Stefania Nobile, chi è la figlia di Wanna Marchi: la condanna per la truffa del sale anti malocchio, la tentazione del cinema hard e la nuova vita in Lamborghini

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di
Alessio Di Sauro

Nata a Bologna 60 anni fa, dopo lo scoop di «Striscia la notizia» fu condannata a 9 anni e 4 mesi per associazione a delinquere. Di recente le trasferte in Albania e la serie su Netflix. «Noi viviamo nel lusso: vendo champagne!». Fino all’arresto di oggi

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Più dei fanghi poté l’edera. In principio fu la «guerra al lardo», poi arrivò quella al malocchio. Ma se si sussurra che lo «scioglipancia» fosse magico sul serio – almeno a sentire il parere di un esperto come Giorgio Mastrota – altrettanto non poté dirsi dei sedicenti rametti fatati che avrebbero dovuto neutralizzare le iettature. Alla domanda di rito di Francesca Fagnani «Che belva si sente?» rispose vagheggiando lo scorpione («Scelgo con cura le vittime a cui inoculare il mio veleno, non mi piacciono le persone buone», precisò), eppure quella di Stefania Nobile, di anni 60, figlia di Wanna Marchi, ora posta agli arresti domiciliari con le accuse di autoriciclaggio, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione assieme all’ex compagno Davide Lacerenza, è parabola che cominciò a eclissarsi con l’avvento di un altro animale. Il tapiro. 

Un «tapiro salato», come non senza ironia gli uomini della Guardia di Finanza ribattezzarono in codice l’operazione che fece crollare l’impero delle due regine delle televendite – madre e figlia – spalancando loro le porte del carcere dopo la condanna definitiva emessa dalla Cassazione a 9 anni e 4 mesi di reclusione per associazione a delinquere finalizzata all’estorsione e alla truffa. 




















































Il mago do Nascimiento, l’inchiesta di «Striscia» e il carcere

Il sale, dunque: il suo mancato scioglimento nell’acqua era prova incontrovertibile del malocchio. Parola di teleimbonitrici, Marchi e Nobile – capello corvino in luogo della chioma vulcanica della madre, a cui aveva iniziato a far da spalla nei suoi siparietti televisivi già da giovanissima, nel 1983 – in favore di quelle 132 persone a cui negli anni avevano promesso denaro, felicità eterna e fortuna se solo si fossero avvalse dei rituali di un maestro di vita, anzi, di un mago vero e proprio, quel Mario Pacheco do Nascimento, già cuoco impiegato nella dimora milanese di Attilio Capra De Carré, che, promettevano, era in grado di sognare i numeri giusti della lotteria, fare incontrare l’amore della propria vita, guarire malanni incurabili e lenire ferite, previo, va da sé, acquisto di un kit della fortuna da ricevere comodamente a casa, prezzo nell’ordine di qualche milione delle vecchie lire

Detto del cloruro di sodio, l’altro pezzo pregiato della confezione erano i rametti fatati destinati alle persone colpite da sortilegio: arbusti di edera che rampicava nel cortile dove si trovava la Ascié, società di famiglia su cui sarebbe calata la scure della bancarotta fraudolenta. Erano i primi Duemila, se ne accorse Striscia la Notizia: al telefono con la signora Fosca Marcon, che aveva contattato il programma di Antonio Ricci fingendo di riflettere sulla proposta d’acquisto del rituale magico del sedicente mago do Nascimiento, Stefania Nobile fu chiarissima. O accettava, o non avrebbe mai più dormito in vita sua. 

Marchi e Nobile furono arrestate il 24 gennaio 2002, a poco più di due mesi dalla messa in onda di un primo servizio a cui ne sarebbero seguiti a decine. Ben altra fortuna ebbe il maestro, che eluse il carcere scappandosene in patria, in Brasile, là dove tentò di portarsi con sé finanche la carta igienica: le Fiamme Gialle ne sequestrarono 200 chili, stipati insieme al mobilio che aveva caricato su un container con i suoi effetti personali in partenza dal porto di Genova. Sempre Striscia lo rintracciò a Salvador de Bahia, un giorno del 2006: lui, il maestro di vita, assicurò che sarebbe tornato in Italia per scontare la sua pena, aggiungendo di essere dispiaciuto per le vittime delle truffe che negli anni avevano fruttato 60 miliardi di lire, stima al ribasso. Il proclama restò lettera morta, peggio andò alle due socie: prima di diventare compagna di cella di sua madre nel carcere di Bologna – dopo avere rifiutato patteggiamento e rito abbreviato, al termine di un processo nel quale avevano preteso la copertura delle telecamere -, Nobile aveva persino vagheggiato la via dell’hard, quale musa di Riccardo Schicchi: «Meglio le fiamme dell’inferno che l’umido delle prigioni», dichiarò prima di ritrattare. Fu l’unica volta che tornò sui suoi passi. «Se io ti dico che il sale toglie il malocchio e tu ci credi sei un c****e», sentenziò a proposito delle vittime dei raggiri, a cui mai è stato riservato atto di contrizione. 

L’Eldorado albanese e la Milano in Lamborghini

In libertà tornò nel 2013, l’Eldorado è diventato l’Albania, con tre locali aperti tra Tirana e Durazzo. E però a Milano la si è avvistata più volte a bordo di una Lamborghini Urus: « Noi viviamo nel lusso: vendo champagne! – spiegò a Gente -. Tutte le sere beviamo bottiglie pazzesche che ci offrono i clienti dei locali, mangiamo caviale e facciamo una vita bellissima, ma non spendiamo niente. Io sono una dipendente del mio ex compagno. Ho uno stipendio buono. Prima guadagnavamo miliardi, ma non avevamo il tempo di spenderli. Oggi non guadagniamo le stesse cifre, ma abbiamo imparato a goderci la vita». 

Già, l’ex compagno: proprio quel Davide Lacerenza ora finito anche lui agli arresti domiciliari, titolare della Gintoneria, là dove all’entrata delle toilette campeggiava un monito incorniciato e firmato dalla direzione che invitava i gentili clienti a «entrare già pippati perché il bagno serve per altro». Locale dove non era difficile avvistare madre e figlia, unite tra le altre cose dalla fondazione di una società, la Produzioni srl – con la quale Nobile diventò produttrice televisiva – così come dal fortunato destino di una serie biografica prodotta da Netflix e da da un canale Twitch. Comunione di intenti e vedute ribadita anche da giudizi che non hanno mai smesso di essere tranchant, l’ultimo dei quali a proposito della truffa del finto Brad Pitt: «Aprissero gli occhi, come fanno a pensare di poter chattare con lui?». Per quello, chissà, ci sarebbe voluto un mago vero.

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4 marzo 2025 ( modifica il 4 marzo 2025 | 14:28)

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