Il Veneto fa largo alle donne, specie nell’Artigianato


Le donne si fanno largo nel mondo imprenditoriale veneto, in particolare in quello artigiano. A fine 2024, in regione c’erano 94.666 imprese femminili, il 7,2% del totale delle imprese femminili italiane, con un’incidenza sul totale delle imprese venete (20,6%) leggermente inferiore alla media nazionale (22,2%). Ma è nel settore artigiano che le imprenditrici venete si distinguono con una presenza particolarmente marcata. In veneto, le imprese artigiane femminili sono 20.332, il 9,3% del totale nazionale e il 17% del totale delle imprese artigiane regionali, valore in linea con la media nazionale (17,5%). In veneto poi il 21,5% delle imprese femminili (20.353 su 94.666 totali) opera nel settore artigiano, percentuale che supera la media nazionale del 16,7%. E “ci sono margini di crescita- afferma il presidente di Confartigianato Imprese veneto Roberto Boschetto- e per rafforzare il ruolo delle imprenditrici venete servono misure di sostegno mirate. Percorsi di formazione, finanziamenti agevolati e reti di supporto potrebbero incentivare ulteriormente la presenza delle donne nel mondo imprenditoriale. Spesso nel ricambio generazionale troviamo donne a capo delle imprese, anche in settori solitamente guidati da uomini, in cui sanno dimostrare capacità non solo gestionali, ma anche di visione e innovazione”. Guardando alle sole imprenditrici artigiane, in veneto si contano 35.384 donne con cariche nell’artigianato, che rappresentano il 22,6% del totale degli imprenditori artigiani in regione. Un’incidenza superiore al dato nazionale che si attesta invece al 21,7%. Il 46,3% delle donne artigiane ricopre la carica di titolare, il 31,6% quella di socio ed il 18,4% quella di amministratore. Rispetto al 2023, le titolari sono rimaste pressoché invariate, mentre le socie registrano un calo di -3,8%.

A livello nazionale il 49,8% delle imprenditrici artigiane è attivo nei servizi alla persona; segue il manifatturiero con il 27,5%. Il 13% delle imprenditrici artigiane italiane opera nel comparto dei servizi alle imprese, mentre una fetta più ristretta nelle costruzioni (9,2%). In Veneto la quota di imprenditrici artigiane attive nel manifatturiero è lievemente superiore alla media nazionale e pari nel dettaglio al 31,1%. Anche l’incidenza di donne artigiane venete alla guida di imprese di costruzioni è superiore al dato nazionale (10,3%). L’11,3% delle donne artigiane venete è attiva nei servizi alle imprese e il 46,5% nei servizi alla persona. “Le donne imprenditrici artigiane, spesso più consapevoli delle necessità di equilibrio tra lavoro e vita privata- aggiunge Barbara Barbon, presidente Gruppo donne impresa di Confartigianato imprese Veneto – possono contribuire a sviluppare modelli di business che rispettano la dignità del lavoro e che contribuiscono al benessere delle loro comunità. In questo senso, “imprenditoria femminile può rappresentare non solo una forma di indipendenza economica, ma anche un motore di cambiamento sociale e culturale, che incoraggia una maggiore inclusività e parità di genere”. In questo contesto Confartigianato rivendica l’impegno a fare della parità di genere “non solo un’enunciazione di principio, ma un valore che viene espresso in ogni forma del suo agire” mettendo le donne al centro della propria governance e della vita associativa attraverso. Ecco dunque leadership femminili a tutti i livelli: il segretario generale di Confartigianato Veneto e il presidente di Confartigianato Belluno, e quattro su sette segretari generali territoriali (a Padova, Treviso, Rovigo e Verona), oltre a 14 imprenditrici di presidenti di categoria.

Nel sistema associativo di Confartigianato, “la parità di genere è un valore consolidato e riconosciuto, testimoniato non solo dalla presenza di donne in ruoli strategici, ma anche da un impegno strutturato nel garantire equità retributiva, accesso alle carriere e un ambiente di lavoro realmente inclusivo”. Dice Boschetto: “Non si tratta di una questione di quote rosa, ma di un reale riconoscimento delle capacità, delle competenze e della valorizzazione del talento femminile, che diventa valore aggiunto e non quindi solo una mera questione di equità. Un sistema che offre alle donne le stesse opportunità di realizzazione è un sistema più forte, più innovativo e più competitivo”. La certificazione sulla parità di genere è già stata ottenuta da due associazioni territoriali e un mandamento. E Confaruigianato intende potenziare il suo ruolo “di catalizzatori e di sensibilizzazione sui temi del finanziamento e del credito. La conciliazione rimane, poi, uno dei principali ostacoli alla competitività, e su questo continueremo a lavorare cercando di portare proposte e azioni concrete, anche attraverso la nostra bilateralità artigiana, poiché ad oggi la famiglia continua ad essere talvolta l’unico supporto”, afferma Barbon.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:


Stampa questa notizia





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link