Nucleare in Italia, il nuovo Report EY

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Home > News > Nucleare > Nucleare, in Italia potrebbe coprire fino al 22% della domanda elettrica nazionale entro il 2050

Il nuovo report di EY dal titolo “Nucleare Italia: il punto della situazione”. Questa fonte sta riemergendo come una risorsa chiave nella transizione energetica italiana, in un contesto mondiale caratterizzato dalla necessità di ridurre le emissioni di carbonio e garantire la sicurezza degli approvvigionamenti energetici. Ma rimangono senza risposta molte delle domande aperte sul tema.

Nucleare, un nuovo Report EY

Il reintegro dell’energia nucleare nel mix energetico italiano dovrebbe avvenire entro il 2027, per arrivare a coprire tra l’11% e il 22% della domanda elettrica nazionale entro il 2050.

Una transizione che potrebbe generare un mercato complessivo di circa 46 miliardi di euro per la filiera industriale italiana, con un valore aggiunto di 14,8 miliardi di euro e la creazione di circa 117.000 nuovi posti di lavoro.

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Questo è quanto stimato dal nuovo report di EY dal titolo “Nucleare Italia: il punto della situazione, che prende il nucleare come nuovo fattore chiave della transizione energetica italiana. Una pubblicazione che segue di qualche giorno l’approvazione del disegno di legge per il conferimento della delega all’Esecutivo per il nucleare “sostenibile”.

Nuovo non tanto per il tema, ampiamente noto e con due referendum alle spalle, quanto per il tentativo da parte del Governo e dell’Unione europea di inserire di nuovo il nucleare nel mix energetico continentale e quindi nazionale.

Investimenti e risparmi annui

Una fonte energetica che Bruxelles ha forzatamente inserito nella lista di quelle considerate eco-sostenibili e abilitanti la decarbonizzazione e il passaggio finale ad un futuro climaticamente neutro.

La strada per la decarbonizzazione richiederà l’adozione di una varietà di fonti energetiche per soddisfare la domanda di energia in modo sostenibile e sicuro. In questo contesto, l’energia nucleare sta emergendo come uno strumento essenziale nel contrastare il cambiamento climatico. Per questo, anche in Italia, risulta determinante la collaborazione tra il mondo istituzionale, accademico e industriale per consolidare il percorso verso la transizione energetica di cui questa energia ne rappresenta il futuro. Le prospettive per il 2025 indicano che gli investimenti nel nucleare potrebbero avere un impatto economico complessivo di 50,3 miliardi di euro, beneficiando di 35,5 miliardi di ricadute indirette e indotte, con un risparmio annuo stimato tra 8 e 10 miliardi di euro sulle importazioni di energia”, ha spiegato in una nota stampa Paola Testa, EY Europe West Energy & Resources Consulting Leader.

Gli SMR per il rilancio del nucleare in Italia

In questo contesto, gli SMR (Small Modular Reactors, reattori avanzati con una capacità massima di 300 MWe per unità ovvero circa un terzo della potenza di un reattore convenzionale), rappresentano una delle opzioni più promettenti per il rilancio del nucleare in Italia, grazie alla loro flessibilità e ai potenziali vantaggi in termini di sicurezza.

Fin qui le stime e le prospettive proposte da EY.

Rimangono, secondo noi, sul tavolo tutti i problemi fin qui sollevati da altri studi. Nonostante l’ottimismo del Report, non è chiaro chi costruirà questi famosi SMR, con quali costi e soprattutto dove (ma poi, sono davvero così vantaggiosi?). Quali Comuni saranno felici di ospitare questi reattori miracolosi? I cittadini sono consapevoli che il mercato immobiliare di prossimità agli SMR è praticamente destinato a crollare, quindi anche il valore dei loro immobili?
Quanti soldi bisognerà investire e chi ci metterà le risorse finanziarie necessarie?
Queste sono solo alcune delle domande critiche che sono già state poste sul tema e a cui nessuno ha fornito una risposta, mentre nel frattempo ci continua a promuovere l’idea di un’Italia nucleare.

Sono ancora tanti i problemi legati alla transizione nucleare

Senza contare che prima di 10-15 anni non si vedrà nessun reattore nucleare attivato e pronto a generare energia elettrica, mentre noi abbiamo fame di energia adesso.

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Un dispiegamento ragionato di fonti energetiche rinnovabili, unitamente all’utilizzo di tecnologie verdi e di soluzioni per la maggiore efficienza energetica possibile, possono bastare a coprire un’ampia fetta di domanda di energia elettrica in questo Paese (che lo ricordiamo, è in mezzo al Mar Mediterraneo, praticamente abbiamo sole per tre quarti dei giorni dell’anno), ma sembra che questo Governo stia facendo di tutto per impedire la vera transizione energetica pulita possibile (in grado di generare potenzialmente 10 volte più posti di lavoro rispetto al nucleare).



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