Paris Fashion Week, martedì: Alaïa e Undercover

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Versione italiana di

Gianluca Bolelli

Pubblicato il



5 marzo 2025

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Un grande revival e la celebrazione di un veterano sono stati i momenti chiave della giornata di martedì alla settimana della moda di Parigi, quando Pieter Mulier ha presentato la sua ultima collezione per Alaïa nel nuovissimo quartier generale del marchio e Jun Takahashi ha realizzato lo show per il 35° anniversario del suo brand.
 
Alaïa: geometria astratta nell’11° arrondissement
In una serata fredda, Pieter Mulier ha presentato per Alaïa una collezione caratterizzata dall’astrazione geometrica, un modo nobile per inaugurare la nuovissima sede della casa di moda, nella zona nord di Parigi.

Alaïa, Autunno-Inverno 2026/26 a Parigi – Alaïa

Sia il nuovo quartier generale che Rue St. Servan non sono ancora totalmente completati, il che ha causato un’entrata e un’uscita caotiche dallo show. Tuttavia la nuova sede, situata appena a sud del famoso cimitero di Père Lachaise, ha celebrato la rinascita della griffe sotto la direzione di Mulier e la gestione del colosso del lusso Richemont.
 
Sebbene considerato uno dei più grandi stilisti di tutti i tempi, Azzedine Alaïa era notoriamente testardo: allestiva le sue rare sfilate in mesi lontani dalle stagioni della moda, e quindi attirava pochi veri buyer. Così finiva per avere un modesto successo in proporzione al suo talento innato.

Mulier ha al suo attivo di riuscire a bilanciare il commerciale con il credibile, una moda cool con il registratore di cassa. La sua visione di Alaïa è rispettosa del DNA del marchio, anche se ne ha saputo estendere la portata con materiali inaspettati e influenze molto più globali.
 
In questa stagione, lo stilista belga ha spiegato di aver cercato ispirazione in numerose culture: Bolivia, Nord Africa e Stati Uniti. Eppure non c’era appropriazione culturale, né nulla di eclettico negli abiti che ne sono risultati.
 
Le sue gonne hawaiane rinnovate, i copricapi etnografici o gli elementi andini sembravano tutti molto nuovi. I copricapi con cappuccio visti in apertura abbinati a top di lana semitrasparenti o i grandi cappotti imbottiti in finta pelle con scollature a palloncino erano tutti straordinari. Così come i suoi top in pelle intrecciati adatti a una supereroina e i blazer con spacchi – Caterina de’ Medici in Amazzonia.
 
Pieter ha tagliato in diagonale dei cappotti in shearling/visone e dei cappotti in cashmere double face con grande successo. Sembravano tutti fantastici. Detto questo, il défilé è stata tutt’altro che impeccabile: a causa dei troppi abiti plissettati ripetitivi e di alcune forme eccessivamente teatrali. Un po’ troppi vestiti per una passerella e non per la vita reale.
 
Ma tutto sommato, si è trattato di una collezione in molti aspetti sublime, che consolida la reputazione di Mulier come un fashion leader.
 
“L’idea è quella di prendere l’essenza stessa di un’idea o di un capo e farla dire ‘nuova’”, ha commentato Mulier dopo la sfilata.
 
E questa collezione certamente lo era.

Undercover: nostalgico, ma non proprio
Oggi ci sono pochi designer più talentuosi, ma volutamente eccentrici, del grande Jun Takahashi, la cui collezione per il 35° anniversario del suo marchio Undercover ha effettivamente commemorato la sua collezione per il 20° anniversario. Beh, più o meno.

Undercover – Autunno-Inverno 2025/26 – Womenswear – Parigi – ©Launchmetrics/spotlight

La sua collezione per l’Autunno-Inverno del 2004 era intitolata “ma bella… in parte parassitaria, in parte imbottita”. In questa stagione, la sua selezione per l’inverno 2025 si chiamava “ma bellissima 4…”.
 
La prima idea intelligente di Takahashi è stata quella di combinare pantaloni da jogging di Champion con giacche su misura. Un look che generalmente fa trasandato. Ma nelle abili mani di Jun ha portato ad un poetico senso di confort. Pantaloni della tuta con sahariane usurate o blazer maculati a farfalla.
 
Due decenni fa, la sua collezione fece riferimento a Patti Smith e agli animali di peluche. In questa stagione, l’intera colonna sonora era di Nina Simone. Dal punk rock alla poesia piena di sentimento, proprio come questi vestiti. Mentre il cast era composto da diverse figure familiari del mondo hipster parigino, come la cantante Joana Preiss.
 
Gli animali di peluche, tuttavia, hanno fatto un brillante ritorno nel finale con una stravagante tassidermia d’avanguardia. Da due abiti da ballo imbottiti come pavoni squilibrati, poi un trio di fantasmagoriche creature piumate con fasce per i capelli illuminate.

Undercover – Autunno-Inverno 2025/26 – Womenswear – Parigi – ©Launchmetrics/spotlight

Capi che hanno concluso una sfilata piena di idee all’interno della Salle Wagram, una sala da ballo in ferro battuto e pino del XIX secolo che è una location iconica per le sfilate di moda a Parigi.
 
In termini di riconoscimento globale, Jun Takahashi e Undercover rimarranno sempre oscuri. Tuttavia, per gli addetti ai lavori, Jun manterrà sempre un posto elevato nel pantheon degli stilisti. La sua inaspettata giustapposizione di idee e forme, il suo senso della poesia della moda, la sua capacità di incanalare ispirazioni bizzarre per suggerire un nuovo universo della moda. Takahashi è un grande designer che sarà sempre apprezzato a Parigi. Mentre questa collezione, e le sue idee precedenti di 20 anni fa, saranno amate.

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