L’arresto di “Davidone” Lacerenza, il “re dello champagne” originario di Trinitapoli

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Da personaggio sopra le righe del mondo della nightlife milanese ad arrestato con accuse pesantissime. Davide “Davidone” Lacerenza, noto imprenditore e influencer, è stato fermato martedì insieme alla sua ex compagna Stefania Nobile, figlia della controversa televenditrice Wanna Marchi. Le accuse nei suoi confronti sono autoriciclaggio, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

Lacerenza, ormai conosciuto come il “Gianluca Vacchi dello champagne” o “Andrea Diprè del gin”, si era costruito una fama nel panorama del lusso ostentato e dell’edonismo sfrenato. Un percorso che l’aveva portato dal duro lavoro nei mercati generali alla gestione di locali esclusivi, fino alla creazione di un vero e proprio culto social. La sua storia, tuttavia, non inizia a Milano, ma in Puglia, precisamente a Trinitapoli, in provincia BAT, la città da cui proviene e dove ha mosso i primi passi prima di trasferirsi al Nord.

Il personaggio: tra trash e business

Come riportato dal Corriere della Sera, Lacerenza ha sempre giocato con l’eccesso. Nei suoi video social, seguiti da centinaia di migliaia di utenti, si mostrava intento a sciabolare bottiglie di champagne con carte di credito, Rolex e persino una patente in metallo personalizzata. Il suo linguaggio crudo e provocatorio, unito a uno stile di vita fatto di lusso e trasgressione, gli aveva permesso di crearsi un vasto pubblico, soprattutto tra i più giovani.

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Proprietario della Gintoneria di Milano, locale diventato il simbolo della sua visione del divertimento notturno, Lacerenza è stato un imprenditore capace di monetizzare il trash, trasformandolo in un brand riconoscibile. Secondo quanto emerso dall’inchiesta, però, dietro l’immagine di showman social si nascondeva una realtà ben diversa, fatta di attività illecite che avrebbero portato al suo arresto.

Le accuse e l’arresto insieme a Stefania Nobile

Le indagini hanno portato a galla una rete di sfruttamento della prostituzione, oltre a un giro di spaccio e riciclaggio di denaro. Con lui è finita in manette Stefania Nobile, che con la madre Wanna Marchi aveva già scontato una condanna per truffa in passato. La loro collaborazione, nata inizialmente sul piano sentimentale, si era poi trasformata in un sodalizio lavorativo.

Nel corso degli anni, Lacerenza e Nobile avevano costruito un impero del lusso esibito, tra locali esclusivi, feste, influencer e un giro d’affari che, secondo gli inquirenti, nascondeva attività illegali.

Dalla Puglia a Milano: l’ascesa e la caduta del “cavallo”

La parabola di Davide Lacerenza parte da lontano, dai mercati generali, dove per anni ha lavorato caricando cassette di frutta e verdura, esperienza che lui stesso raccontava con fierezza. Il passaggio al mondo della notte è avvenuto gradualmente, tra esperienze da spogliarellista e l’apertura di locali controversi come il Malmaison, noto per i conti esorbitanti e il lusso eccessivo.

A Milano, Lacerenza ha trovato la sua dimensione, costruendo un’identità che mescolava kitsch, volgarità e ostentazione sfrenata. Ha reso la sua immagine un vero e proprio brand, coniando frasi e slang seguiti dai suoi follower, che chiamava “cavalli”. Un successo che, alla fine, si è rivelato effimero.

L’ultima diretta e la fine dell’epopea trash

Negli ultimi giorni, i video pubblicati sui social avevano lasciato intravedere un declino sempre più evidente. Come riportato dal Corriere della Sera, nelle ultime storie su Instagram Lacerenza appariva alterato, confuso, mentre ostentava denaro e faceva dichiarazioni sconclusionate.

“Oggi non dormo mai, è come se fosse sempre un after”, diceva in un filmato, mentre gettava a terra mazzette di banconote da 50 euro e criticava chi conduce una vita normale. Poi l’arresto, che chiude l’epopea del “self-made horse”, l’uomo che si vantava di aver avuto migliaia di donne e di sciabolare champagne come nessuno.

Oggi, invece, il sipario sulla sua storia si chiude nel modo più amaro: in carcere, con accuse pesanti e un impero che rischia di sgretolarsi definitivamente.

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