La violenza nel calcio si può e si deve contrastare attraverso eventi dove condividere non solo risultati e agonismo, ma anche quei valori che sono alla base dello sport in generale e del calcio, lo sport popolare per eccellenza, dove il gioco stesso si basa sui principi della solidarietà (si gioca tutti per lo stesso biettivo), del rispetto delle regole (senza regolamento e arbitri non si potrebbe giocare in un contesto organizzato), sulla valorizzazione delle diversità (ruoli diversi all’interno della stessa squadra). E poi si potrebbe continuare sulla valenza dell’allenamento, sulla costruzione del giocatore pensante, sul mental training e il mental coaching. Insomma, citando Pierpaolo Pasolini, il calcio è autenticamente la metafora della vita. E tanto più si esaltano i valori, tanto più si sgonfia la bolla degli episodi di violenza contro gli arbitri, ma non solo, che ormai con cadenza sempre più ravvicinata, funestano quelle che dovrebbero essere soltanto giornate di divertimento e di passione allo stato puro. In questa ottica si inserisce la bella iniziativa, condivisa tra i Comitati Regionali LND di Lazio e Campania, di organizzare un “futsal day” a Colleferro dove, accanto alle consuete partite di calcio su campo corto, potessero essere messi in evidenza altri elementi, come la conoscenza tra ragazzi e staff provenienti da regioni diverse, il ricordo, condiviso con la famiglia presente al completo, di un amico che ci ha lasciato troppo presto, Vincenzo D’Avino, che ha fatto del giornalismo sportivo e della promozione del futsal la passione della sua vita professionale. E poi, puntare l’attenzione, nella parte di presentazione dell’evento, sulla figura dell’arbitro, da vedere non come nemico o antagonista, ma come elemento essenziale del gioco e, soprattutto, come un giovane tra i giovani, un giocatore tra i giocatori, che vive il suo coinvolgimento sportivo in modo diverso nella forma, ma assolutamente identico nelle emozioni che si provano quando si calca il terreno di giuoco.
In questo contesto, tra tanti applausi, qualche lacrima di commozione e tanto sudore e passione, si è giocata la prima edizione della Coppa Carnevale, evento in preparazione del Torneo delle Regioni, che ha visto in campo le Rappresentative Under 15 e Under 17 di Lazio e Campania
Il parterre è stato quello delle grandi occasioni, con in tribuna nomi noti del futsal regionale e nazionale, da Alfredo Paniccia a Riccardo Manno, a testimonianza del rilievo che anche la stampa specializzata ha voluto dare a questa manifestazione.
Dal punto di vista prettamente sportivo, si sono viste quattro squadre impegnate a farsi trovare pronte per il fischio d’inizio del Torneo delle Regioni che si disputerà in Emilia-Romagna a partire dal 24 di Aprile. Molto c’è da lavorare ancora per i più piccoli dell’Under 15 che per la prima volta si trovano a confrontarsi con una realtà diversa da quella delle società di appartenenza, mentre per gli Under 17 ci si è trovati di fronte a giocatori già in possesso dei fondamentali e abituati, almeno molti di loro, ad essere già protagonisti nei Campionati di Serie C1 delle rispettive regioni, se non nei tornei nazionali con le formazioni Under 19. Dal punto di vista del risultato finale, per quello che può contare in questo tipo di eventi, il Lazio ha vinto entrambi gli incontri. Di misura gli Under 15 di Fiorentini, con Matteo Neri che, complice un’incertezza difensiva dei campani, ha realizzato il gol vittoria a pochi minuti dal fischio finale, mentre invece nella categoria superiore, i ragazzi di Davide Fazio hanno superato i pari età campani con un 3 a 1 che ha visto le firme di Marconi, per due volte, e Paolini. Malusci, per la Campania, aveva temporaneamente pareggiato il vantaggio iniziale dei padroni di casa.
Quello che rimane sono i tanti sorrisi in campo e fuori, il grande fair play visto in campo e fuori, i sogni di tanti ragazzi innamorati del pallone e la competenza e l’entusiasmo degli staff tecnici e dirigenziali.
È questo il calcio a cinque che ci piace e che continua, giorno dopo giorno, ad alimentare una passione sempre più grande, lontana da violenza, da maleducazione, dai comportamenti che non aiutano a far crescere ne’ lo sport, ne’, tantomeno, i suoi straordinari giovani protagonisti.
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