Da dieci mesi gli Ambiti territoriali non erogano gli assegni di cura per assistere malati o disabili. L’emergenza di Napoli e provincia ma non solo
Non ne possono più. Madri, padri e figli sono allo stremo. Da 10 mesi, infatti, chi ha una persona con disabilità a carico non riceve l’assegno di cura, fondo necessario per l’assistenza domiciliare per chi non è autosufficiente. Tra loro ci sono adulti e ragazzi allettati, giovani affetti da autismo, bambini con patologie gravi che hanno bisogno di cure continue e costanti. Sotto accusa ci sono gli Ambiti Territoriali della provincia di Napoli, responsabili dell’erogazione del sostengo economico per centinaia di famiglie. A farne parte decine di Comuni. Si va da Volla a Pollena Trocchia, da Castello di Cisterna a Marigliano, da Teverola a Succivo.
La battaglia di Mariarca Caldarelli
A dar battaglia da mesi, in rappresentanza delle famiglie dell’Ambito 24, è Mariarca Caldarelli, madre di Rita, la giovane 21enne disabile morta lo scorso 20 febbraio a seguito di una polmonite contratta durante una manifestazione: «Mia figlia era scesa in strada per protestare per i suoi diritti perché da mesi non ricevevamo l’assegno dal nostro Ambito, il cui comune capofila è Pollena Trocchia. Quei soldi sarebbero serviti per una maggiore assistenza, per le cure, ma Rita si è ammalata e alla fine non ce l’ha fatta. Io combatterò per lei fino alla fine. Ho dovuto imparare a fare le punture da sola a mia figlia. Ho dedicato tutta la mia vita a lei – commenta Mariarca – Proprio stamattina abbiamo chiamato il nostro Ambito, io e le altre mamme, dicono che a breve uscirà una graduatoria e che le famiglie dovranno firmare un patto grazie al quale riceveranno i vecchi fondi. Ma solo con rendicontazione. Ma cosa dobbiamo rendicontare? Tutti i vecchi scontrini non li abbiamo più, mi resta solo il certificato di morte oggi».
Il sindaco di Pollena Trocchia
Carlo Esposito, sindaco del comune di Pollena Trocchia, ente capofila dell’ambito, spiega quanto accaduto in questi lunghi mesi di attesa: «Il problema è sorto per la mancata pubblicazione del bando nel 2023. Le elezioni nel comune che all’epoca era capofila, il cambio al vertice dell’ambito e altri problemi hanno portato allo stop. Non sarebbe mai dovuto accadere, ma ora non possiamo piangerci sopra. A breve liquideremo i primi mesi di quest’anno. Abbiamo effettuato tutte le verifiche – prosegue il primo cittadino – procedure lunghe e complesse e ce l’abbiamo fatta. Poi, dietro rendicontazione, liquideremo anche i mesi arretrati».
Emergenza non solo in Campania
Una vicenda, quella degli assegni di cura, che colpisce tantissime famiglie. La questione, infatti, è caldissima anche in Puglia, a Bari. Maria Dammacco, madre di un ragazzo autistico, lancia un accorato appello: «Vogliono ridurre l’assegno di cura. Da 700 euro mensili a 250 euro. Ma vogliono farci crepare? Se volessi chiamare qualcuno per seguire mio figlio, che ha una forma di autismo gravissima, ci vorrebbero tre persone al giorno, da pagare 25 euro all’ora – spiega Maria – Da me nessuno viene, lo sa? Mio figlio lo curo io da sempre. L’assegno è un sostegno alla famiglia, perché io ho rinunciato a tutto per mio figlio, non lavoro per seguirlo. A prescindere da come lo utilizziamo, ci spetta e basta. Se portassimo i nostri figli in strutture pubbliche, il welfare italiano crollerebbe e allora come pensano che possiamo vivere con 250 euro al mese?». E conclude: «Vogliono introdurre la rendicontazione. Devo rendicontare tutti i telefoni che mio figlio lancia dalla finestra quando ha una crisi?».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link