Sei andato in pensione nel 2019? Non ti spetta più nulla: arriva la decisione della Corte Costituzionale

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Notizie che davvero non ci volevano: ancora una volta la stangata colpirà in pieno volto tanti pensionati. Ad essere penalizzati coloro che sono usciti dal lavoro nel 2019. Vediamo cosa sta succedendo.

Le pensioni finiscono all’attenzione dei giudici della Corte Costituzionale e ora potrebbero essere guai seri. Dopo una sentenza del Tribunale di Ravenna in merito a certe scelte adottate dai vari Governi dal 2019 fino ad oggi, la situazione potrebbe presto cambiare a favore di alcuni ma a svantaggio di altri.

Sei andato in pensione nel 2019? Non ti spetta più nulla: arriva la decisione della Corte Costituzionale/Abruzzo.cityrumors.it

A rimetterci saranno coloro che hanno lasciato il lavoro nel 2019 i quali rischiano di perdere un mucchio di soldi semplicemente per aver scelto l’anno sbagliato per ritirarsi dal lavoro: avrebbero dovuto attendere uno o due anni in più e ora sarebbero al sicuro. Anzi, più che al sicuro: ora potrebbero addirittura ricevere ingenti rimborsi.

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Ma il 2019 è stato un anno sfortunato e smettere di lavorare proprio sotto il Governo Giallo-Verde magari con Quota 100 ora comporterà un prezzo da pagare altissimo: migliaia e migliaia di euro persi per sempre. Ma perché questa ennesima batosta a danno di persone che già fanno fatica ad arrivare alla fine del mese?

Tutto sta nel principio di cumulabilità tra reddito da pensione e reddito da lavoro: fino ad oggi chi optava per certe misure di pensione anticipata non poteva fare cumulo. Una nuova sentenza ha messo in discussione questo divieto e le relative sanzioni. Ma chi ha smesso di lavorare nel 2019 verrà, in ogni caso, penalizzato.

Pensioni: ecco cosa cambia per le pensioni a “quote”

Novità importantissima per chi, dal 2019 ad oggi, ha fruito di una delle pensioni a “quote”: Quota 100, Quota 102 oppure l’attuale Quota 103. La sentenza della Corte Costituzionale potrebbe davvero cambiare tutto: alcuni ci guadagneranno un mucchio di soldi, altri, purtroppo, ci rimetteranno.

donna con i capelli lunghi bianchi con una mano sul viso e un'espressione triste
Pensioni: ecco cosa cambia per le pensioni a “quote”/Abruzzo.cityrumors.it

E’ arrivata davanti alla Corte Costituzionale la questione di non cumulabilità tra redditi da pensione e redditi da lavoro per coloro che scelgono una delle pensioni a “quote” per uscire dal lavoro con qualche anno di anticipo. A differenza di chi va in pensione con la pensione di vecchiaia ordinaria o anche con la pensione anticipata ordinaria, chi sceglie – o ha scelto – una pensione a “quote” non può tornare a lavorare.

Preclusa sia la possibilità di tornare a lavorare come dipendente sia di lavorare come libero professionista. Ammesso soltanto il lavoro occasionale in forma autonoma per un massimo di 5000 euro lordi all’anno. Chi, in questi anni, è stato scoperto a lavorare anche per un solo giorno – magari perché ha fatto la comparsa in uno spot pubblicitario – si è visto sospendere immediatamente l’assegno Inps.

Non solo: ha dovuto restituire all’Inps l’importo di un intero anno di pensione. La sanzione è stata ritenuta sproporzionata dal Tribunale di Ravenna e ora la questione è finita davanti ai giudici della Corte Costituzionale i quali dovranno decidere se l’Inps, dal 2019 ad oggi, si è comportata in modo adeguato oppure eccessivo.

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Pensioni: brutta batosta per chi ha smesso di lavorare nel 2019

Come anticipato la Corte Costituzionale è chiamata a decidere circa la costituzionalità o meno delle politiche adottate dall’Inps in merito alle sanzioni a chi, dopo essere andato in pensione con Quota 100, Quota 102 o Quota 103, è tornato anche per poco a lavorare per arrotondare l’assegno.

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Pensioni: brutta batosta per chi ha smesso di lavorare nel 2019/Abruzzo.cityrumors.it

Qualora la Corte Costituzionale stabilisse che è stato incostituzionale chiedere indietro un intero anno di pensione, allora l’Istituto di Previdenza Sociale dovrà sborsare un mucchio di soldi e rimborsare tutti coloro ai quali li aveva chiesti indietro anche per un solo giorno di lavoro.

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Purtroppo però queste decisioni hanno un valore retroattivo fino ad un massimo di 5 anni. Come i vuoti contributivi non possono più essere colmati dopo 5 anni, lo stesso discorso vale per i rimborsi che non si possono più chiedere dopo 5 anni. Pertanto coloro che sono andati in pensione nel 2019 con Quota 100, anche qualora ne avessero diritto, non riceveranno alcun rimborso da parte dell’Inps.



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