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03/03/2025
– Tanta partecipazione alla manifestazione di questa mattina a Fabriano in merito alla vicenda Beko.
In prima fila il sindaco di Fabriano: “Questa mattina a Fabriano, davanti alla sede aziendale di BEKO, le RSU e organizzazioni sindacali FIM-CISL, FIOM-CGIL, UILM, insieme alle istituzioni civili e religiose e ai sindaci delle aree interne di Marche e Umbria – dichiara il Sindaco di Fabriano Daniela Ghergo – abbiamo manifestato unita’ di intenti e solidarietà agli impiegati e ai ricercatori Beko coinvolti nel piano esuberi dichiarato dalla società. Questa non è solo una vertenza locale, ma riguarda un intero distretto industriale, attraversando due regioni e coinvolgendo l’economia nazionale. Le trattative al tavolo ministeriale – continua il Sindaco – non stanno andando nella direzione che speravamo: non si parla di investimenti, né di un vero piano industriale, ma solo di esuberi. E noi non accettiamo politiche assistenziali che lascino il territorio senza prospettive. Fabriano è stata la capitale europea dell’elettrodomestico per decenni e ha contribuito allo sviluppo economico regionale e nazionale. Oggi chiediamo che questa crisi venga affrontata con una politica industriale di sviluppo e di lungo periodo. Ai lavoratori diciamo che non sono soli. Le istituzioni territoriali, nazionali ed europee sono qui per testimoniare il loro impegno in questa battaglia. Solo facendo rete possiamo costruire un futuro solido per il nostro distretto e per chi, con il proprio lavoro e la propria professionalità, lo ha reso grande”.
“Bisogna restare uniti e coesi nella difesa del lavoro degli impiegati e degli operai, delle sedi e dei siti produttivi della nostra regione. Siamo al fianco dei lavoratori per la tutela dell’occupazione e di un distretto che ha fatto la storia della manifattura marchigiana e italiana nel mondo. Un patrimonio che difenderemo restando compatti”. Sono queste invece le parole del presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli che oggi ha preso parte alla manifestazione indetta dai lavoratori di Beko tenutasi davanti alla sede di viale Aristide Merloni a Fabriano. “Siamo qui per ribadire il nostro impegno e la nostra solidarietà di fronte a una crisi grave e preoccupante – ha proseguito il presidente -. La trattativa sul piano industriale prosegue senza sosta: ora è cruciale la salvaguardia del settore impiegatizio di Fabriano e di quello della Ricerca e Sviluppo, la cui tutela è essenziale per il distretto marchigiano e dell’intero Centro Italia. Questi siti rappresentano la storia dell’industria e siamo certi che possano avere un ruolo strategico per la Beko su scala europea ed anche globale. Per questo, continuiamo a lavorare insieme al Governo ed il Mimit affinché si costruisca una soluzione sostenibile. Li ringraziamo per i passi avanti finora compiuti e per il grande impegno da subito dimostrato in questa vertenza di cui hanno compreso la portata per il nostro territorio”.
“Gli esuberi – ha ribadito di fronte ai manifestanti Acquaroli – non sono accettabili: ci aspettiamo che Beko riveda il piano industriale garantendo una prospettiva concreta per questo territorio. Il Governo e la Regione sono pronti a mettere in campo politiche attive per sostenere l’occupazione, ma questo distretto e il patrimonio che esso rappresenta ed esprime per noi è irrinunciabile e ha ancora tantissimo da dare a livello globale”.
Rivolgendosi a sindacati e istituzioni, tra cui i sindaci dei territori coinvolti, ha poi concluso. “Vi ringrazio per la compattezza fin qui dimostrata: il nostro primo obiettivo è combattere per migliorare ulteriormente il piano industriale, salvaguardando tutti i posti di lavoro, che il distretto non sarebbe in grado di riassorbire, e garantendo competitività. Restiamo uniti: la nostra manifattura ha un grandissimo valore che continueremo a far valere in ogni sede”.
Presente anche l’europarlamentare Matteo Ricci (PD): “Oggi siamo qui per dirvi che rimaniamo uniti e non molliamo, continueremo a batterci per la Beko e per i vostri posti di lavori. Quella di oggi è la dimostrazione che continueremo a lottare e a rimanere insieme in questa trattativa molto complicata e che per ora non ci soddisfa, perché il numero di esuberi proposti è inaccettabile – dice Ricci – sono stato ad Istanbul, con Dario Nardella, per parlare con la famiglia proprietaria dell’azienda ed il sindaco cittadino, spiegando loro di quanto questa realtà sia importante per il tessuto socio-economico regionale – aggiunge – ho spiegato loro che non ci sono impiegati serie A e serie B, che questi numeri non sono accettabili e che in una riorganizzazione aziendale devono tener conto di mantenere queste persone seppur assegnando loro altri ruoli e mansioni”. Ho avuto la sensazione che siano molto interessati a fare un accordo con i sindacati – afferma l’europarlamentare – ma a queste condizioni il sindacato non firmerà mai”. Ricci ribadisce poi che “non ci devono essere divisioni politiche, dobbiamo dimostrare che c’è un territorio unito per mantenere i siti e i posti di lavoro” anche perché “già dopo la crisi dell’immobiliare abbiamo perso tante aziende e la nostra regione si è impoverita” sostenendo poi che il suo viaggio in Turchia dai vertici Beko “è stato fatto per rafforzare la filiera istituzionale che si sta muovendo egregiamente su tutti i livelli: comunale, regionale e ministeriale”.
Sulla questione è intervenuto infine il presidente della Provincia di Ancona Daniele Carnevali: “La proposta di Beko resta irricevibile, il territorio fabrianese, già provato da molteplici crisi negli ultimi anni, non può affrontarne una nuova di queste proporzioni”. Ci sono due ordini di motivi, secondo Carnevali, per cui la situazione creata da Beko è inaccettabile, uno di carattere identitario e culturale l’altro di natura economico sociale. Identitario e culturale “perché ridimensionare drasticamente gli uffici sviluppo e progettazione dell’azienda nel territorio fabrianese, che è patria dell’elettrodomestico da sempre, significa offendere la storia e l’identità del territorio. Poi c’è l’aspetto economico in quanto, pur essendo vero che non esistono lavoratori di serie A e di serie B, la riduzione di 230 impiegati a Fabriano non ha lo stesso peso sociale oltre che numerico, dei 150 a Milano, dove il territorio è economicamente più solido ed esistono opportunità di ricollocazione ben diverse che nelle aree interne delle Marche. E’ vero che – prosegue Carnevali – nel comparto produttivo si è verificata una lieve riduzione degli esuberi su scala nazionale ed anche annunciati importanti investimenti, come nello stabilimento di Melano, ma non per gli uffici di sviluppo e progettazione dell’azienda dove non si è verificato alcun arretramento ed è questo che ci fa preoccupare enormemente. L’headquarter è stato messo profondamente in crisi e fanno bene i sindacati a respingere al mittente la posizione della Beko che ha dimostrato di non possedere una strategia complessiva per il futuro del nostro entroterra. Tre mesi fa abbiamo iniziato la battaglia contro gli esuberi, ora non possiamo che continuarla dimostrando di parlare tutti la stessa voce, senza divisione alcuna. Siamo per questo a chiedere al Governo un supporto fondamentale in questa vertenza ribadendo che i numeri presentati da Beko non sono assolutamente accettabili, per un territorio che ha già pagato pesanti dazi alle recenti crisi industriali del settore dell’elettrodomestico”.
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