Rifiuti, Piciocchi: “Il termovalorizzatore non sarà a Scarpino”. Il Comune candida Amiu a realizzarlo

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Genova. Il termovalorizzatore per la chiusura del ciclo dei rifiuti non sarà realizzato a Scarpino. Lo annuncia il vicesindaco reggente Pietro Piciocchi nella nota sull’approvazione in giunta delle linee di indirizzo ad Amiu per la partecipazione alla manifestazione di interesse regionale finalizzata alla realizzazione dell’impianto.

“Le linee guida – spiega Piciocchi – danno il mandato ad Amiu di partecipare alla manifestazione di interesse regionale che rappresenta un’opportunità per il rafforzamento della società e per lo sviluppo di un’infrastruttura strategica per la città e per l’intera regione nella chiusura del ciclo dei rifiuti con un impianto di incenerimento che, voglio chiarirlo subito, non sarà realizzato a Scarpino. Oggi Amiu è un’azienda che si occupa solo di raccolta di rifiuti: vogliamo che gestisca anche l’impiantistica, con un ruolo da protagonista magari in jointventure con altri soggetti”.

Scarpino, insieme alla Valpolcevera, era uno dei cinque siti individuati dal Rina per la possibile localizzazione dell’impianto attraverso un’analisi tecnico scientifica: le altre aree sono Valle ScriviaVado-QuilianoCairo Montenotte e Cengio. Come la Regione ha chiarito più volte, saranno i soggetti candidati a realizzarlo a proporre l’area e la tecnologia: termovalorizzazione o waste to chemical.

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La Regione Liguria ha approvato in una delibera di giunta gli indirizzi generali e vincolanti per l’agenzia Arlir in merito alla pubblicazione di una manifestazione di interesse per la realizzazione di un impianto finale a carattere regionale per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti.

“Nel documento unico di programmazione del Comune di Genova – spiega l’assessore all’Ambiente Mauro Avvenente – è previsto l’obiettivo strategico di realizzare un sistema di economia circolare consolidando Amiu come player pubblico aggregatore del sistema per il bacino metropolitano e realizzando gli impianti necessari alla chiusura del ciclo integrato dei rifiuti”.

“La proprietà o partecipazione in impianti di trattamento e smaltimento rappresenta per Amiu un’opportunità strategica – spiega il presidente di Amiu spa Giovanni Battista Raggi – servirà a migliorare la gestione dei flussi operativi e l’autosufficienza impiantistica, a rafforzare la solidità patrimoniale della società e ottimizzare i costi di trattamento e smaltimento. Contribuirà alla stabilizzazione e alla possibile riduzione della Tari a beneficio dei cittadini e del Comune di Genova”.

Candia (Avs): “Il termovalorizzatore non è la soluzione”

“Le parole di Piciocchi sull’inceneritore sono prive di qualsiasi fondamento – attacca Selena Candia, capogruppo di Avs in Regione -. Nella città di Genova, la raccolta differenziata si ferma al 51,4%, un dato ben al di sotto dell’obiettivo del 65% fissato per legge già dal 2012. Il mancato raggiungimento dell’obiettivo ha comportato il versamento lo scorso anno da parte del Comune di Genova di una multa di 251 mila euro alla Regione Liguria. Nel 2023, la produzione totale dei rifiuti urbani in Liguria è cresciuta di quasi duemila tonnellate rispetto all’anno precedente”.

“In Liguria, nel 2023 sono stati prodotti rifiuti indifferenziati per 327mila tonnellate. Il termovalorizzatore che vuole fare la Regione, in accordo con il Comune di Genova, è da 320mila tonnellate: questo significa che se aumentiamo la raccolta differenziata, non sapremo come alimentarlo e l’unico modo per farlo funzionare diventa importare rifiuti da altre regioni – sottolinea ancora Candia -. Non è vero che col termovalorizzatore si abbasserà la Tari: anzi, come dimostrano gli impianti di altre città, i costi di realizzazione sono messi nella bolletta. E poi non si capisce dove possa essere realizzato, visto che mancano gli spazi e il sito di Scarpino si è mostrato già critico per la realizzazione del trattamento biologico-meccanico. Per chiudere il ciclo in modo circolare senza fare un termovalorizzatore e senza usare le discariche, serve un impegno a lungo termine che promuova la raccolta differenziata, il riciclaggio, il riuso, il compostaggio e l’economia circolare. È necessario investire in infrastrutture, educare la popolazione e collaborare tra i diversi attori sociali ed economici per rendere il sistema di gestione dei rifiuti più sostenibile”.





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