Cadore, arriva il Bando Residenzialità: «Aiutiamo a rimanere in paese, fino a 20mila euro per l’acquisto della casa»

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Agricoltura

 


di
Dimitri Canello

Selva, la decisione dell’Amministrazione per far fronte allo spopolamento e al fenomeno dell’abbandono delle Terre Alte. Il sindaco: «Vogliamo agevolare i nostri cittadini»

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Non è una misura diretta a incentivare chi arriva da fuori a prendere casa a Selva di Cadore, ma è un modo per fidelizzare chi già c’è e che sceglie deliberatamente di restare nel Comune montano bellunese, combattendo lo spopolamento e l’abbandono della cosiddette Terre Alte. E che magari potrà fungere da «effetto calamita verso l’esterno». Negli ultimi giorni diverse iniziative hanno battuto la stessa pista, come ha fatto il sindaco di Selva Luca Lorenzini, che specifica che il «Bando Residenzialità» offre un contributo per l’acquisto di un immobile da destinare a residenza abituale, con l’obiettivo di incentivare il ripopolamento e la rivitalizzazione del territorio comunale.

Il contributo

Il contributo, pari al 50% delle spese sostenute per l’acquisto dell’alloggio, potrà raggiungere un massimo di 20mila euro: « Il bando – spiega Lorenzini – è rivolto a maggiorenni, nati dopo il primo gennaio 1980, che risiedano nel comune di Selva Di Cadore da almeno 24 mesi dalla pubblicazione dello stesso. Quindi cerchiamo sostanzialmente di fidelizzare chi già risiede a Selva, non di attrarre chi viene da fuori. Però non nego che, se chi già è qui riesce a prendere casa a condizioni agevolati magari potrà parlare bene del posto in cui vive, facendo pubblicità al nostro bellissimo paese per accedere al finanziamento, i richiedenti non devono aver mai ricevuto precedenti incentivi pubblici per l’acquisto di un immobile e devono possedere un Isee non superiore a 40mila euro».




















































Lo spopolamento

Un primo passaggio, dunque, per combattere lo spopolamento dell’Alto Bellunese, un problema che coinvolge tutta la fascia settentrionale della provincia: «Lo spopolamento della montagna bellunese – prosegue Lorenzini – è la questione politica più importante e più complessa che interessa la nostra provincia. Come è ovvio non vi sono soluzioni facili e che portano risultati immediati ma con tenacia e spirito innovativo dobbiamo avere il coraggio di elaborare strategie di medio e lungo termine». Le iniziative sin qui messe in campo si sono concentrate su tre fronti: «Agevolare la residenzialità – spiega Lorenzini – sostenere direttamente le famiglie attraverso varie forme di aiuto, implementare i servizi rivolti alle famiglie. Abbiamo realizzato nuovi appartamenti comunali da locare a canone agevolato. Un esempio è l’intervento nell’ex casa canonica di Santa Fosca che prevede la realizzazione di tre nuovi appartamenti, mentre abbiamo pensato alle agevolazioni Imu per determinate tipologie di immobili, nello specifico Imu azzerata per le abitazioni locate in contratto d’affitto a canone concordato».

Il nodo lavoro e il protocollo d’intesa

Le iniziative per contrastare lo spopolamento della montagna bellunese fioccano in rapida successione. Nei giorni scorsi è stato firmato a Palazzo Piloni un protocollo d’intesa per la parità di genere e il welfare territoriale nel Bellunese. L’accordo, siglato da istituzioni locali, associazioni di categoria, sindacati e organizzazioni del terzo settore, mira a ridurre il divario di genere nel mondo del lavoro e a promuovere misure di welfare che migliorino la qualità della vita delle famiglie e dei lavoratori. Il protocollo, denominato «Strategie e innovazione per un welfare di parità», rappresenta un passo concreto per affrontare le criticità del mercato del lavoro e contrastare lo spopolamento delle aree montane. Tra le misure previste ci sono spazi aggregativi e servizi extrascolastici per i più giovani, un sistema «Family Friendly» per integrare politiche pubbliche e aziendali, nuove forme di organizzazione del lavoro e una mobilità più efficiente per il territorio montano. Il progetto nasce nell’ambito del Bando Pari (Progetti e Azioni di Rete Innovativi per la parità e l’equilibrio di genere) ed è stato portato avanti da Metalogos con il supporto della consigliera di parità Flavia Monego.

L’intesa

La firma dell’intesa ha coinvolto diversi attori: i Comuni di Belluno e Borgo Valbelluna, le Ipa Cadore, Dolomiti Venete e Prealpi Bellunesi, la Commissione Pari Opportunità di Belluno, la Commissione Diritti Civili e Politiche di Genere di Ponte nelle Alpi, l’Ufficio scolastico di Belluno, Veneto Lavoro e il Consorzio Bim Piave. Hanno aderito anche le associazioni di categoria (Appia Cna, Ascom, Coldiretti, Confcooperative, Confartigianato, Confindustria, Legacoop), i sindacati Cgil, Cisl e Uil, la Fondazione Welfare Dolomiti e Metalogos, con la collaborazione della Consigliera di Parità.

Aiuti alle famiglie 

La Provincia di Belluno ha sviluppato un progetto specifico diviso in tre filoni strutturati: in primo piano il finanziamento di «Investi Scuola», gli abbonamenti a prezzo calmierato per il trasporto degli studenti; poi il finanziamento di incentivi alle famiglie per la residenzialità in montagna, per abbattere i costi della vita di chi sceglie di rimanere nelle terre alte; e infine il finanziamento del fondo grandi eventi, per agevolare la creazione di tutte quelle iniziative di richiamo per il turismo, così da dare una mano al settore ricettivo.


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