Angelo Figorilli, candidato del centrosinistra alle elezioni comunali a Sulmona, invita l’avversario del centrodestra Luca Tirabassi: partecipiamo insieme alla manifestazione per l’Europa.
L’invito arriva rispondendo alle domande del Capoluogo, in particolare a quella che gli chiede di esprimere un’opinione sul profilo di Tirabassi. Angelo Figorilli dichiara al riguardo: “Non lo conosco personalmente. Sono sicuro però che i nostri rapporti saranno improntati al rispetto reciproco. Il 15 marzo per esempio ci sarà a Roma una grande manifestazione a sostegno dell’Europa, anzi degli Stati Uniti d’Europa. Molti sindaci di tante città ci andranno. Magari potremmo andarci insieme”.
Il raduno a cui fa riferimento Figorilli è quella promosso dall’editorialista de la Repubblica Michele Serra, che dalle pagine del quotidiano ha lanciato l’idea di una “grande manifestazione di cittadini per l’Europa, la sua unità e la sua libertà. Con zero bandiere di partito, solo bandiere europee”, e su cui è molto vivo in questi giorni il dibattito pubblico, alla luce dei recenti sviluppi della crisi ucraina e delle prese di posizione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Figorilli sottolinea le parole d’ordine che guideranno il suo impegno in campagna elettorale: “Sulmona città futura. Per risvegliarsi e sognare. Insieme. Queste le parole che guideranno la nostra campagna. Risvegliarsi dalla rassegnazione e provare a sognare un futuro diverso per Sulmona. Tutti insieme”.
Non si può ovviamente tacere il fatto che il raggruppamento di forze politiche e civiche che lo sostiene viene dallo scotto della fine anticipata dell’amministrazione Di Piero, segnata sin dai primi mesi da una certa litigiosità e frammentazione della maggioranza. Per Figorilli è stato “un peccato, una esperienza che poteva e doveva continuare che si è sfasciata non tanto sulle cose ma nei rapporti tra le persone. E questa credo che sia una amara consapevolezza dalla quale tentare di ricostruire. Io l’ho detto subito a tutti i partiti e i movimenti della coalizione che mi sostiene. L’unità è la premessa del patto sottoscritto solennemente. Io per quello che posso, sarò il garante di questa unità. Tutti sanno che al primo incidente non prevedo trattative di sopravvivenza. Questa sarà la differenza”.
Nel resto del colloquio con il Capoluogo Angelo Figorilli si esprime a “tutto campo”: sulla sfida delle elezioni comunali, sulle motivazioni che lo hanno portato ad accettare la richiesta di rappresentare la coalizione a Sulmona, e non solo. Per il candidato del centrosinistra “è il momento di dare una mano. Ognuno per quello che può e come può. Io credo che tutti viviamo la preoccupazione per un mondo che sembra scivolare velocemente dalla pace alla guerra, dalla democrazia alla legge del più forte. Credo che ognuno di noi abbia il dovere di opporsi a questa deriva. E provare a immaginare città che invece coltivino il dialogo e puntino ad essere luoghi aperti all’ascolto e all’inclusione. Anche una elezione comunale può servire ad indicare il mondo che vogliamo”.
Non appare preoccupato da una circostanza che gli avversari sembrano prepararsi a “usare” contro di lui, di avere a lungo lavorato e vissuto fuori da Sulmona: “L’ho già detto, l’argomento ‘arriva quello da fuori’ a me pare francamente spuntato. Non solo nel mio caso – sono nato a Sulmona, qui ho studiato e mi sono formato, ho sempre seguito con attenzione e preoccupazione evoluzione e declino della città negli anni in cui il mio mestiere mi portava in giro a raccontare un po’ di mondo – ma più in generale perché bisogna una volta per tutte ribaltare il ragionamento: questa città dovrebbe considerare risorse e non estranei quelli che a un certo punto del loro percorso professionale sono andati a trovare la loro strada fuori e costruire invece le condizioni perché possano considerare l’idea di tornare in qualunque momento della loro vita. Questo significa immaginare una città aperta, contemporanea e connessa con il mondo”.
Nel caso di Figorilli, si parla di un percorso importante, di giornalista Rai, ora in pensione, che ha molto operato anche all’estero. Si tratta di un valore aggiunto in vista delle future, possibili responsabilità da primo cittadino? “Non lo so, so solo che essermi trovato a raccontare storie, anche orribili come le guerre – risponde – mi tiene in allerta su quello che sta succedendo oggi. Vorrei una città consapevole di tutto questo, che difenda pace e democrazia immaginandosi come luogo di dialogo confronto e cultura. E questo per esempio può diventare volano per aggiungere anche un altro tipo di turismo a quello tradizionale”.
A Sulmona il compito è da far tremare i polsi. Una città gloriosa e bellissima, stretta tra i morsi della crisi economica e dello spopolamento. Per il candidato sindaco del centrosinistra si tratta di un “tema complicato e che riguarda il futuro di tante realtà medie e piccole del nostro Paese. Il ragionamento che facevo prima sulla trasformazione dell’offerta turistica a Sulmona può essere una chiave di rilancio. Di sicuro non l’unica ma certo non dobbiamo rassegnarci all’idea che la soluzione arrivi aspettando che le relazioni con la catena di comando provincia regione governo producano promesse di investimenti o finanziamenti concessi per fedeltà o convenienza. Bisogna costruire una idea di città coerente che diventi attrattiva per realtà ed energie nuove. Al sindaco spetta la responsabilità di garantire una squadra che affronti i problemi quotidiani con una buona ordinaria amministrazione ma provi anche ad offrire una visione di futuro che dia una qualche speranza ai ragazzi, ragioni per non andare via ma soprattutto ragioni per poter tornare dopo avere completato la loro formazione, tornare a casa dopo aver giustamente fatto il loro giro nel mondo”.
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