la perdita reale si aggrava, raggiungendo il 12,5%. Il rapporto tra ricchezza netta e reddito lordo disponibile è sceso da 8,7 a 8,1, tornando così ai livelli registrati nel lontano 2005.

In termini di composizione, il patrimonio degli italiani è concentrato negli immobili, che costituiscono circa il 63% del totale. Questa preferenza conferma l’orientamento degli italiani verso gli investimenti più sicuri e stabili.

Secondo un rapporto dettagliato della Banca d’Italia, la maggior parte del denaro detenuto dagli italiani nelle banche, pari a circa 1.138 miliardi di euro, si concentra nei conti con saldi che vanno dai 50.000 ai 250.000 euro. Questa fascia pur rappresentando solo il 6,9% del numero totale dei conti, raccoglie ben il 43,5% della liquidità complessiva.

D’altro canto, i conti con meno di 12.500 euro sono la maggioranza assoluta, con 58.482.000 conti su un totale di 75.900.000, ossia il 77,05%. Ma nonostante questa predominanza numerica, raccolgono solo l’11,4% della liquidità totale, pari a circa 129,87 miliardi di euro.

Analizzando più approfonditamente questi dati, possiamo affermare che in media ogni italiano detiene in banca circa 14.981 euro. Questa cifra nasconde disparità. Ad esempio, per i conti più modesti, con importi inferiori ai 12.500 euro, la giacenza media scende a 2.221 euro.

Salendo nella scala dei risparmi, la media aumenta: i conti con importi tra 12.500 e 50.000 euro hanno una media di 25.557 euro ciascuno. Ancora più marcato è l’aumento per la fascia successiva: i conti tra 50.000 e 250.000 euro hanno una giacenza media di 94.660 euro. I conti con importi compresi tra 250.000 e 500.000 euro raggiungono una media molto elevata, pari a 325.928 euro, mentre quelli che superano il mezzo milione di euro presentano una media di 906.992 euro.

Differenze geografiche e impatto dell’inflazione

La geografia italiana presenta differenze in tema di risparmi. Secondo i dati raccolti dal Sole 24 Ore, in 68 province su 103 monitorate, il valore reale dei conti correnti delle famiglie è calato rispetto al 2018, se analizzato in termini di potere d’acquisto.

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L’inflazione ha colpito in maniera asimmetrica le diverse aree del Paese e penalizzato alcune regioni rispetto ad altre. Ad esempio, molte province del Sud Italia registrano tassi di risparmio inferiori e un maggior impatto negativo dovuto alla crescita dei prezzi,

Come gli italiani investono, prudenza e obbligazioni

Le scelte di investimento degli italiani stanno cambiando di pari passo con il mutare del contesto economico. Si nota un crescente per le obbligazioni, la cui presenza nei portafogli familiari è salita dal 28% al 34% tra il 2023 e il 2024. Questo aumento segnala una propensione alla prudenza, in risposta alla volatilità dei mercati azionari e all’incertezza generale. Viceversa la percentuale di famiglie che investe in azioni è scesa dal 6% al 5,6% con una minor propensione al rischio. Gli italiani sembrano prediligere strumenti finanziari che offrano maggiori garanzie di rendimento e minore volatilità, come le obbligazioni governative, i cui rendimenti sono diventati più appetibili grazie all’andamento dei tassi di interesse.

 



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