Il leader M5S in tv: Merkel dialogava con Cina e Russia. Salvini unisce guerra e fisco
Tornata la primavera, sbocciano le piazze. L’ultimo ad annunciare una iniziativa è stato Matteo Salvini. Ieri il leader della Lega ha fatto la sua mossa: «Pace in Ucraina, finalmente, e pace fiscale in Italia. Sabato 8 e domenica 9 marzo, la Lega sarà presente in mille piazze in tutta Italia per chiedere la fine della guerra nel momento in cui Macron e von der Leyen parlano di invio di truppe e di maggiori spese militari di un esercito europeo, e per chiedere anche di accelerare sulla rottamazione di milioni di carte esattoriali che stanno tenendo in gabbia milioni di italiani in buona fede», ha detto in un video.
L’annuncio di Salvini arriva in un momento in cui il Carroccio risente, nella maggioranza di governo, delle divisione dettate dalla linea fortemente trumpiana voluta proprio dal vicepremier. E proprio anche per uscire dall’impasse, la Lega rilancia: la pace, filo conduttore di tutte le piazza di qualsiasi colore, e le cartelle esattoriali, argomento «popolare» e cavallo di battaglia del Carroccio. Salvini anticipa di qualche giorno la manifestazione romana «Una piazza per l’Europa» lanciata da Michele Serra per il 15 marzo. Una piazza «con zero bandiere di partito, solo bandiere europee» alla quale hanno già deciso di aderire i sindacati e diversi sindaci — in gran parte di centrosinistra — , tra cui Roberto Gualtieri di Roma e Beppe Sala di Milano. Alla manifestazione parteciperà il Pd di Elly Schlein, mentre i Cinque Stelle hanno delle perplessità.
Da Campo Marzio non è arrivata una decisione ufficiale, ma nel M5S sembra prevalere l’idea di non partecipare. «Il tema non è essere o non essere con l’Europa, ma che tipo di Europa intendiamo. Il M5S ha contrastato questa Ue del patto di Stabilità e della corsa al riarmo». Non a caso, Giuseppe Conte ieri a Lo stato delle cose su Rai 3 ha parlato del rapporto con Schlein: «L’Ucraina? Dobbiamo assolutamente chiarirci, se vogliamo costruire ed essere protagonisti». Il leader M5S ha anche elogiato Angela Merkel: «Era una leader che aveva una visione e sapeva guardare oltre, non il piccolo orto della Nato. Sapeva dialogare, andava ogni anno in Cina, dialogava anche con Putin». Il Movimento ha già puntato le sue fiches su un’altra iniziativa: una piazza anti-Meloni, a Roma il 5 aprile, focalizzata sui rincari (e contro le spese militari, nota stonata per i dem).
C’è poi lo scontro nato dalle parole che il segretario di + Europa, Riccardo Magi, che ha detto domenica alla manifestazione pro Ucraina organizzata dal leader di Azione, Carlo Calenda: «Noi abbiamo stigmatizzato le parole del M5S e di Conte che mi pare abbia smesso di parlare di Ucraina e parli di bollette». Parole che avevano creato un certo disagio nel Movimento. «Ma come è possibile che un alleato usi certi toni? Non è certo Magi a dettarci l’agenda», sbottano alcuni parlamentari. Ma il malessere tra i Cinque Stelle è legato anche a un’altra motivazione. «Non è possibile che il centrosinistra si frammenti in mille piazze. Non è stato certo un buon segno annunciare la nostra manifestazione e vedere altri soggetti anticiparci». Insomma, c’è chi tra le righe vede uno «scippo» della bandiera della protesta. E mentre il M5S si organizza per lanciare la sua piazza, a Roma per la prima volta dopo mesi e, soprattutto, per la prima volta dopo la Costituente, arriva Beppe Grillo.
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