“Alle armi! Alla guerra!”. Von der Leyen e Macron fuori di cranio

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito personale

Delibera veloce

 


Più debito, ma solo per le armi. Per la gente solo fame, repressione infine guerra.

La “nuova Unione Europea” è al 90% identica a quella vecchia (“austerità”, salari sempre più bassi, tagli a pensioni sanità e istruzione, zero diritti sul lavoro) ma decisamente “innovativa” sul piano bellico.

In un attimo vuol cancellare anche il ricordo del “continente che ha vissuto 80 anni in pace” – immagine totalmente falsa, visto che è stata fatta la guerra per smembrare la Yugoslavia nel 1999 – e percorrere velocemente le due strade parallele: riarmo a rotta di collo (ma ci vorranno anni) e ingresso trionfale immediato nella guerra in Ucraina.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Andiamo con ordine. La prima strada è stata indicata dalla presidente pro forma dell’Unione Europea, quell’Ursula von der Leyen specializzata nel pagare con soldi comuni le forniture che lei contratta con imprenditori evidentemente amici suoi, cancellando poi le prove dei contatti avuti.

Il piano che ha presentato – RearmEurope – vale 800 miliardi di euro: la maggior verrà dai bilanci nazionali, sorvegliatissimi dalla Commissione che lei dirige. Ma per la armi si farà eccezione, lasciando ai governi la facoltà di sforare deficit e debito solo per questo capitolo di spesa. Il resto in parte da fondi di coesione e Pnrr, da Bei e Mes.

150 miliardi in “prestiti” (da restituire) dovrebbero essere raccolti sul mercato con la garanzia comunitaria – con Eurobond, insomma – e successivamente erogati ai Paesi membri in forma di prestiti per le priorità della difesa paneuropea, in primo luogo difesa aerea, i missili e i droni. E qui sorgono le prime divisioni. Per alcuni paesi la formula dei prestiti è accettabile, per altri – tipo la Polonia molto meno.

Varsavia insiste perché siano distribuiti come “sussidi”, che non devono evidentemente essere restituiti e non aprirebbero dunque voragini difficili da gestire nei conti pubblici.

I rimanenti 650 miliardi dovrebbero invece venire dalle spese nazionali, grazie alla maggiore flessibilità garantita alle spese militari. «Se gli Stati membri aumentassero la spesa per la difesa in media dell’1,5% del Pil, si potrebbe creare uno spazio fiscale di quasi 650 miliardi di euro in quattro anni», ha dichiarato  von der Leyen.

Ovvio che non tutti gli Stati possiedono in questo momento l’identico margine di manovra nei conti pubblici. La Germania, per esempio, ha uno spazio enorme (il suo debito pubblico è poco sopra il 60% rispetto al Pil, meno della metà di quello italiano). E quindi può permettersi di sfoderare un bazooka mentre altri giocheranno con le fionde.

L’ormai prossimo cancelliere, Friedrich Merz, democristiano destrorso fin qui cerbero dell’austerità più ottusa, ha improvvisamente rovesciato il paradigma promettendo di fare – come a suo tempo Mario Draghi alla Bce – “whatever it takes”. Tradotto in spiccioli: 500 miliardi per un nuovo fondo speciale per gli investimenti infrastrutturali di 500 miliardi di euro da spendere in 10 anni.

Un impegno gigantesco che per un verso richiederà riforme costituzionali – i tedeschi sono stati così follemente “austeri” da inserire lì un limite dello 0,35%al deficit annuale  – e una maggioranza dei due terzi, ben più larga di quella garantita dalla Grosse Koalition con l’Spd (ma i guerrafondai verdi stanno lì pronti, con la penna in mano).

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Per l’altro occorrerà un veloce allentamento delle norme fiscali nell’Ue, paradossalmente su spinta proprio di Berlino, che fin qui aveva premuto sul pedale del freno.

La seconda strada passa invece dai bollori bellici di Parigi, la cui ultima chance di grandeur poggia sul possesso – unici, nell’Unione Europea – di un minimo di testate nucleari.

Con un discorso di 15 minuti il presidente francese Emmanuel Macron, ieri sera alle 20, si è rivolto ai concittadini con toni eccezionalmente solenni (“l’ora delle decisioni irrevocabili”, nel frasario mussoliniano): «A partire dalla prossima settimana riuniremo a Parigi i capi di stato maggiore dei Paesi che desiderano assumersi le proprie responsabilità», ossia che si sono già dichiarati pronti al dispiegamento in Ucraina di forze europee per garantire un eventuale trattato di pace.

«Stiamo entrando in una nuova era», ha detto Macron, parlando della Russia come di «una minaccia per la Francia e per l’Europa». Ha rispolverato persino la più incredibile delle bufale – «Chi può pensare che la Russia di oggi si fermerà all’Ucraina?» – come se non sapesse nulla delle vere ragioni di questa guerra, come se non fosse stato proprio lui tra i protagonisti della truffa degli “accordi di Minsk” ai danni di Mosca (la stessa Angela Merkel, corresponsabile di quella truffa, ha da tempo ammesso che l’unico scopo non era fare un accordo di pace, ma “prendere tempo per armare meglio Kiev”).

U

Macron ha recitato un mucchio di frottole, insomma, per arrivare infine al punto “forte”: «Di fronte a questo mondo di pericoli, restare spettatori sarebbe una follia».

L’unica follia che si possa commettere, in “un mondo di pericoli”, è quella di mettersi a sparare senza avere neanche uno straccio di obiettivo politico e di strategia realistica per raggiungerlo.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Nel caso specifico: cosa mandi a fare truppe “europee” (falso anche questo, perché Macron sa di poter contare su un contingente britannico – fuori dalla UE – e spera di ottenere un contingente turco, anche questo extraeuropeo) in Ucraina? Pensi davvero che queste (25-40mila uomini al massimo) sarebbero una variabile significativa nei rapporti di forza sul campo? E per ottenere cosa?

In secondo luogo: sai già che per la Russia questo sarebbe una inaccettabile provocazione. E che dunque, le tue truppe – oltre quella ucraine residue – diventerebbero un bersaglio privilegiato degli attacchi missilistici. E tu non hai né sistemi antimissile abbastanza buoni o in numero sufficiente, né – soprattutto – una deterrenza nucleare all’altezza di quella russa.

Un rischio tutto a perdere, insomma, per ottenere non si sa bene cosa. Ma “non possiamo restare spettatori”, altrimenti nessuno ci si fila… 

Ogni giorno ci regala una pazzia nuova. E’ escluso che ci si possa annoiare, ma è escluso anche che si possa dormire tranquilli in attesa di una brutta fine. E’ tempo di rompere la passività e il silenzio. Fermiamo questi mostri senza cervello prima che sia troppo tardi…

Abbassate le armi, alzate i salari!“. In piazza il 15, contro chi vuole la guerra, per cominciare…

– © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 


Ultima modifica:

stampa





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link